Anno XXXI Numero 12 - Sito personale di Renato

14 COMUNI D 'EUROPA dicembre 1983
The ending of Armageddon
by Philip Henry Kerr, Marquess of Lothian
I
The greatest disappointment frorn which mankind has suffered since
the Great War has been the failure of the League of Nations. To "the
man in the street" the League syrnbolized the passionate desire for the
ending of war and the establishrnent of lasting peace, liberty and pros-
perity for both individuals and nations. It was the hope that the last war
would be a war to end war which nerved the courage and endurance of
the great rnajority of men and wornen in the fina1 stages of the great
struggle.
That hope has for the rnoment been utterly dispelled. The era of local
war, declared and undeclared, began again in 193 1. We are in the rnidst
of the greatest race in armaments ever known, which if it continues can
only lead to universal batlkruptcy. And everybody feels that another
world war, fiercer and more ruthless than the last, rnay break out at any
tirne, either because it is deliberately provoked or because an accident or
a fool rnay set in rnotion events which it is beyond the power of states-
rnanship to control.
Al1 kinds of explanations are given for the failure of the League to
fulfil the hopes which centred about it. Some attribute it to defects in
the Treaties of Versailles, others to the fact that the League never won
universal rnernbership. Some lay the blarne on the League Powers for
not revising the Treaties of Peace justly and in tirne, others to their
unreadiness, when revision by arrned power began, to resist aggression
unanimously and irnrnediately with al1 their strength. Some say that the
failure has been due to the unwillingness to disarrn, others to delay and
inadequacy of rearrnament when power politics reappeared. Some at-
tribute al1 our troubles to capitalisrn, others to the rnalignancy of the
Dictators and their parties, others again to the treachery or blindness of
democratic statesrnen.
Al1 these explanations and criticisrns probably have some validity. But
they none of thern point to the reai cause of the relapse into arrnaments
and war. That cause does not lie prirnarily in defects on policy by any
nation but in the systern of international relationships in which we have
tried to live both before and after the World War. The rea1 cause of our
troubles is that the nations are living in anarchy - by far the most fatal
of al1 political and social diseases - the consequences of which have
been intensified a hundredfold in recent times by the conquest of tirne
and space and the breakdown of the old Pax Britannica of the nine-
teenth century. The Covenant of the League of Nations disguises but
does not end anarchy, because, while it is a contract to cooperate, it
leaves intact the root of anarchy, national sovereignty. It has been
sovereignty which at bottom has prevented a liberal and tirnely revision
of out-of-date treaties, which has driven the nations to a disastrous de-
gree of economic nationalisrn, which has prevented any effective system
of collective security, and which has led to rearrnament as the rneans to
international change and to the return of the alliance systern. Federal
Unionists believe that only by dealing with this basic cause of anarchy,
national sovereignty, will it be possible for the world to clirnb per-
manently out of its present distress. And they believe that anarchy can-
not be ended by any system of co-operation between sovereign nations
but only by the application of the principle of federal union. They
therefore stand for the adoption of that principle as the only one which
can end competitive armaments and war and rernove the econornic
causes of poverty and unemployment in the modern world.
Federal Unionists are not opposed to the League of Nations. On the
contrary they share entirely the ideals for which it stands. Nor are they
opposed to international co-operation. On the contrary they support it
as a step in the right direction. In theory al1 the ideals of the League of
Nations could have been accomplished by co-operation. But the reason
why co-operation failed after 1918, as al1 earlier attempts to create an
international co-operative system have failed, is precisely because they
have left national sovereignty intact and because that element operates
continuously and inexorably against the success of co-operation itself.
This article was writteri by Lord Lothian (1882t1940) before his appointment as H.M.
Amhassador to Washington in August 1939.
La fine di Armageddon
di Philip Henry Kerr, Lord Lothian
I
La deksione piiì cocente che abbia colpito l'umanità dopo la Grande
Guerra è stata il fallimento della Società delle Nazioni. Per l'«uomo
della strada» la Società simboleggiava l'ardente desiderio della fine delle
guerre e della fondazione di una pace e di uno stato di libertà e prospen'tà
permanenti per i singoli e per le nazioni. Fu la speranza che quella
potesse essere la guerra capace di porre fine a tutte le guerre, ad alimentare
il coraggio e la tenacia della grande maggioranza degli uomini e
delle donne nelle ultime fasi delconflitto.
