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Turismo del Gusto Magazine - Settembre 2023

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In Italia, come nel resto del mondo, quello

del Beaujolais è noto come Nouveau, un vino

novello ottenuto da macerazione carbonica

totale, prodotto in una piccola denominazione

che, sebbene non sia distante dalla Borgogna in

termini di chilometri, lo è invece da un punto di

vista stilistico.

Per la produzione di vino si impiega

principalmente il Gamay, uva rossa capace di

leggere il suolo e mostrarsi con un carattere fresco,

fruttato ma anche dinamico, strutturato e longevo.

E, sebbene le prime tracce circa la produzione del

vino risalgono a secoli prima, l’Appellation d‘origine

contrôlée Beaujolais è piuttosto recente, del 1935,

a sud della Borgogna.

E se nel corso degli ultimi trent’anni, il successo

di questo areale si deve ai Nouveau, nell’ultima

decade l’attenzione si è spostata sui vini prodotti nei

dieci cru della denominazione definita dalla Revue

du Vin de France come “le plus sensuel des vignobles”,

che si spalma in 50 chilometri, da Mâcon a Lione,

su dolci pendii che passano da un’altitudine di 700

a più di 1000 metri s.l.m. e pendenze fino al 60%.

Sono dieci i diversi cru che, come mosaici,

arricchiscono l’offerta della regione viticola:

Brouilly, Chénas, Chiroubles, Côte de Brouilly,

Fleurie, Saint-Amour, Juliénas, Régnié e più

blasonati Morgon e Moulin-à-Vent. A fianco la

produzione dei rossi si è fatta nel tempo sempre

più strada quella dei bianchi, da uve Chardonnay

per produzioni dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.

22 TuttoDrink

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