26.02.2014 Aufrufe

Sicherheit 2012 - Center for Security Studies (CSS) - ETH Zürich

Sicherheit 2012 - Center for Security Studies (CSS) - ETH Zürich

Sicherheit 2012 - Center for Security Studies (CSS) - ETH Zürich

MEHR ANZEIGEN
WENIGER ANZEIGEN

Erfolgreiche ePaper selbst erstellen

Machen Sie aus Ihren PDF Publikationen ein blätterbares Flipbook mit unserer einzigartigen Google optimierten e-Paper Software.

Riassunto del sondaggio «Sicurezza <strong>2012</strong>»<br />

un ostacolo alla cooperazione economica a livello europeo. Soltanto una minoranza,<br />

inoltre, ritiene che lo stretto coinvolgimento politico ed economico della<br />

Svizzera con altri Stati europei impedisca la neutralità (32%, +3%). Un mero 18%<br />

(–1%) degli intervistati ritiene che dovremmo rinunciare alla neutralità, se questa<br />

non dovesse più arrecare vantaggi alla Svizzera. Ciò testimonia quanto la neutralità<br />

venga percepita dalla grande maggioranza della popolazione come un valore e<br />

non necessariamente come uno strumento. Per quanto concerne la credibilità della<br />

neutralità armata, nel 2011 questo parametro ha registrato la medesima percentuale<br />

di persone che l’affermano e la mettono in discussione. Nel mese di gennaio del<br />

<strong>2012</strong>, tuttavia, è salito il numero di cittadini che affermano la credibilità della neutralità<br />

armata rispetto a quelli che la negano (49% favorevoli, 45% contrari, +4%<br />

valutazione positiva).<br />

Cultura strategica: è la prima volta che in questo studio viene rilevato il grado<br />

di importanza attribuito a vari aspetti della cultura strategica della Svizzera. Dalle<br />

indagini effettuate nell’ambito dell’analisi delle tendenze in materia di «Sicurezza»<br />

è emerso che la neutralità svizzera è considerata più che una semplice strategia politica<br />

o una possibile variante d’azione. Essa rappresenta anche un valore normativo,<br />

sostenuto da buona parte della società. Un’idea assoluta di neutralità, invece, viene<br />

respinta dalla maggioranza della popolazione svizzera. Soltanto il 47% ritiene che<br />

sia importante «...non influenzare quanto accade nella politica mondiale». Al contrario,<br />

una maggioranza del 64% appoggia il principio della neutralità differenziata,<br />

secondo il quale la Svizzera può prendere posizione in materia di politica estera, ma<br />

si astiene da qualsiasi intervento militare. Oltre alla neutralità, vi sono vari principi<br />

di democrazia diretta che sono profondamente radicati nella società svizzera. Il<br />

78% degli intervistati, ad esempio, approva il fatto «...che il popolo svizzero abbia<br />

l’ultima parola anche nelle questioni militari». Per quanto concerne la difesa degli<br />

interessi nazionali rispetto ad altri Stati, quattro persone su cinque considerano<br />

la salvaguardia della pace interna come rilevante (77%). Anche l’idea secondo cui<br />

la Svizzera, quale Paese piccolo, debba far valere con particolare veemenza i propri<br />

interessi al cospetto dei grandi Paesi trova il consenso della maggioranza della<br />

popolazione (67%). Il 62% dei cittadini considera la difesa del Paese un dovere<br />

civico, per cui sostiene il principio della milizia quale <strong>for</strong>ma di organizzazione<br />

della società svizzera. Poco più della metà della popolazione svizzera (55%) si è detta<br />

favorevole all’autonomia in materia di politica di sicurezza, nel senso che l’Esercito<br />

svizzero deve essere in grado di potersi difendere da sé e senza aiuti esterni. Sono<br />

una minoranza, invece, i fautori di un modus operandi unilaterale, secondo cui<br />

la Svizzera, per proteggersi, dovrebbe fare affidamento soltanto su se stessa (47%).<br />

55

Hurra! Ihre Datei wurde hochgeladen und ist bereit für die Veröffentlichung.

Erfolgreich gespeichert!

Leider ist etwas schief gelaufen!