Malati e senza fissa dimora

SPORT
Domenica 11 marzo 2012
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A Fuorigrotta vi è un parcheggio sotterraneo mai utilizzato con 2000 posti auto
Il Comune vuole riaprirlo. L’assessore Tommasielli: sarà un vantaggio per la città
C’è da spostare una macchina
Dove sono finiti i soldi pubblici e
perché le infrastrutture non vengono
utilizzate anche se costruite?
E’ il dilemma di ogni italiano che
non se ne capacita e che deve, oggi
ancor di più, stringere la cinghia
per pagare le tasse ( l’equazione
tasse uguale miglioramenti dei
servizi e delle infrastrutture in
Italia non esiste). Ebbene sì, negli
anni addietro si sono costruite
“mostruosità” architettoniche mai
venute alla luce. Le infrastrutture
costruite e mai utilizzate pesano
come la spada di Damocle sulla
collettività (ahi il debito pubblico).
Allora ecco un esempio di tutto
ciò: correva l’anno 1988 e lo
Stadio San Paolo beneficiava di
finanziamenti per la ristrutturazione
non solo dello stesso
impianto, ma, anche per la riqualificazione
della zona circostante.
Fu allora che si decise di costruire
un parcheggio multipiano sotterraneo,
di quasi 2000 posti, per
garantire una viabilità più scorrevole,
facilitare la vita per i residenti
della zona e rendere migliore il
transito delle auto in prossimità
del l’impianto in vista delle partite
della Nazionale italiana e del
Napoli. L’opera, che è costata circa
5 miliardi delle vecchie lire, non è
mai venuta alla luce. A criatura
nun è nata. Anzi moltissimi non
ne sanno nemmeno l’esistenza. Il
progetto prevedeva un parcheggio
sotterraneo: facendo un sopralluogo
si possono notare le colonnine
per il biglietto, i posti auto e
quelli autorità, i passaggi di entrata
e uscita per le auto ma il tutto
non è agibile e non è stato stato
utilizzato neanche per parcheggiare
la moto di topo Gigio.
Quindi abbiamo interpellato l’assessore
allo Sport, Pina Tommasielli,
che ha dato alcune delucidazioni
sulla vicenda. Per quan-
Caos Viabilità
per i cittadini
La situazione dei parcheggi
a Fuorigrotta è insostenibile.
Una giungla invivibile per
chi ci abita. I tifosi vanno
allo stadio
non sapendo
dove parcheggiare
l’auto e finiscono
con il
sostare nei
modi più assurdi.
A farne
le spese sono
i cittadini che
diventano
prigionieri in
casa propria. C’è poi il problema
dei parcheggiatori
abusivi che chiedono dai 5
ai 10 euro per “custodire”
l’auto e 3 euro per il casco.
Addirittura, ora, gli abusivi
parcheggiano i caschi dei
tifosi nelle macchine per poi
ridarli a fine partita. Un vero
e proprio giro di danaro che
va a gonfiare le casse della
Una panoramica
dello Stadio San Paolo
e in basso
l’assessore comunale allo
Sport
Pina Tommasielli
ca-morra,con i vigili che
non possono coprire l’ampia
zona nei dintorni dello
stadio. Ma la situazione
non cambia
negli altri
giorni della
settimana,
con il parcheggio
che
diventa un
miraggio per
coloro che
lavorano
nella zona e
con la viabilità
che ne
risente ogni giorno.
Il parcheggio “dei misteri”
avrebbe risolto la
maggior parte dei problemi
con entrate per il
comune, una viabilità
più scorrevole e meno
disagi per i residenti.
Ma, come succede sempre
in Italia, è lì e rimane
nel dimenticatoio.
Nuovo impianto
o ristrutturazione
Uno stadio nuovo realizzato
in un'area strategica di
Napoli o il San Paolo completamente
rinnovato.
Queste le
due opzioni
per contribuire
ad ammodernare
e
a far disputare
le partite
del Napoli in
un catino di
gioco più accogliente
rispetto
all’ormai fatiscente
San Paolo.
