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LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori

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va che dei lunghi mustacchi si adattassero bene alla sua nuova<br />

identità, quella di Yanez de Gomera: gli davano un’aria più vissuta,<br />

anche se non ancora abbastanza tenebrosa. Per avere un<br />

aspetto più virile si rase i capelli a zero. Così i baffi risaltavano<br />

di più, ma mancava ancora qualcosa. Avrebbe potuto aggiungere<br />

degli occhiali scuri da sole, ma erano troppo convenzionali. Sarebbe<br />

occorso qualcosa di più originale, di più forte per un personaggio<br />

trasgressivo come un pirata. Decise di mettersi una<br />

benda sull’occhio… Sul destro o sul sinistro? Avrebbe dovuto<br />

coprire l’occhio che percepiva il bene o il male? Poi, pensò di<br />

tingersi i baffi di biondo. Si tinse il baffo destro, ma esaurì l’acqua<br />

ossigenata, per cui l’altro mustacchio restava nero. Ormai<br />

non vi era tempo per riparare a quell’obbrobrio e radersi completamente:<br />

la polizia lo tallonava e un velivolo lo aspettava. Chiuse<br />

la porta del bagno dietro di sé, lasciando che lo sciacquone trasportasse,<br />

verso le fogne dell’oblio, le tracce dei suoi capelli, del<br />

suo pizzo e della sua vecchia identità.<br />

Il sole si affacciava in una timida aurora. Era tempo di darsi<br />

alla macchia, fuggendo lontano dalla giungla d’asfalto. Dette un<br />

ultimo bacio alla moglie e alla figlioletta addormentate. Quella<br />

mattina Yanez non prese l’automobile; temeva che la sua targa<br />

fosse già stata segnalata alla polizia, e di poter incappare così nei<br />

numerosi posti di blocco, che rendevano più chilometrici del solito<br />

i serpenti di auto che si attorcigliavano attorno agli incroci.<br />

Salì sul metrò: gli sembrò strano che il vagone non fosse gremito<br />

di pendolari ma, oltre ad essere presto, era domenica. Accanto a<br />

lui, una grassa signora con il foulard reggeva una borsa dalla<br />

quale spuntava una baguette, che un giovane ragazzo con un<br />

cappello da basket addentò. Tutti erano distratti da un piccolo<br />

cane, un volpino tenuto in braccio da un vecchio signore con la<br />

coppola, che digrignava i denti. Ringhiava contro Yanez. Per<br />

fortuna l’aeroporto era ormai vicino.<br />

Dagli schermi dei televisori dell’aeroporto, i tre cronisti del<br />

momento, Tina Corrodi, Cuco Zucca e Filippa De Marini, si passavano<br />

continuamente la linea, come una pallina da pingpong,

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