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Emilio Pistilli, La Rocca Janula di Cassino attraverso - Studi Cassinati

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104<br />

<strong>La</strong> rOCCa JanU<strong>La</strong><br />

<strong>di</strong><br />

CaSSinO<br />

san, car<strong>di</strong>nale, fu<br />

eletto abate commendatario<br />

il 18<br />

maggio 1454.<br />

187 L. tosti, pag. 132,<br />

cita il Regesto <strong>di</strong><br />

Ludovico Scarampa,<br />

pag. 47.<br />

188 Qui Paterna Bal<strong>di</strong>zzi<br />

anticipa gli<br />

plice benefico provve<strong>di</strong>mento nei primi tempi in cui<br />

fu adottato, <strong>di</strong>venne una riprovevole speculazione in<br />

seguito e lo era nel tempo in cui noi siamo pervenuti<br />

con la sommaria narrazione dei fatti che si ricollegano<br />

alla storia della rocca <strong>Janula</strong> e nei quali l’azione<br />

<strong>di</strong> questo Castello è parte precipua.<br />

alfonso aveva contratto un debito <strong>di</strong> 80 mila ducati<br />

con il patriarca <strong>di</strong> aquileja, Ludovico Scarampa<br />

Mezzarota, quando sosteneva ardente guerra con roberto<br />

d’angiò ed ora, morto l’abate Carrafa, per sdebitarsi<br />

con lo Scarampa, venne nella determinazione<br />

<strong>di</strong> affidargli il patrimonio e la Ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Montecassino<br />

come Commenda. il Papa eugenio energicamente si<br />

oppose alle idee <strong>di</strong> alfonso, ma dovette cedere davanti<br />

alla ferrea volontà del re e, per evitare il peggio, consigliare<br />

i monaci ad annuire alla creazione dell’abate<br />

Commendatario. Così nel 1454 186 , il prode guerriero<br />

padovano Ludovico Scarampa, che per essere stato<br />

sempre propugnatore delle sorti del Papa era riuscito<br />

ad assurgere nelle più alte cariche, quali il car<strong>di</strong>nalato<br />

<strong>di</strong> San Lorenzo in damaso e il patriarcato d’aquileja,<br />

la cui vita trascorreva nel più mondano lusso <strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong>, circondato sempre da servi e donzelli e da numerosi<br />

cortigiani, veniva investito della Commenda<br />

dell’archicenobio Benedettino.<br />

Ludovico, non volendo allontanarsi dalle sue occupazioni,<br />

elesse a generale governatore dell’abazia cassinese<br />

un canonico <strong>di</strong> Cuma, Michele de <strong>La</strong>mbertenghi<br />

187 , suo familiare e quoti<strong>di</strong>ano commensale e in mano<br />

<strong>di</strong> costui fu confidata ogni cosa che prima era amministrata<br />

dall’abate e dai monaci, da lui <strong>di</strong>pendevano<br />

tutte le terre e le castella, da lui raccoglievasi l’annuo<br />

censo per darlo al Patriarca, toltone quello che era<br />

stato predestinato al mantenimento della Chiesa e del<br />

Monastero, a lui era deferita ogni giuris<strong>di</strong>zione tanto<br />

ecclesiastica che civile, col mero e misto imperio.

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