Uno stadio, «per il popolo
e per mezzo del popolocome
dice il sindaco De
Magistris - un tema cosi'
importante deve essere
partecipato e trasparente
nelle procedure».
Dai progetti e dagli incontri
si passa ora «ai fatti» ed
e' un appello che il sindaco
fa «non solo ai politici, ma
Il San Paolo nasce negli anni
’50 da un progetto di Carlo
Cocchia ed era uno stadio
avveniristico per il suo stile
e la sua eleganza.
Nel
1988, prima
dei mondiali
’90 e grazie ai
finanziamenti
statali che
hanno contribuito
all’ammodernamento
degli impianti,
lo stadio fu
ampliato e dotato di una
copertura: il risultato è stato
uno scempio con una struttura
in ferro abominevole.
Tutta colpa del ferro, spiega
Pino Squillante, uno degli
architetti che aveva presentato
il progetto, al Corriere
del Mezzogiorno. Il lavoro
del professionista napoletano
era più elegante ed eco-
to riguarda i parcheggi l’assessore
ha voluto affermare «l’intenzione
del Comune a riqualificare la zona
intera e non solo i parcheggi
facendo notare che i parcheggi
non sono mai stati collaudati nel
lontano ’89 e che la giunta dell’epoca
non ha avuto nessuna intenzione
a far partire l’iniziativa».
Oltretutto, continua la Tommasielli,
«i parcheggi venivano spesso
inondati dalla pioggia e dopo un’
analisi tecnica, fatta quest’anno, si
è avuto anche un raccordo fognario
risolvendo il problema. Essendo
il collaudo scaduto abbiamo
provveduto ad indire un regolare
bando di appalto per assegnarne
un altro, non solo a questa opera,
ma all’intero San Paolo, poiché
senza questo collaudo sono in
pericolo anche le partite del
Napoli». La Tommasielli, conclude,
dicendo che «l’intera popolazione
di Fuorigrotta, che oggi
vive come in una giungla, trarrà
benefici dalla riapertura del
parcheggio che potrà in qualche
modo diminuire il fenomeno
dei parcheggiatori abusivi e dei
barboni e drogati che di notte
irrompono nel sotterraneo».
Prendendo in esame questo scempio
vero e proprio, Monti, ha a-
vuto ragione nel non far assegnare
all’Italia le Olimpiadi del 2020.
Non si sa dove siano andati a finire
i soldi spesi per gli impianti
sportivi e visti i precedenti, tra
bustarelle per gli appalti e costruzioni
fantomatiche mai utilizzate,
perché creare un altro flusso di
danaro che avrebbe ingrossato le
tasche di gente senza scrupoli?
I RESIDENTI IL FUTURO DELLO STADIO I FINANZIAMENTI NEL ‘90
anche agli imprenditori»
che saranno coinvolti, in
caso di realizzazione di
una nuova struttura,
anche per il
vecchio
Stadio San
Paolo, inaugurato
nel
1959 e che
sara' incluso
nel
bando con
project financing.
Il calcio per
salvarsi
dalla crisi sollecita una
legge che consenta alle
so-cietà, e non ai
Comuni, di costruire gli
stadi.
L’idea di una struttura
moderna, magari a Ponticelli,
è molto suggestiva
e incontra gli interessi di
un’area illusa e delusa
che da vent’anni aspetta
di essere riqualificata.
Pagina a cura di
FRANCESCO GIORDANO
Uno scempio
architettonico
nomico di quello base.
L’azienda appaltatrice revocò
l’incarico. La gara per
la copertura dello stadio fu
vinta sulla
base di un
prezzo a corpo
che escludeva
però il
costo del ferro
che sarebbe
stato conteggiato
a
misura (più
ce n’era più si
guadagnava).
Il progetto di
Squillante pesava circa 2
milioni di chili di ferro,
quello realizzato invece
pesò oltre 8 milioni di chili,
ben quattro volte in più. Fu
così che circa 150 miliardi
di vecchie lire degli italiani
vennero utilizzati per i
mondiali di calcio del 1990
a fronte dei 67 del progetto
Squillante.