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Emilio Pistilli, La Rocca Janula di Cassino attraverso - Studi Cassinati

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cose appartenenti alla milizia, inviate da napoli a San<br />

Germano, per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> re Manfre<strong>di</strong>, a riccardo conte<br />

<strong>di</strong> Caserta e suo Capitano citra faro, il quale stava<br />

in San Germano con le milizie nel predetto tempo, cioè<br />

dal settembre 1265 al 25 <strong>di</strong> febbraio del 1266, vigilia<br />

della battaglia, in cui Manfre<strong>di</strong> fu rotto e ucciso.<br />

Che questo riccardo Conte <strong>di</strong> Caserta invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere<br />

e sostenere San Germano per Manfre<strong>di</strong>, fosse<br />

passato alla parte <strong>di</strong> Carlo d’angiò con molti altri feudatari<br />

del reame, non solo lo scrivono gli storici contemporanei,<br />

ma ne dà incontrastabile prova una lettera<br />

<strong>di</strong> Carlo istesso inviata al Papa, nel giorno primo <strong>di</strong><br />

marzo 1266, per dargli contezza della vittoria riportata<br />

il 26 febbraio nella battaglia <strong>di</strong> Benevento, nella<br />

quale il corpo <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong>, ucciso, era rimasto confuso<br />

con gli altri morti.<br />

S. Germano e <strong>Rocca</strong><br />

<strong>Janula</strong> passano dal<br />

dominio Svevo a<br />

quello Angioino<br />

(1266).<br />

San Germano e la rocca <strong>Janula</strong> dunque il 25 <strong>di</strong> febbraio<br />

1266 passarono dal dominio Svevo a quello angioino,<br />

e tutte le città e tutti i castelli, i casali e i borghi<br />

del territorio del regno Svevo sino a San Germano,<br />

avevano già abbandonata la parte <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> e<br />

con la voce o con l’opera avevano offerto spontaneamente<br />

segni <strong>di</strong> soggezione e <strong>di</strong> fede a Carlo d’angiò,<br />

il quale non ebbe bisogno <strong>di</strong> adoperare le moltissime<br />

macchine avute dai nobili <strong>di</strong> roma, perché quanto più<br />

cresceva l’audacia dei Francesi, tanto più aumentava<br />

la spregevole pusillanimità dei regnicoli atterriti solo<br />

dalla nomea della gallica ferocità.<br />

anche il presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Monte <strong>Cassino</strong> depose le armi<br />

e l’abate Bernardo, eletto nel 1263 148 , albergò Carlo<br />

nelle mura della Ba<strong>di</strong>a 149 e fu poi sempre suo valido<br />

consigliere sino a quando l’angioino, che sospettava<br />

dell’autorità in cui era venuto l’abate per l’amicizia<br />

anche del sommo filosofo tommaso <strong>di</strong> aquino, lo spogliò<br />

<strong>di</strong> molti privilegi.<br />

L. Paterna<br />

BaL<strong>di</strong>zzi<br />

148 Bernardo i ayglerio,<br />

ab. 1263-1282,<br />

d’origine francese;<br />

la sua elezione da<br />

parte del papa Urbano<br />

iV aveva lo<br />

scopo <strong>di</strong> riavvicinare<br />

la santa sede<br />

alla casa angioina,<br />

dunque una nomina<br />

puramente politica;<br />

cfr. t. Leccisotti in<br />

Dizionario Biografico<br />

degli Italiani,<br />

vol. i (1960), pag.<br />

520, s. v.<br />

149 L. tosti, loc. cit.,<br />

pag. 7. 87

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