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LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori

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La mamma con il passeggino si ostinò ad avanzare nel pruneto<br />

di braccia, piedi, gomiti. A volte, rapita da un raptus, avrebbe desiderato<br />

conquistarsi un passaggio nella ressa a colpi di scimitarra.<br />

In un arrembaggio, come Jolanda, la figlia del corsaro nero.<br />

Altre volte, quando la sua rabbia era più contenuta, avrebbe voluto<br />

pilotare un carro falcato e aprirsi un varco in quell’am-masso<br />

di carne. Non era semplice procedere, senza un carro armato,<br />

su un angusto marciapiede pullulante di braccia che sgomitavano<br />

per arrivare al lavoro. Era come seguire, senza salvagente, un<br />

torrente in piena, parallelo ad un altro che scorreva in senso contrario:<br />

insomma, due torrenti di decine di pedoni frettolosi…<br />

D’altra parte, è strano parlare di fiumi in una città che non ne ha.<br />

Tutti i borghi lontani dal mare, infatti, hanno almeno un ruscello<br />

che vi scorre in mezzo. Questa città, invece, si muove attorno a<br />

fiumi di gente che fluttuano in meno di due metri di asfalto, talvolta<br />

in un metro solo. Camminare sul marciapiede sarebbe potuto<br />

sembrare facile o persino banale, se a farlo non fosse stata<br />

una donna minuta con un bambino. Il piccolo avrebbe potuto benissimo<br />

procedere sulle sue gambine, ma col rischio di essere<br />

travolto o urtato dalla fiumana; sarebbe stato scaraventato oltre il<br />

marciapiede, sulla strada, dove sfrecciavano dei mostri metallici<br />

che avevano ormai risucchiato l’anima dei loro proprietari: viaggiatori<br />

che si erano fusi come i centauri in un essere, per metà<br />

auto e per metà uomo, che dai polmoni eruttava smog. La mamma<br />

dovette allora riporre la sua piccola creatura in un passeggino,<br />

occupare così quasi due corsie dell’affollato marciapiede e<br />

attirarsi gli sguardi inviperiti dei pedoni.<br />

Ogni giorno, su quel maledetto marciapiede, la donna con il<br />

passeggino si attirava i soliti rimproveri e improperi dei passanti.<br />

Avrebbe voluto balzare su una scopa e decollare, sfrecciare oltre<br />

i pinnacoli della cattedrale gotica, ma le magie si compiono solo<br />

negli spettacoli cinematografici o nelle fantasie epifaniche calzate<br />

da un bambino. Un pomeriggio, presso porta Venezia, un giovane<br />

con il cappello da basket smise di cincischiare con il<br />

“game” del suo cellulare e le brontolò addosso:

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