Malati e senza fissa dimora
Numero 57 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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ITALIA/MONDO Domenica 11 marzo 2012<br />
23<br />
Il sì delle istituzioni c’è, manca l’approvazione degli abitanti della Val di Susa<br />
Tav, linea ad alta tensione<br />
Scontri a raffica per i tormentati lavori sulla Torino-Lione: feriti e arresti<br />
Il ministro Cancellieri: il problema è politico e non di ordine pubblico<br />
Luca Abbà è un attivista del movimento<br />
No Tav. Ha 37 anni e il 28<br />
febbraio scorso è caduto da un traliccio<br />
dell'alta tensione durante le<br />
operazioni di allargamento del<br />
cantiere della linea ad Alta Velocità<br />
Torino-Lione, in località Chiomonte.<br />
La caduta è avvenuta a<br />
seguito di una folgorazione per<br />
contatto con i cavi del traliccio. Lo<br />
stesso attivista aveva minacciato di<br />
appendersi ai cavi se il rocciatore<br />
delle forze dell'ordine avesse provato<br />
a trascinarlo giù. Attualmente<br />
resta in coma farmacologico, in<br />
prognosi riservata, pur reagendo<br />
positivamente alle terapie somministrategli.<br />
L'incidente non è bastato<br />
a fermare il crescendo di violenze<br />
e scontri come quelli avvenuti il<br />
giorno dopo fino a tarda sera tra<br />
forze dell'ordine e manifestanti, nei<br />
pressi dello svincolo di Chianocco<br />
sull'A32, Torino Bardonecchia, che<br />
solo dopo tre giorni di occupazione,<br />
è tornata percorribile in entrambe<br />
le direzioni. Decine di feriti:<br />
29 agenti e 8 manifestanti tra cui<br />
anche due volti noti della protesta<br />
Alberto Perino e Nicoletta Dosio.<br />
Cinque i fermati: è il bilancio di un<br />
unica sera di violenze.<br />
Nel frattempo sono attesi altri<br />
momenti di tensione. Sembra quasi<br />
normale aspettare la prossima<br />
puntata della violenta fiction tav,<br />
dopo quelle che ci hanno consegnato<br />
immagini detestabili: la polizia<br />
in tenuta antisommossa che<br />
sfonda la porta a vetri di un bar per<br />
cercare attivisti, giornalisti aggrediti<br />
per aver esercitato il diritto di<br />
cronica, il manifestante che insulta<br />
l'agente della celere il quale non<br />
reagisce alle provocazioni e per<br />
questo riceve un encomio.<br />
C'è poi la storia Gian Carlo Caselli,<br />
procuratore capo della Repubblica<br />
a Torino. Non uno qualunque. Ha<br />
fatto parte della Commissione<br />
stragi nel '91 e da procuratore<br />
della Repubblica di Palermo ha<br />
fatto arrestare criminali del calibro<br />
di Gaspare Spatuzza e Leoluca Bagarella.<br />
Eppure nei giorni scorsi gli<br />
è stato più volte impedito di presentare<br />
il suo libro. Questo perché<br />
alcuni dei No tav (alcuni, cioè una<br />
parte di un movimento che ha<br />
salda consapevolezza di sé e ottime<br />
argomentazione per i suoi<br />
scopi), glielo hanno impedito. Il<br />
tutto perché ha firmato dei provvedimenti<br />
di arresto nei confronti<br />
di alcuni attivisti.<br />
C'è qualcosa di profondamente<br />
sbagliato in questa faccenda della<br />
Tav e si rende necessario comprendere<br />
le ragioni di quella che<br />
ormai è una problematica quasi<br />
quotidiana.<br />
Chi è a favore dell'opera tira in<br />
bal-lo la democrazia, cioè il fatto<br />
che si tratta di un progetto<br />
approvato democraticamente dai<br />
vari consessi rappresentativi<br />
eletti dai cittadini, italiani e piemontesi.<br />
In altre parole il<br />
Parlamento nazionale e il Consiglio<br />
regionale, fanno notare i<br />
promotori dell'opera, registrano<br />
una maggioranza a favore dell'Alta<br />
Velocità; c'è insomma il sì<br />
delle istituzioni, democratiche<br />
appunto. Ci sarebbero poi in<br />
