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LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori

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la nota a piè di pagina segnalava che il covo era al centro di una<br />

metropoli. Mentre sbirciava dal giornale del vicino, un signore in<br />

giacca e cravatta ne approfittò per infilarle una mano in tasca.<br />

Eva sbottò: L’uomo in cravatta la guardò scandalizzato: Il signore distinto,<br />

si stizzì distintamente e si tuffò alla prima fermata oltre le<br />

paratie.<br />

La moglie del favoliere accompagnò la figlia a scuola, le raccomandò<br />

di fare la brava e la baciò. Poi Eva si recò al lavoro, timbrò<br />

il cartellino, e si sedette al tavolo da cui dirigeva tutte quelle<br />

voci. Ogni voce era un fiume di sillabe soffiato dall’aria nel cielo,<br />

di cui lei, tramite le sue umili mansioni, stringeva il filo. Non<br />

poteva pensare che dietro ciascuno di quei gomitoli srotolati tra<br />

le nuvole ci fossero altri esseri umani come lei, inchiodati a terra<br />

o ad una sedia. Dietro tutti quei bandoli spiegati nel vento ci vedeva<br />

volare pappagalli, comete, cervi volanti, aquile... Ogni filo<br />

si librava su parole senza senso, termini assurdi se estrapolati,<br />

sganciati dalla lingua o dal discorso cui si allacciavano. In fin dei<br />

conti, così le pareva, forse ciascuna voce faceva parte di un unico<br />

discorso di cui lei, attraverso il telefono, cercava di ritrovare il<br />

filo. Così, ad esempio, parole come pappagallo, cometa o cervo<br />

volante, che da sole non dicono nulla, attaccate ad un filo, o a<br />

una lingua come il portoghese, lo spagnolo, o il francese, significano<br />

soltanto aquilone. E lei, trasportata dal vento dell’immaginazione,<br />

non era più una semplice telefonista, ma una piuma,<br />

un’aquila, un aquilotto, oppure un balocco di carta colorata che<br />

volteggiava in una brezza.<br />

Ogni giorno, Eva sognava non di dirigere i fili di un telefono,<br />

ma quelli di un aquilone o di una marionetta, presa dalla nostalgia<br />

per quell’isola o quell’angolo di paradiso della fantasia che<br />

aveva costruito il suo uomo. Quel pomeriggio, alla fine del turno<br />

di lavoro, decise di recarsi nel luogo dove un tempo sorgeva il<br />

teatro di suo marito. Per anni non vi aveva messo piede, ma non<br />

aveva osato venderlo, sperando che il suo uomo tornasse e ri-

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