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Malati e senza fissa dimora

Numero 57 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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22 Domenica<br />

11 marzo 2012 RUBRICHE<br />

“Illuminati collezionisti<br />

e generosi privati<br />

restituiranno<br />

ricordi di aree,<br />

di famiglie,<br />

di materiali<br />

privilegiando<br />

soprattutto le immagini”<br />

I luoghi del sapere<br />

La collana dell’editore “areablu” raccoglie le testimonianze visive,<br />

scritte e orali del territorio campano per vivere passato e futuro<br />

“Luoghi” è il titolo di una collana che<br />

raccoglie le testimonianze visive, scritte<br />

e orali del territorio campano. Essa<br />

nasce da un rapporto tra ricerca e<br />

luogo, tra molteplici e differenti soggetti<br />

impegnati nel comune interesse per<br />

le ricostruzioni culturali.<br />

Sono ormai numerosi anni che l'attenzione<br />

per questo tipo di fonti ha visto l'impegno<br />

di molti studiosi in varie città italiane,<br />

La collana vuole essere un contenitore di<br />

approfondimento che si avvale della disponibilità<br />

di illuminati, collezionisti e<br />

generosi privati per restituire ricordi di<br />

aree, di famiglie, di materiali attraverso le<br />

più varie testimonianze, privilegiando<br />

soprattutto le immagini. Partendo da esse<br />

(incisioni, foto, cartoline, manifesti), conservate<br />

generalmente alla rinfusa, si opera<br />

una divisione per soggetto e una scansione<br />

informatica che permette un utilizzo e una<br />

possibilità di elaborazione <strong>senza</strong> timore<br />

per la conservazione, consentendo un rapporto<br />

di interconnessione molto più libero<br />

e flessibile con i testi relativi. Ser-vendosi;<br />

infatti, di testimonianze di ogni genere<br />

(documenti, libri, cartoline, giornali,<br />

appunti, interviste) vengono individuate<br />

alcune aree sulle quali far convergere i<br />

materiali visivi. Inizia così un lavoro di<br />

volta in volta diverso, perché differenti<br />

sono gli ambiti, le immagini, le domande<br />

alle quali possono rispondere gli "oggetti"<br />

rinvenuti. Identica, però, è la metodologia<br />

che parte dalla necessità di evitare all'oblio<br />

di coprire o disperdere quei piccoli dettagli<br />

che "ci raccontano". II rischio più grande<br />

è la riduzione della memoria con identificazioni<br />

errate o con la perdita di materiali<br />

rappresentati, siano essi soggetti o<br />

oggetti. Ogni intervento sulla memoria<br />

richiede, inoltre, un atto creativo e una<br />

misura, sia che si utilizzi la viva testimonianza<br />

del documento visivo, sia che si<br />

guardi a documenti testuali.<br />

Quando, ai fini di un racconto, si assemblano<br />

in nuove sequenze decontestualizzate,<br />

l'atto creativo riguarda proprio la<br />

concatenazione di significato, nonché i<br />

rimandi e le associazioni che ne scaturiscono.<br />

La misura consiste, invece, nello<br />

scegliere con rispetto una delle possibili<br />

letture dell'immagine, evitando ogni stravolgimento<br />

del dato originario. Selezionare<br />

da fonti eterogenee, allo scopo di<br />

restituire memorie materiali<br />

di ogni genere, esige<br />

un lavoro di interpretazione<br />

a favore del racconto:<br />

un dialogo tra immagine e<br />

testo, dove alternativamente<br />

ora è la prima ad<br />

imporsi perché icona e,<br />

quindi, al testo viene<br />

richiesta una riflessione<br />

successiva, ora è l'immagine<br />

ad assumere un ruolo<br />

didascalico. Dietro questo<br />

intreccio vi è il rapporto<br />

complicato ira immagine e<br />

testo che nel recuperare il<br />

passato guarda al futuro.<br />

a cura di<br />

GIORGIA MENNUNI<br />

Sì alle parole inglese<br />

Ma a modo nostro<br />

Noi italiani siamo particolarmente presuntuosi<br />

soprattutto quando ci atteggiamo a grandi conoscitori<br />

della nostra lingua. Quando siamo convinti<br />

di parlare nel modo corretto, di utilizzare le<br />

parole giuste, di fare un uso aulico e aggraziato<br />