ballo i finanziamenti europei<br />
legati alla costruzione dell'opera.<br />
Ma viene da pensare, sostengono<br />
i No tav, che qualcuno ci abbia<br />
investito denaro e abbia necessità<br />
di rientrare. Tangenti da<br />
ricompensare? Lo ipotizzano i<br />
più cinici.<br />
Democraticamente eletti però sono<br />
anche i rappresentanti della comunità<br />
montana della valle in questione.<br />
L'altra parte, quella che sostiene<br />
che l'accordo Italia-Francia<br />
preveda il consenso delle popolazioni<br />
locali (palesemente inesistente),<br />
e che il trasporto merci di quella<br />
tratta sia pienamente attivo prima<br />
della messa in funzione della<br />
Tav. E' la parte che registra come a<br />
fronte di una capacità di 200 treni<br />
per quella tratta ne circolino solo<br />
70. La questione dell'impatto ambientale<br />
è evidente: tra le altre problematiche,<br />
ricordiamo quella della<br />
pre<strong>senza</strong> di amianto nella zona<br />
interessata dagli scavi.<br />
Il ministro dell'Interno Annamaria<br />
Cancellieri aveva parlato della necessitò<br />
di dialogo sulla questione<br />
Val di Susa e forse il punto è proprio<br />
questo: la Tav deve essere trattata<br />
nuovamente come un problema<br />
politico non di ordine pubblico.<br />
E il fatto che debba esserlo deriva<br />
dalle varie ragioni di cui sopra.<br />
Caro amico<br />
ci lasci<br />
Dal 4 marzo del ’43, al primo<br />
marzo del 2012. Se ne va quasi<br />
chiudendo un cerchio uno dei<br />
più grandi cantautori italiani. Si<br />
è spento a Montreaux, in Svizzera,<br />
per un infarto, alla vigilia<br />
dei suoi 69 anni. Le scorse settimane<br />
era tornato a solcare il<br />
palco dell'Ariston dopo 40 anni,<br />
nella doppia veste di autore e<br />
direttore d’orchestra durante le<br />
esibizioni di Pierdavide Carone,<br />
per cui aveva scritto il brano<br />
“Nanì”. Musicista di formazione<br />
jazz, riscopertosi poi autore dei<br />
testi delle sue canzoni in una<br />
fase matura, suona da clarinettista<br />
e sassofonista, e talvolta da<br />
tastierista. Ha raccontato, attraverso<br />
poesia e suggestioni, Bologna,<br />
con brani indimenticabili<br />
come “Piazza Grande”. Nel 1986<br />
incide un altro grande successo:<br />
“Caruso”, per qualcuno l’ultimo<br />
classico della canzone napoletana,<br />
che Dalla amava moltissimo.<br />
Nel 1990 stupisce ancora, con u-<br />
na canzone di Ron, la filastrocca<br />
“Attenti al lupo”, che diventa uno<br />
dei suoi brani più conosciuti nonostante<br />
la critica storca il naso.<br />
Nel 2010 un concerto insieme<br />
con Francesco De Gregori, a<br />
trent'anni da Banana Republic.<br />
Dopo Slovacchia, Bulgaria e Ungheria anche il nostro Paese dà l’ok<br />
Croazia nell’Ue, Serbia in forse<br />
L’ingresso ufficiale in Europa è previsto per l’estate dell’anno prossimo<br />
Assieme al giorno 29 dovuto all'anno bisestile<br />
in corso, la fine di febbraio ha registrato quest'anno<br />
un'altra circostanza particolare ma di<br />
natura ben diversa, oltre che di rilevanza continentale.<br />
Il 28 febbraio scorso infatti il Senato ha<br />
ratificato il trattato relativo all'adesione della<br />
Repubblica di Croazia all'Unione europea, già<br />
approvato dalla Camera due settimane fa. Il<br />
tutto mentre, dopo duri negoziati, il consiglio<br />
Ue affari generali rendeva nota la decisione di<br />
accordare alla Serbia la possibilità di garantirgli<br />
lo status di Paese candidato.<br />
Per quel che riguarda la Croazia, il processo di<br />
adesione era stato avviato nel giugno del 2004 e<br />
sottoscritto a Bruxelles il 9 dicembre 2011. L'Italia<br />
è stato il quarto stato dopo Slovacchia,<br />
Bulgaria e Ungheria a ratificare e ha garantito<br />