Quella speranza è stata per il momento totalmente delusa. L'era dei
conflitti locali, dichiarati e no, è n'cominciata nel 1931. Stiamo assistendo
alla pii2 gigantesca corsa agli armamenti mai vista; se essa continuerà
non potrà portare che alla bancarotta universale. E tutti ormai sono
persuasi che un 'altra guerra mondiale, piiì feroce e spietata dell'ultima,
può scoppiare in quafszasi momento, o per deliberata provocazione o
perché un incidente o un pazzo possono mettere in moto avvenimenti
che l'arte della politica non è in grado di controllare.
L'incapacità della Società delle Nazioni di soddisfare le speranze che
erano state riposte in lei, è stata spiegata in vari modi. Taluni danno la
colpa ai difetti del Trattato di Versailles; altn' alfatto che la Società non
è mai riuscita ad includere tutti i paesi. C'è chi incolpa le potenze della
Società di non aver riveduto con equità e tempestività i Trattati di Pace;
altri invece le incolpano di non esser state pronte, quando è cominciata
una revisione fondata sulla forza militare, a resistere alla aggressione
unanimamente e immediatamente con tutte le loro forze. Alcuni dicono
che il suo fallimento d e alla riluttanza delle potenze a procedere al
disarmo; altri affermano che è dipeso dalla lentezza e dall'inadeguatez-
za del narmo quando si profilò di nuovo la minaccia della politica della
forza. Ci sono poi quelli che attn'buiscono tutte le nostre disavventure al
capitalismo, mentre altri li ascnvono al malanimo dei Dittatori' e dei loro
partiti, e altri ancora alla perfidia e alla cecità deigovernanti democrati-
ci.
Tutte queste spiegazioni e critiche hanno probabilmente una certa
validità. Ma nessuna di loro indica la causa vera della ncaduta nella corsa
al riarmo e alla guerra; essa non va ricercata nei difetti della politica di
questa o di quell'altra nazione, ma nel sistema di rapporti internazionali
in cui abbiamo cercato a? vivere sia pn'ma che dopo la Guerra Mondiale.
L*r vera ragione dei nostri problemi è che le nazioni vivono nell'anarchia
-- la piiì fatale delle malattie politiche e sociali - e che le conseguenze
di quest'anarchia sono state centuplicate nella nostra epoca dalla con-
quista del tempo e dello spazio e dallo sgretolamento della vecchia pax
Britannica del diciannovesimo secolo. La Carta della Società delle Nazio-
ni maschera l'anarchia, ma non vi pone fine perche'stipula un contratto
di cooperazione lasciando però intatta quella che è la radice dell'anar-
chia: la sovranità nazionale. È stata la sovranità, in definitiva, a impedi-
re la revisione liberale e tempestiva dei trattati superati, a spingere le
nazioni ad un grado disastroso di nazionalismo economico, a bloccare la
possibilità di instaurare un sistema efficace di sicurezza collettiva, e a
portare sia al narmo come mezzo di mutamento internazionale che al
ritorno del sistema delle alleanze. I federalisti sono persuasi che soltanto
affrontando questa fondamentale fonte di anarchia - la sovranità na-
zionale - si darà al mondo la possibilità di uscire dal dtsagio odierno.
E credono che quest'anarchia non possa essere eliminata per mezzo di
sistemi di cooperazione tra nazioni sovrane, ma soltanto attraverso l'ap-
plicazione del princ@io dell'unione federale. Perciò si battono per l'a-
dozione di questo principio, che appare l'unico capace di porre fine
all'armamento concorrenziale e alla guerra, e di eliminare le cause eco-
nomiche della povertà e della disoccupazione nel mondo moderno.
I federalisti non si oppongono alla Società delle Nazioni. Al contrario
ne condividono del tutto gli ideali. Ne'si oppongono alla cooperazione
internazionale. A l contrario l'appoggiano come un passo avanti nella
giusta direzione. In teoria tutti gli ideali della Società delle Nazioni
potevano trovar soddisfazio ne nella cooperazione. Ma la ragione per cui
la cooperazione è fallita dopo il 191 8, al pan' di tutti i tentativi prece-
Questo articolo fu scritto da Lord Lothian (188271940) prima del suo incarico come am-
basciatore a Washington nell'agosto 1939 e ristampato (1943) negli uStudies in federal
Planningil curati (Londra, Mac Millan and Co., Ltd.) da Patrick Ransome.
Armageddon è il nome usato nell'Apocalisse per indicare il luogo dove i re malvagi, al-
leati della Bestia, si incontreranno nel gran giorno per la guerra contro Dio (N.d.R.).