Anno XXXI Numero 12 - Sito personale di Renato
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28 COMUNI D'EUROPA <strong>di</strong>cembre 1983<br />
dall'esposizione chiara e precisa <strong>di</strong> ciò che si<br />
dovrebbe fare quando non si facesse più la<br />
guerra. Ora sarebbe lungo <strong>di</strong>ssertar qui su la<br />
guerra come instinto biologico proprio alla spe-<br />
cie umana come a tutte le altre specie a vita col-<br />
lettiva, quali le formiche, forse per necessità <strong>di</strong><br />
selezione. D'altra parte l'abolizione della<br />
guerra porterebbe con sé anche l'abolizione<br />
della pace, poiché un'umanità che non cono-<br />
scesse più verun contrasto dovrebbe addormen-<br />
tarsi in una vita d'assoluta in<strong>di</strong>fferenza, in cui<br />
forse in luogo della guerra resusciterebbe la lot-<br />
ta, che è propria delle specie a vita in<strong>di</strong>vidual-<br />
mente isolata.<br />
Ora Dio mi guar<strong>di</strong> dal fare qui l'elogio della<br />
guerra. So benissimo che essa costa a gli uomi-<br />
ni immensi dolori, denaro, lagrime, sangue,<br />
che essa scatena passioni violente, che rappre-<br />
senta uno dei flagelli maggiori che possano fol-<br />
gorare I'umanità. Ma la <strong>di</strong>vina Provvidenza<br />
non può aver consentito tante volte alla nostra<br />
specie, tale barbarie se essa non contenga an-<br />
che un elemento che la riabiliti come valore<br />
morale. Ed infatti non mai come in guerra<br />
l'uomo sente la propria elevazione. compie atti<br />
<strong>di</strong> eroismo e <strong>di</strong> devozione, esercita virtù che<br />
nessun'altra con<strong>di</strong>zione comporta, sa <strong>di</strong> consa-<br />
crare <strong>di</strong>sinteressatamente la sua vita ad un'i-<br />
dea. La guerra è triste e dolorosa, ma è anche<br />
gloriosa e sublime perché sviluppa qualità e<br />
sentimenti che l'uomo altrimenti non prove-<br />
rebbe. Anche Cristo ha detto <strong>di</strong> esser venuto su<br />
la terra a portare la guerra. E poi cre<strong>di</strong>amo noi<br />
veramente che fatti come fu la guerra mon<strong>di</strong>ale<br />
<strong>di</strong>pendano solo dalla volontà degli uomini e<br />
possano essere evitati solo dalla loro buona vo-<br />
lontà? La guerra non è fatto politico e tanto<br />
meno economico, ma ad<strong>di</strong>rittura fatto cosmico<br />
che si produce quando la sua necessità si scaglia<br />
sul genere umano ed allora nessuno saprebbe<br />
impe<strong>di</strong>rlo. Onde, siccome tutti sentiamo che<br />
oggi e per qualche anno ancora nessuna neces-<br />
sità <strong>di</strong> guerra può prodursi, e che nessun uo-<br />
mo, per quanto potente, sarebbe capace <strong>di</strong> sca-<br />
BANCA NAZIONALE DEL LAVORO<br />
1913-1983 SETTANT'ANNI DI LAVORO AL SERVIZIO DELL'ITALIA<br />
UN GRUPPO DI RILIEVO INTERNAZIONALE CON OLTRE 24.000 DIPENDENTI.<br />
IN ITALIA:<br />
375 sportelli<br />
9 sezioni <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to speciale<br />
4 aziende bancarie partecipate<br />
35 società collegate nel settore<br />
dei servizi parabancari<br />
ALL'ESTERO:<br />
3 banche controllate<br />
30 se<strong>di</strong> tra filiali<br />
e uffici <strong>di</strong> rappresentanza<br />
38 società partecipate<br />
BNL - Direzione Generale - Roma - Via Vittorio Veneto 119 -Telefono 06147021<br />
tenarla <strong>di</strong> nuovo, così tutti coloro che hanno<br />
pre<strong>di</strong>cato l'unità dell'Europa (attenuata pure<br />
in unità economica, doganale, ecc.), hanno<br />
avuto buon gioco a lusingare a buon mercato la<br />
sensibilità pacifista delle anime deboli ed irri-<br />
flessive.<br />
Ripeto però, non si pensi che io voglia tesser<br />
qui l'elogio della guerra, essendo invece per-<br />
suaso che pur se essa si presenti come fatale ne-<br />
cessità in certi momenti della Storia, è molto<br />
