Malati e senza fissa dimora
Numero 57 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
Numero 57 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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‘<br />
SOCIETA Domenica 11 marzo 2012<br />
In Italia si registra un incremento della popolazione straniera nelle carceri<br />
“Papillon” è il progetto di raccolta libri in diverse lingue da destinare a Rebibbia<br />
Detenuti “condannati” a leggere<br />
15<br />
La civiltà, quella autentica, si trova<br />
spesso nelle cose che non si vedono,<br />
che non piacciono.<br />
Nei luoghi remoti, oscuri del vivere,<br />
quelli del dolore, della sofferenza<br />
e delle privazioni. Uno di questi<br />
è il carcere, dove ogni giorno la<br />
parola civiltà deve essere alimentata,<br />
sostenuta, tenuta in vita, con<br />
rigore e perseveranza, da chi vi<br />
opera e da chi è in stato di detenzione.<br />
Una condizione quella dei<br />
reclusi che ha bisogno di essere<br />
rivitalizzata anche dall’esterno:<br />
con l’intervento degli uomini liberi,<br />
che non devono rimanere indifferenti,<br />
come se il carcere fosse<br />
altro da loro, un luogo distante.<br />
A sostegno dei detenuti stranieri,<br />
che in Italia sono circa 17mila<br />
e rappresentano il 30% della<br />
popolazione carceraria, tra cui<br />
marocchini, albanesi, tunisini,<br />
romeni e algerini.<br />
L’Ong – Voci di Popoli del Mondo,<br />
inaugura una raccolta permanente<br />
di libri in lingua straniera da destinare<br />
a tutti i reclusi.<br />
Il progetto, esteso sul territorio<br />
nazionale, prevede la raccolta di<br />
riviste e volumi, principalmente<br />
romanzi, poesie, opere contemporanee<br />
e grammatiche in lingua<br />
originale per lo studio dell’italiano.<br />
La prima donazione è<br />
diretta alla biblioteca centrale di<br />
Rebibbia “Papillon” e si pone l’obiettivo<br />
di fornire i testi principalmente<br />
in ungherese, polacco,<br />
bulgaro, serbo, croato, turco,<br />
spagnolo e portoghese, lingue<br />
maggiormente compatibili con<br />
l’utenza media dei detenuti.<br />
«L’iniziativa – spiega la responsabile<br />
del progetto, Igiea Lanza<br />
di Scalea - creando un contatto<br />
tra donatori e le biblioteche<br />
centrali delle istituzioni penitenziarie,<br />
desidera realizzare<br />
una connessione tra la realtà<br />
carceraria e quella della restante<br />
società “libera”».<br />
I detenuti stranieri sono vittime di<br />
un percorso di esclusione che inizia<br />
prima del carcere, e continua<br />
poi all'interno delle strutture che<br />
dovrebbero riabilitarli. Molti di<br />
essi sono clandestini, <strong>senza</strong> permesso<br />
di soggiorno o colpevoli di<br />
piccoli reati. Devono scontare due,<br />
cinque o dieci anni, ma per loro è<br />
più difficile rispetto a molti italiani,<br />
ottenere il rito alternativo e lo<br />
sconto di pena. Perché sono<br />
immigrati in un Paese straniero. I<br />
più non ricevono visite. Sono condannati<br />
ad un isolamento totale<br />
dalle circostanze.<br />
Abbandonati a sé stessi, dietro le<br />
sbarre, compiono atti di autolesionismo.<br />
Per giustificare le loro azioni<br />
sanno solo rispondere tra l’altro:<br />
«Non riuscivo ad avere alcun contatto<br />
con la famiglia». Spesso,<br />
infatti, in una cella di tre metri per<br />
due convivono più persone, il<br />
tempo non passa mai, è vuoto,<br />
Chi è VPM<br />
Voci popoli del mondo è un’associazione<br />
presente in Africa<br />
da oltre 25 anni con progetti di<br />
cooperazione e sviluppo in<br />
ambito sanitario e agricolo,<br />
sostenuta da istituzioni pubbliche<br />
e private. Ha già realizzato<br />
progetti in Mali, Kenya e<br />
Brasile. Negli ultimi anni,<br />
opera in Corno d'Africa dove<br />
gestisce progetti ospedalieri in<br />
Eritrea, Etiopia e Somalia.<br />
Inoltre, sostiene le aree colpite<br />
recentemente da crisi belliche.<br />
inutile. Non ci sono abbastanza<br />
lavori da assegnare a tutti e così si<br />
finisce per fare i conti con lo<br />
sconforto e con la voglia di morire.<br />
Certo, chi ha sbagliato deve pagare<br />
ma non per questo deve essere<br />
privato di dignità. Poter leggere un<br />
libro nella propria lingua sarebbe<br />
un passo verso l’esistenza civile, da<br />
concedere anche se chi è colpevole<br />
è un immigrato. Il carcere rappresenta<br />
l’altra faccia del salotto<br />
buono, con cui fare i conti fino in<br />
fondo. Ma è pur vero che la civiltà<br />
comprende tutto e tutti, altrimenti<br />
non si potrebbe definire tale. Un<br />
libro può rendere sopportabile,<br />
meno crudele questo luogo. Un<br />
libro in cui la parola civiltà lasci<br />
intravedere, seppure in lontananza,<br />
un disegno di libertà. Si dice<br />
che la lettura nobilita l’animo,<br />
dunque è un peccato negarla a chi<br />
ne sente il bisogno per evadere da<br />
una tremenda realtà.<br />
Pagina a cura di<br />
VALENTINA BELLO<br />
