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Italia a Tavola Giugno 2020

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il direttore<br />

Alberto Lupini<br />

Sagre, smartworking e pochi turisti<br />

Nei centri storici il ristorante muore<br />

Il dopo lockdown conferma le più negative previsioni. Fra bar e ristoranti almeno uno su dieci non<br />

ha riaperto. Siamo alla metà degli incassi pre chiusura (anche con asporto e delivery). Ma nei centri<br />

storici si arriva al più al 20-25% per la scomparsa dei turisti e per la mancanza di statali, bancari e<br />

universitari che restano a casa in smartworking. Degli hotel, salvo al mare o in montagna, ne hanno<br />

riaperto non più di 3 su 10. E non va certo meglio per le discoteche che, anche se con qualche timida riapertura<br />

all’aperto, pagano il dazio del distanziamento, incompatibile con il ballo e il divertimento.<br />

In più c’è il clima di paura alimentato per mesi da tv e internet e i consumatori, con minori risorse per la<br />

crisi, sono cauti prima di entrare in un pubblico esercizio. Intanto solo un’azienda su 4 è riuscita ad ottenere<br />

finanziamenti dalle banche. La cassa integrazione finora non è stata data ai dipendenti di 4 imprese su 10. E<br />

se non fosse stato per gli interventi dei sindacati, Fipe per prima, sarebbe magari saltata quest’estate. Insomma<br />

un vero disastro e si può ben capire perché il grido di allarme delle imprese sia ormai un urlo a cui potrebbe<br />

seguire una rivolta, mentre siamo storditi dal silenzio assordante della classe politica che, al Governo come<br />

nelle Regioni, sembra occuparsi del nostro mondo solo perché tirata per i capelli.<br />

Questa crisi drammatica vede anche molte mense aziendali chiuse o con forti riduzioni, insieme al blocco<br />

del mondo del catering e degli eventi. E cosa si inventano i politici? L’apertura delle sagre, il simbolo degli assembramenti<br />

e in genere di un’igiene sommaria e di evasione contributiva, salvo quelle “di qualità” gestite<br />

dalle Pro loco (meno di una su 4). Un calcolo per soddisfare il sottobosco politico, a destra come a sinistra, con<br />

la scusa che... tanto il virus sarebbe indebolito. Già, ma se lo è, vale per tutti, non solo per chi organizza sagre!<br />

Fra sagre e smartworking ce n’è abbastanza per dare un colpo di grazia a tutto il mondo della ristorazione<br />

e dell’ospitalità.<br />

È tempo di considerazioni amare, ma doverose. Prima della pandemia avevamo più volte scritto che<br />

c’erano troppi locali in cui si somministra cibo o si può dormire. Persino nelle boutique si è arrivati a vendere<br />

cibo e in casa si inventano gli home-restaurant o si affittano in nero le camere da letto.<br />

Occorre ripensare questo sistema. Va rivisto un modello economico sbagliato e accettare l’idea che dobbiamo<br />

“asciugare” il comparto. Gli incassi di prima non torneranno più per un bel po’ e la torta non può più<br />

essere divisa come prima. È amaro doverlo scrivere, ma l’<strong>Italia</strong> in queste situazioni non può avere quasi 3<br />

volte più dei locali della Francia. Si deve valorizzare la professionalità, la qualità e la sicurezza. Non è più il<br />

tempo di qualche guadagno marginale fuori dalle regole. Si devono fare economie di scala e capire che ad<br />

esempio, se non torneranno le masse dei turisti di un tempo (spesso con pochi soldi) e se il lavoro da casa resterà<br />

una regola, gli incassi di certi locali dei centri storici non basteranno certo a coprire gli elevati costi degli<br />

affitti. Con il che si innescherà un ulteriore degrado socio-economico in cui solo la criminalità avrà da guadagnare.<br />

Ce lo possiamo permettere?<br />

La mancanza<br />

di clientela sta<br />

assestando<br />

un ulteriore colpo<br />

alla ristorazione già<br />

provata a causa<br />

dei mesi<br />

di lockdown.<br />

L’apertura<br />

delle sagre, poi,<br />

costituirà<br />

un ulteriore<br />

danno. Bisogna<br />

ripensare il sistema,<br />

valorizzando<br />

la professionalità,<br />

la qualità<br />

e la sicurezza.<br />

Basta con<br />

la concorrenza<br />

sleale e le attività<br />

fuori dalle regole<br />

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