della grammatica è la volta buona che invece<br />

commettiamo gli errori peggiori. E per giunta<br />

non ce ne accorgiamo.<br />

Pensiamo ad esempio a quando usiamo le parole<br />

inglesi e le inglobiamo nel nostro linguaggio.<br />

Computer, film, mouse, floppy disk, weekend.<br />

Ormai sono entrate nel gergo di tutti i giorni e il<br />

loro significato è noto a tutti. È come se fossero<br />

parole italiane eppure, sapendo che così non è, la<br />

tendenza comune è quella di utilizzarle mantenendo<br />

le regole della lingua originale (in questo<br />

caso l’amato-odiato inglese). Cosa sbagliatissima.<br />

Paradossalmente questo errore è più frequente<br />

quando a parlare sono proprio loro: i<br />

dotti, i sapienti, i vanesi conoscitori della lingua e<br />

delle lingue. I computers sono il nostro futuro,<br />

stasera vorrei affittarmi alcuni films, durante i<br />

weekends vado sempre a fare gite fuori porta. La<br />

regola aurea della lingua inglese e che ogni nome<br />

quando è plurale acquisisce una “s” a fine parola.<br />

Tutti lo sanno.<br />

Ma non tutti sanno che la grammatica italiana<br />

vuole che ogni parola da essa utilizzata segua le<br />

regole nostrane e non quelle della lingua originale.<br />

Semplice, logico e anche comprensibile se si<br />

pensa che è vero e più diffuso il contrario. Perché<br />

tutti gli inglesi sanno che, se usano le nostre<br />

parole, devono adeguarle alla propria grammatica.<br />

Loro il sabato sera si mangiano due pizzas a<br />

testa, amano fare colazione con due cappuccinos<br />

o – a seconda dei gusti – due espressos, per non<br />

parlare poi di quante mozzarellas si mangerebbero<br />

se potessero.<br />

È vero in inglese ed è vero in italiano. Però gli<br />

inglesi lo sanno mentre noi un po’ meno. La<br />

grammatica vuole che ogni lingua mantenga<br />

sempre le proprie regole e conservi la dominanza<br />

sulle altre lingue anche quando l’uso comune<br />

vuole che inglobi parole straniere. Una prevaricazione<br />

per alcuni giusta ma per altri spagliata.<br />

Ma così è e bisogna saperlo per non cadere in<br />

gaffe e non apparire come tronfi disconoscitori<br />

dell’italiano.<br />

lavoro<br />

“FareTurismo”<br />

a Salerno<br />

Offrire orientamento alla scelta universitaria e<br />

opportunità di lavoro, ma anche contribuire allo<br />

sviluppo delle politiche turistiche, sono questi gli<br />

obiettivi di “FareTurismo”. L’evento, ideato e organizzato<br />

dalla “Leader sas” di cui è responsabile<br />

Ugo Picarelli, si svolge a Salerno dall’8 al 10<br />

marzo, dalle ore 10 alle 18.<br />

Presso il Complesso di Santa Sofia, sede del salone<br />

espositivo, Istituzioni, Enti, Organizzazioni di<br />

Categoria e Associazioni Professionali, Università<br />

e Scuole di Master illustrano le opportunità<br />

occupazionali. I colloqui di orientamento sono<br />

fatti con i Centri Provinciali per l’Impiego e la rete<br />

Eures. In calendario l’appuntamento con “I<br />

Grandi Viaggi”, “Il Gruppo Digitale” e “Valtur”<br />

per il recruiting del personale che lavorerà nei villaggi<br />

la prossima estate. Ed ancora: i seminari di<br />

aggiornamento professionale; il convegno “Formazione<br />

scolastica, universitaria e professionale<br />

nel turismo”, i colloqui di selezione con i responsabili<br />

delle risorse umane di prestigiose aziende<br />

turistiche e tour operator. Un centinaio le opportunità<br />

di lavoro. Per l’hotellerie occhio puntato<br />

su: vicedirettori, capiricevimento, addetti al ricevimento<br />

e al desk office, governanti, sales manager,<br />

responsabili marketing, night audit, chef,<br />

pasticcieri, capipartita, maitre, camerieri di sala,<br />

barman, manutentori, facchini; per il tour operating<br />

e l’intermediazione: addetti al booking,<br />

responsabili commerciali, promotori, assistenti<br />

turistici, responsabili amministrativi. Prospettive<br />

concrete anche per fotografi ed estetiste. Per informazioni:<br />

www.fareturismo.it/2012

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