Contatti<br />
La sede “Vpm” dove si<br />
effettuerà il banco raccolta e<br />
smistamento libri, è sito in via<br />
Lugnano di Teverina 9 a Roma.<br />
Per sostenere l’iniziativa contattare<br />
i seguenti referenti<br />
locali: Milano, Simona Galisi<br />
(333 7802316) Roma, Igiea<br />
Lanza (3395778637) Salerno,<br />
Simona Sabato (3402447023)<br />
Co<strong>senza</strong>, Gabriella Occhipinti<br />
(388 6536112) Palermo, Maria<br />
Eugenia Lo Bue (347<br />
2436323)<br />
Igiea Lanza di Scalea è presidente<br />
dell’Ong – Voci di<br />
popoli del mondo, nonché<br />
responsabile del progetto<br />
“Papillon”.<br />
Com’è nata l’iniziativa?<br />
Da sempre abbiamo rivolto<br />
un pensiero ai reclusi stranieri.<br />
Il vissuto detentivo è<br />
oltremodo complesso, se<br />
pensiamo ad un immigrato<br />
lontano dalla famiglia e non<br />
alfabetizzato. La carcerazione,<br />
dunque, diventa una<br />
sfida alla sopravvivenza.<br />
L’idea di raccogliere testi in<br />
lingua straniera è nata da<br />
una precedente esperienza<br />
a Rebibbia, quando nel<br />
discutere con il personale<br />
del carcere, abbiamo appreso<br />
della carenza di libri non<br />
in italiano. Il nostro banco<br />
di raccolta raggruppa volumi<br />
in tutte le lingue, anche<br />
quella magrebina, in questo<br />
caso richiesta specifica<br />
della biblioteca.<br />
Si stanno ottenendo risultati<br />
positivi?<br />
È molto difficile reperire<br />
letture in specifiche lingue,<br />
dunque, stiamo cercando<br />
prevalentemente contatti<br />
con ambasciate, consolati,<br />
centri culturali e accademie.<br />
Ogni stampa recupe-<br />
La responsabile Igiea Lanza<br />
«Immigrati<br />
con dignità»<br />
rata rappresenta per l’associazione<br />
un passo in avanti.<br />
Abbiamo riscontrato un<br />
interesse a doppio senso. In<br />
negativo, dai quanti confiderebbero<br />
nell’espulsione immediata<br />
dei prigionieri stranieri,<br />
ma anche in positivo<br />
grazie alla partnership del<br />
Global university network e<br />
agli sponsor che hanno aderito<br />
al progetto: l’Aiasu, la<br />
casa editrice “Pensa Multi-<br />
Media”, la masseria “La<br />
Madonnina” e i referenti<br />
locali, preziosi volontari,<br />
impegnati ognuno nella<br />
propria area di riferimento.<br />
Le piccole realtà penitenziarie,<br />
infatti, possono avanzare<br />
richieste di pochi volumi<br />
facilmente reperibili.<br />
Come si potrebbe migliorare<br />
la situazione?<br />
Puntando sui mediatori<br />
sociali e culturali, potenziando<br />
i corsi di alfabetizzazione,<br />
i corsi di formazione<br />
professionale e, infine,<br />
educandoci allo scambio<br />
culturale, all’uguaglianza<br />
e al rispetto dei diritti<br />
umani.<br />
In veste di presidente Aiasu<br />
(Associazione internazionale<br />
per le applicazioni<br />
delle scienze Umane) il criminologo<br />
e docente di E-<br />
ducazione degli adulti ed<br />
Educazione permanente<br />
alla facoltà di Lettere e<br />
Filosofia dell’Università della<br />
Calabria, Francesco Bruno,<br />
esprime il suo giudizio<br />
in merito all’iniziativa.<br />
« Il fenomeno della popolazione<br />
detenuta straniera ad<br />
oggi - dice - raggiunge circa<br />
il 40% della realtà carceraria<br />
ed è in crescita continua.<br />
Il cosiddetto trattamento,<br />
già difficilmente<br />
attuabile a fronte delle gravi<br />
condizioni in cui versa il<br />
nostro sistema penitenziario,<br />
diviene ancora più<br />
complesso a fronte di un’utenza<br />
straniera in crescita<br />
continua: nella fattispecie,<br />
da più parti si segnala la<br />
carenza di personale e<br />
ancor più grave, la carenza<br />
di personale multilingua. Il<br />
detenuto straniero, già<br />
“penalizzato” proprio perché<br />
immigrato, si vede<br />
limitato alla fruizione dei<br />
suoi stessi diritti, anche dei<br />
più elementari».<br />
Il criminologo Francesco Bruno<br />
«Poche righe<br />
per evadere»<br />
«Appoggiamo quest’iniziativa<br />
perché nella sua semplicità<br />
riveste comunque un<br />
forte impatto tratta mentale:<br />
un buon libro facilita lo<br />
sviluppo di capacità cognitive,<br />
tecniche, sociali e<br />
pedagogiche – conclude il<br />
dott. Bruno - può agevolare<br />
la persona reclusa ad una<br />
possibile trasformazione<br />
(che può trovarsi allo stadio<br />
iniziale di un possibile cambiamento)<br />
e non ultimo, la<br />
lettura colma i vuoti di un<br />
vissuto detentivo contribuendo<br />
anche ad una strutturazione<br />
morale di chi ne<br />
fosse deficitario».<br />
Francesco Bruno, svolge<br />
un’intensa attività mediatica,<br />
è docente di Criminologia<br />
e di Psicopatologia forense<br />
in varie sedi universitarie.<br />
Attento alle tematiche<br />
politiche, sociali e di formazione,<br />
ripropone la centralità<br />
e la soggettività dell'uomo,<br />
modello che la<br />
società delle nuove tecnologie<br />
sembra ridurre.