LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori
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Il favoliere si chiese come sarebbe stato possibile essere riconosciuto<br />
con un nome, Yanez de Gomera, che non era il suo! Lì,<br />
sbattuto nella giungla, senza un vero documento, era arduo non<br />
solo dimostrare la propria identità, ma persino palesare la propria<br />
esistenza. Si appoggiò ad un grande albero di teck su cui erano<br />
appollaiate delle scimmie proboscidate: forse il loro enorme naso<br />
avrebbe percepito almeno l’odore di Yanez? L’ex marionettista<br />
si prese la testa fra le mani. Non disponeva nemmeno di uno<br />
specchio per provare la propria apparenza. Che fare per dimostrare<br />
che lui NON era il signor Nessuno? Chiuse gli occhi, accarezzò<br />
il baffo nero e quello biondo e si sforzò di tornare indietro,<br />
di ricordare quando era qualcuno, quando era un qualcuno che<br />
cominciava ad esistere proprio davanti ad uno specchio…<br />
Innanzi ai suoi occhi si stendeva il buio:<br />
Poi, in questo buio, oscuro come una macchia indistinta di inchiostro,<br />
s’intravide un pertugio, il barbaglio di un carattere scritto<br />
da un’esile luce, ma imperversavano ancora le tenebre.<br />
Da questa pagina cupa non trapelava un’oscurità qualsiasi, ma<br />
un grumo nero, che risucchiava tutto quanto c’era attorno: le