dall'inizio un appoggio pieno. A margine dell'incontro<br />
a Palazzo Chigi con il primo ministro<br />
portoghese Pedro Manuel Passos Coelho,<br />
Monti ha infatti espresso tempestivamente la<br />
sua soddisfazione per l'atto del Senato: «L'Italia<br />
e la Croazia hanno relazioni storiche strette, e<br />
sono molto lieto che il nostro Paese sia tra i<br />
primi a ratificare il trattato», così come il ministro<br />
Terzi che si è detto “particolarmente lieto<br />
che l’impegno congiunto delle Istituzioni abbia<br />
consentito all’Italia di essere il primo Stato fondatore<br />
dell’Unione europea a ratificare il<br />
Trattato di adesione”. L'adesione a pieno titolo è<br />
prevista dal 1 luglio 2013.<br />
E' apparso più stentato invece il cammino della<br />
Serbia che però, in virtù di un più disteso<br />
momento di dialogo tra le autorità di Belgrado<br />
e quelle di Pristina, è riuscita ad ottenere un via<br />
libera al processo che porta all'acquisizione<br />
dello status di Paese candidato. Non c'è però<br />
solo l'ancora scottante questione Kossovo a<br />
mettere i bastoni tra le ruote della Serbia (ricordiamo<br />
che Belgrado non ha ancora riconosciuto<br />
l'indipendenza della regione). La Romania,<br />
infatti, ha opposto una ferma resistenza chiedendo<br />
garanzie per la minoranza romena nel<br />
Paese, anche se il leader serbo, Boris Tadic, ha<br />
fatto sapere che la sua nazione non accetterà<br />
condizioni impossibili e non rinuncerà ai suoi<br />
principi. Senza contare poi la forte componente<br />
nazionalista che ovviamente continua tuttora<br />
ad opporre resistenza. Gli attivisti del partito<br />
radicale serbo Srs hanno già presentato una<br />
petizione anti Ue firmata, secondo gli organizzatori,<br />
da 200 mila persone che e' stata consegnata<br />
al presidente Tadic. “La Ue è una decisione<br />
catastrofica e la via euroatlantica e' un suicidio<br />
per la Serbia” hanno detto fra l'altro i manifestanti.<br />
Senza contare che i vari Mladic, Milosevich<br />
sono ancora considerati eroi nazionali.<br />
Si tratta di una singolare circostanza cronologica<br />
per due Paesi che, loro malgrado, sono spesso<br />
stati costretti a convivere. Erano insieme con<br />
Pagina a cura di<br />
MATTEO MARCELLI<br />
LUCIO DALLA<br />
l'Impero austroungarico e poi nella Repubblica<br />
Socialista Federale di Jugoslavia di Tito alla cui<br />
morte proprio la rivalità tra i due Stati, fece<br />
scoppiare una tra le più terribili guerre europee<br />
dopo la fine del primo conflitto mondiale. Vivevano<br />
insieme a Vukovar teatro di un terribile<br />
assedio da parte dell'esercito serbo e in Bosnia<br />
a Mostar il cui famoso ponte distrutto divenne<br />
il simbolo del conflitto tra i due popoli.<br />
Uno strano destino, che ha visto questi due<br />
stati così vicini e così nemici, ha fatto sì che a-<br />
desso una nuova autorità sovranazionale possa<br />
in futuro rivederli uniti. La speranza è che quest'atto<br />
possa un giorno portare alla ricostruzione<br />
di una convivenza civile libera dallo sciovinismo,<br />
simboleggiata, magari, proprio dal ponte<br />
di Mostar ricostruito di recente.<br />
L’ANGOLO<br />
Va ora in onda: lo “scippo”. Da Frattamaggiore,<br />
con stupore, al mondo, passando per<br />
YouTube. Due “signori” (in auto) rapinano e<br />
malmenano una donna, ma una camera di<br />
sorveglianza li riprende. Nulla di nuovo, a<br />
parte il prepensionamento dello scooter, se<br />
non che a mettere online il filmato è il figlio<br />
della vittima. Napoli far west? Allora via<br />
all’effetto wanted: duemila euro a chi li riconosce.<br />
Si taglia così ogni dubbio: il grande occhio<br />
esiste, e ha visto anche che le avete quasi<br />
prese dalla signora. Pietro Esposito