Ticino by Night&Day 130
Una rivista bimestrale di 48, 64 o 80 pagine, che informa sugli avvenimenti culturali, sportivi, sugli eventi e gli spettacoli, le manifestazioni e su come trascorrere il tempo libero nella Svizzera italiana (Ticino e Grigioni). Ampio spazio viene dedicato a noti personaggi dello spettacolo, dello sport... e non solo; infatti, è anche presente l’angolo del buongustaio e, non da ultimo, originali concorsi annuali. Stampata in Ticino in circa 15’000 copie, viene distribuita gratuitamente nei locali pubblici nella Svizzera italiana, ma anche a Como, Varese e tramite dei canali mirati anche nella Svizzera interna.
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spettacoli, le manifestazioni e su come trascorrere il tempo libero nella Svizzera italiana (Ticino e Grigioni).
Ampio spazio viene dedicato a noti personaggi dello spettacolo, dello sport... e non solo; infatti, è anche presente
l’angolo del buongustaio e, non da ultimo, originali concorsi annuali. Stampata in Ticino in circa 15’000 copie, viene
distribuita gratuitamente nei locali pubblici nella Svizzera italiana, ma anche a Como, Varese e tramite dei canali
mirati anche nella Svizzera interna.
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tinotte.ch | 43
di Lugano e Ambrì, le due squadre ticinesi
più amate alle nostre latitudini”.
Già con questa premessa, che ha strappato
un sorriso ai presenti e agli interessati,
è proseguito l’incontro tra domande
e risposte. La cosa che più ci ha impressionato
è scaturita dalla semplicità e
spontaneità delle risposte, con Gianinazzi
più espansivo rispetto a Cereda, dal carattere
più chiuso, ma entrambi onestamente
diretti nel mettersi “a nudo”.
Molteplici sono state sia le domande, sia
le risposte che non stiamo qui a riportare
in toto. Tuttavia ci piaceva sottolineare
come Gianinazzi ha vissuto la chiamata
da parte del Lugano in prima persona:
“Appena chiusa la telefonata con Hnat
Domenichelli che mi comunicava l’intenzione
del club di promuovermi ad allenatore
della prima squadra, l’ho comunicato
a mia moglie e poi ho chiamato i
miei genitori. Loro non mi sono sembrati
molto entusiasti in prima battuta. Ma diventare
l’allenatore del Lugano era il mio
Da sinistra: Luca Cereda
e Luca Ganinazzi
sogno e, pur sapendo che subentravo in
una stagione decisamente in salita, ho
accettato di buon grado. Avevo già un
chiaro progetto in mente e, malgrado i
risultati inizialmente non esaltanti, ho
continuato a seguire le mie idee, a farne
partecipi giocatori e dirigenti e alla fine,
anche se con fatica, siamo riusciti a qualificarci
per i playoff. Ho fatto esperienza,
anche se non può essere confrontata
agli anni che Cere ha sulle spalle. Ma mi
servirà per il futuro”.
Decisamente interessante l’analisi fatta
da Cereda sulla stagione dell’Ambrì e
sul suo prosieguo in veste di allenatore:
“Abbiamo iniziato con il botto, anche
se sinceramente devo dire che abbiamo
vinto incontri per fortuna e non per
merito. Ho quindi dovuto lavorare con
i giocatori per far capire loro che c’era
molto da fare per migliorarci e non bisognava
cullare troppi sogni, ma restare
con i piedi per terra (o con i pattini sul
ghiaccio) perché avrebbero potuto verificarsi
incontri in cui avremmo meritato
di vincere ma il verdetto avrebbe potuto
essere una sconfitta. A volte è più
difficile frenare gli entusiasmi che dover
sollevare il morale dopo una immeritata
sconfitta... . Per quanto concerne la
mia decisione di restare, devo dire che
ci siamo ritrovati tutti e abbiamo messo
sul tavolo i pro e i contro, guardandoci
negli occhi per capire se vi fossero
le giuste premesse per continuare. Le
abbiamo trovate e quindi ho deciso di
continuare l’avventura in veste di allenatore
dell’Ambrì”.
Si è chiaramente potuta palpare un’atmosfera
serena, gioviale e anche il grande
rispetto che i due allenatori hanno
uno per l’altro.