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LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori

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CAPITOLO 12<br />

Su un filo senza capo<br />

Eva, la moglie del favoliere, si rese conto che da troppi capitoli<br />

era ferma in bagno. Che la smettesse di specchiarsi, se non voleva<br />

che i lettori si scordassero di lei: era tempo che uscisse da<br />

quelle ceramiche linde come pagine vuote per tornare sulla scena,<br />

senza timore di imbrattarsi d’inchiostro o di smog. La donna<br />

chiuse i rubinetti della doccia, indossò l’accappatoio, abbandonò<br />

le calde pareti del bagno e poi, subito, con i capelli ancora umidi,<br />

neri e lucidi come l’inchiostro appena stampato, lasciò le mura di<br />

casa. La donna spinse la porta dietro di sé, con la stessa leggerezza<br />

con cui si volta pagina. Uscì in strada in accappatoio? No, era<br />

assonnata, aveva fretta, ma non fino al punto da essere così sbadata.<br />

Eva varcò la frontiera oltre cui la sua sete, o la sua carta di<br />

identità, a nulla sarebbero valse per elevarla al di sopra dell’ano-<br />

nima moltitudine, quella calca per la quale si riduceva a due<br />

gambe e due gomiti in ritardo, in corsa verso la metropolitana.<br />

Calpestò una donna adagiata sul marciapiede, senza accorgersi<br />

che era una madonna affrescata da un madonnaro. Oltrepassò il<br />

semaforo rosso scansando due auto, un camion e una bicicletta<br />

che non sapevano se frenare o travolgerla. Ma occorreva essere<br />

più arditi, il metrò non attendeva, non apprezzava quei tardivi<br />

tentativi di coraggio, ben sapendo che il vero eroe si dimostra<br />

tale affrontando la marea della ressa urbana. Si buttò oltre il ponte<br />

levatoio del vagone della metropolitana, eludendo per un nanosecondo<br />

le porte che si proponevano di stritolarla. Le paratie si<br />

chiusero implacabili, inghiottendo la protagonista nel gigantesco<br />

mostro metallico, la balena che si tuffò negli alienanti abissi della<br />

città, ma l’eroina continuò anelante a galleggiare nei sogni<br />

della sua vasca da bagno… finché parole che annunciavano orrore<br />

la scuoterono dal suo torpore: “Ritrovato corpo squartato”, “Il<br />

giallo della testa mozzata”, “Sul luogo del delitto gli inquirenti

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