LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori
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l’aggressore. I soldati dovettero abbandonare le ruspe per dare la<br />
caccia ai guerriglieri arroccati sugli alberi come fossero torri di<br />
una reggia. Sulla testa di Yanez fu messa una taglia, ma lui riusciva<br />
sempre a dileguarsi protetto dal labirinto di tronchi. Per<br />
catturarlo avrebbero dovuto abbattere l’intera boscaglia. Il capo<br />
dei dayachi notò che quando combatteva contro i tagliaboschi,<br />
Yanez teneva scoperto l’occhio sinistro, mentre quando era al<br />
villaggio tra i dayachi mostrava l’occhio destro. Yanez cercò<br />
di spiegare: <br />
Talvolta la lama dei dayachi si avventava sul collo dei nemici.<br />
Ma amputare una testa non era così semplice, come può sembrare<br />
in epici finali come quelli di Golia o di Macbeth: il più delle<br />
volte occorreva menare sul collo del malcapitato più di un fendente<br />
e a volta la lama s’impigliava fra le cervicali. Purtroppo, in<br />
quella guerra, i dayachi non potevano fermarsi a mozzare la testa<br />
del nemico ucciso, ma dovevano subito svanire nella giungla.<br />
L’unico trofeo che potevano esibire era il racconto delle loro battaglie<br />
contro le ruspe. Ogni sera, i combattenti narravano gli<br />
eroismi di quel giorno e poi i vecchi decantavano le gesta dei<br />
duelli, in cui si rendeva onore al nemico ucciso conservandone la<br />
testa. Fino a notte fonda, i bambini della tribù ascoltavano l’eco<br />
di quelle imprese che già conoscevano, come se le avessero udite<br />
per la prima volta. Tutti, a turno, raccontavano una favola, strappandola<br />
dal proprio passato.<br />
Anche Yanez fu chiamato a narrare, proprio mentre una tarantola<br />
si avvicinava alla sua mano. Era stato abituato fino ad allora<br />
a parlare attraverso le sue marionette, ma si ritrovava nudo, privo<br />
di effetti speciali, armato soltanto di parole, ricordi e fantasia.<br />
Yanez dovette subito rinunciare a raccontare Salgari, perché conoscevano<br />
quella realtà troppo bene, meglio dello scrittore veronese.<br />
Un bambino con la cravatta firmata, gli fece subito notare<br />
ridacchiando: Yanez lo guardò perplesso, proprio quando la taran-