LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori
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pratiche come lavarsi i denti, farsi la barba o mettersi le dita nel<br />
naso.<br />
Il maniero della nostra favola aveva un’apparenza ingannevole,<br />
quasi quanto quella del mago Atlante. La rocca sembrava<br />
d’oro e d’argento. Sembrava: in effetti era avvolta da fogli di<br />
carta, perché tutto parte dalla carta, anche i castelli di queste<br />
favole. Si trattava però di carta speciale, particolarmente colorata<br />
e rilucente; quei fogli argentati e dorati celavano mura color<br />
ebano e torri color avorio… Ma non bisogna mai fermarsi<br />
alle apparenze. Tra i bastioni di quel che non era ebano ma cacao,<br />
e le bertesche di quel che non era avorio ma cioccolato<br />
bianco, risuonarono le trombe che annunciavano solennemente<br />
l’arrivo del re nella grande sala del castello.<br />
Sulla scena apparve il monarca, sontuoso, maestoso, con lungo<br />
mantello, passo marziale, forse addirittura reale. Teneva in<br />
mano scettro e corona e si accingeva a suggellare con la propria<br />
penna un trattato di pace con un potente reame vicino.<br />
Quando si sedette sul trono, il ciambellano si rese conto di un<br />
insormontabile dilemma. Come liberare la real mano necessaria<br />
alla firma del trattato? Rimettendosi la corona in capo? Ma il re<br />
in questione non aveva testa. Affidando per un istante la corona<br />
alle mani del ciambellano o del principino? Ma il trattato, per<br />
essere valido, doveva essere segnato da un re incoronato, dotato<br />
cioè di corona. Che razza di re è un sovrano incapace di tenere<br />
una corona? Rimasero tutti imbarazzati, impietriti in un gelido<br />
silenzio. Tranne Arlecchino, il giullare, che rideva: <br />
Del resto la funzione del buffone era quella di darsi al riso. Intanto<br />
la pace con il potente regno vicino non ebbe seguito.<br />
Il giorno seguente il re convocò Arlecchino. Il giullare capì subito<br />
che avrebbe subìto una bella lavata di capo. Nella sala del<br />
trono era stato convocato un omone a torso nudo, con un cappuccio<br />
nero, che affilava un’enorme scure. Che fosse il boia? Il<br />
sovrano indicò il buffone con lo scettro e lo incaricò di partire<br />
da quel castello per andare a cercare la preziosa testa reale