LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori
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carezzò il baffo nero e quello biondo e seguì con lo sguardo la<br />
sua donna e la sua bambina, ancora per un attimo che cercò di<br />
prolungare con la moviola, finché si dileguarono nella moltitudine<br />
che si tuffava nel metrò. Allora, il domatore di marionette si<br />
rassegnò a tornare a mansioni più umili, ma necessarie.<br />
Il favoliere si sistemò la benda sull’occhio, impugnò un carrello<br />
e si avventurò in un labirinto di scaffali. Racimolò provviste dal<br />
reparto delle verdure, dalla macelleria, dal panificio. Visitò anche<br />
il settore del bricolage per raccogliere utensili per il suo teatro.<br />
Poi si aggrappò alla coda di una catena umana, di un serpente<br />
dalle molte teste e s’incolonnò rassegnato davanti alla cassa,<br />
in una fila infinita. Erano proprio queste operazioni ― il lavoro<br />
manuale, le pulizie, la spesa e le colonne ― che distinguevano la<br />
gente comune dai nobili, dagli eroi, o dai privilegiati.<br />
Lì, in fila, nel super-big-ipermercato, il favoliere era di fronte al<br />
commissario Bossettoni. L’ispettore non riconobbe, sotto quelle<br />
spoglie così mortali, dimesse, il criminale che ricercava da tanto<br />
tempo. Il vicecommissario lo guardò e disse: Al marionettista cadde dal carrello un rotolo di filo<br />
da pesca, lo stesso che usava per sorreggere le marionette, e una<br />
sega, la medesima che adoperava per ritagliare nuovi pupazzi. Il<br />
poliziotto in borghese li raccolse e li porse all’altro che ringraziò.