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LAPSUS DI LUPUS IN FABULA - I sognatori

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hariman-bintang, la terribile pantera della Sonda, per cui poté<br />

proseguire i suoi sogni. Si trattava di una tigre che annusò la sua<br />

borsa, la divorò come antipasto e poi gli addentò un calcagno.<br />

Trasalì, urlò di dolore, scagliò una pietra contro la fiera, ma non<br />

riuscì a centrarla, perché teneva le palpebre abbassate. Quando la<br />

tigre gli strappò la gamba, riapri gli occhi e si accorse che quello<br />

era solo un incubo. Per lo spavento uno dei sopraccigli cambiò<br />

colore: divenne quasi bianco in confronto all’altro, che restò<br />

nero, ma osservandolo meglio era biondo. Forse l’incubo della<br />

tigre era un sogno, il desiderio di un’avventura che lo ridestasse<br />

da quella tremenda monotonia?<br />

Là, tra i banani, i teck, le piante di ananas, di caucciù o di sandalo,<br />

il cammino procedeva lentamente, senza il minimo sussulto,<br />

tanto piano che ad ogni sosta si assopiva. Nel dormiveglia gli<br />

parve di avvertire un fetore, forse l’esalazione di carne marcia:<br />

che il trofeo che celava nella borsa stesse per putrefarsi? Una<br />

mosca gli si posò addosso: la scacciò e l’insetto si depose su un<br />

fiore enorme. Per un attimo pensò che quella corolla paresse gigantesca<br />

al confronto delle piccole dimensioni dell’insetto; poi<br />

avvicinò una mano al fiore e si accorse che il bocciolo era veramente<br />

enorme: misurava quasi un metro. Spalancò gli occhi e si<br />

dette un pizzicotto: quella non era la percezione di un incubo, ma<br />

della realtà. I petali si richiusero e inghiottirono la mosca. Yanez<br />

si allontanò per paura che il fiore ingurgitasse anche lui. Settimane<br />

dopo, i penan gli spiegarono che si trattava della Rafflesia Arnoldi,<br />

il più grande fiore del mondo, che viveva nelle isole della<br />

Sonda.<br />

Fu presto ripreso dal tedio della lentezza, tanto che rimpianse<br />

pure un incubo che lo scuotesse da quella assenza di movimento.<br />

Provò a scrollarsi la noia di dosso mettendosi in cammino, cercando<br />

i cacciatori di teste, ma non capiva dove fossero. Sapeva<br />

che i dayachi vivevano nel cuore della foresta, ma gli era gravoso<br />

persino riconoscere la giungla. Nei film e nei romanzi la giungla<br />

è traboccante di piante e animali esotici. Nella realtà flora e<br />

fauna si nascondono e si disperdono in una zona intermedia, ibri-

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