maggiore il male che essa fa che non il bene<br />
che può sviluppare. Ma in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dal fatto materiale della guerra, vi sono altri<br />
contrasti che hanno invece per I'umanità il più<br />
grande valore. Coloro i quali sognano una in-<br />
<strong>di</strong>fferenziata unità dei popoli europei, sola-<br />
mente per evitare la guerra, non pensano che<br />
proprio alle <strong>di</strong>fferenze tra le stirpi europee l'u-<br />
manità deve la più gran parte della sua eleva-<br />
zione spirituale. Quanto gli uomini hanno<br />
posseduto e possiedono <strong>di</strong> grande, <strong>di</strong> bello, <strong>di</strong><br />
sublime, è stato creato <strong>di</strong> qui, e solamente da<br />
questa nostra vecchia e perpetuamente feconda<br />
Europa, proprio in lotte ardentissime che han-<br />
no acceso l'anima dell'uomo, <strong>di</strong>latandola sino<br />
alle sue più alte possibilità. Non alle guerre,<br />
ma alle rivalità, alle lotte, alle competizioni tra<br />
Oriente e Occidente, tra Latini e Greci, tra<br />
mondo classico e mondo germanico, tra cattoli-<br />
ci e protestanti, tra paesi nor<strong>di</strong>ci e meri<strong>di</strong>onali,<br />
ai contrasti infiniti cui ha dato luogo su questo<br />
minimo territorialmente, ma senza confronti<br />
civilmente massimo fra i continenti della terra<br />
la <strong>di</strong>versità delle stirpi che vi coabitano, deve<br />
I'umanità il patrimonio più prezioso del suo<br />
spirito, le conquiste più gloriose del pensiero.<br />
Siamo orgogliosi d'essere europei, non ostante<br />
il male che qualche volta ci siamo fatti l'un<br />
l'altro, perché per la felicità <strong>di</strong> tutta la terra il<br />
nostro continente ha prodotto un'incompara-<br />
bile ricchezza <strong>di</strong> bene. Tutte le altre razze e po-<br />
polazioni della terra riunite insieme non hanno<br />
generato la millesima parte degli uomini <strong>di</strong> ge-<br />
nio che la più modesta delle Nazioni europee<br />
ha dato all'orgoglio dell'umana specie, e ciò<br />
proprio perché esistevano queste Nazioni, ed<br />
eran <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>, e nelle emulazioni più feconde<br />
tempravano anime ed ingegni. Senza la guerra<br />
<strong>di</strong> Troia non avremmo l'lliade e I'O<strong>di</strong>ssea, co-<br />
me senza la lotta per le investiture e la polemi-<br />
ca tra realisti e nominalisti non avremmo San<br />
Tomaso e Dante; senza la Riforma, la guerra<br />
dei trenta anni e quelle <strong>di</strong> successione non<br />
avremmo il Romanticismo, come senza I'impe-<br />
ro inglese non avremmo la mirabile letteratura<br />
che va da Shakespeare a Byron.<br />
Come <strong>di</strong>sse il vecchio Eraclito, la guerra è<br />
madre e regina <strong>di</strong> tutte le cose, e l'antico filo-<br />
sofo non intendeva qui guerra nel senso sola-<br />
mente militare e crudele della parola, ma nel<br />
senso <strong>di</strong> antinomia, <strong>di</strong> contrasto, <strong>di</strong> <strong>di</strong>saccordo,<br />
a quel modo che un altro grande antico, Empe-<br />
docle, poneva la vicenda dell'universo come un<br />
perenne alternarsi delle due gran<strong>di</strong> forze della<br />
natura e della vita, l'amicizia e la <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a,<br />
ciascuna delle quali regnava incontrastata solo<br />
in un momento ipotetico della storia del co-<br />
smo. La vita è un continuo <strong>di</strong>namismo a cui<br />
nessun fatto si sottrae, anzi il concetto <strong>di</strong> fatto<br />
cioè <strong>di</strong> evento, <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire, <strong>di</strong> esistere non può<br />
<strong>di</strong>sgiungersi dall'attributo <strong>di</strong>namico. La parola<br />
<strong>di</strong> Giobbe, vita est militia hominis saper ter-