Anno XXXI Numero 12 - Sito personale di Renato

dicembre 1983 COMUNI D'EUROPA 5
Organizzazione
Arirtide Bnànd, l'napostolo della paceu, politico
di larghe vedute, oratore straordinario, ormai stanco
di tante battaglie, aveva certamente dato, nel 1929,
istruzioni di carattere generale sul progetto qui tra-
dotto dalsuo segretano Alexis Leger, lasciando a que-
sti la precisazione dei particolari, fidandosi della
preparazione speczfica di Leger, il quale, avendo
compiuto studi universitan' di giuniprudenza e altz
studi commerciali nela sezione diplomatica, e pos-
sedendo la fantasia e il dono di veggenza del poeta,
avrebbe potuto, ohe che rendere valida, anche am-
pliare La visione del Memorandum. Questo, in
realtà, è un saggio approfondito del0 stato delle
cose europee dopo il Patto di Locarno, 192fj, e dopo
il Patto Brhnd-Kellogg, 1928, ispirato dal dircorso
scritto da Leger e pronunciato da Briand a Parigi nel
Nel corso di una prima riunione tenuta il 9
settembre 1929, a Ginevra, su richiesta del
Rappresentante della Francia, i Rappresentanti
qualificati dei ventisette Stati europei membri
della Società delle Nazioni sono stati chiamati
a prendere in considerazione l'interesse di
un'intesa fra Governi partecipanti, in vista del-
l'istituzione, fra popoli d'Europa, di una spe-
cie di legame federale che stabiiisca fra loroin
regime di costante solidarietà e permetta loro,
in tutti i casi necessari, di entrare in contatto
immediato per lo studio, la discussione e il re-
golamento dei problemi suscettibili di interes-
sarli in comune.
Unanimi nel riconoscere la necessità di uno
sforzo in questo senso, i Rappresentanti con-
sultati si sono tutti impegnati a raccomandare
ai loro rispettivi Governi la messa allo studio
della questione che era stata loro direttamente
sottomessa dal Rappresentante della Francia e
che, prima ancora, quest'ultimo aveva avuto
occasione, il 5 settembre, di suggerire davanti
alla X Assemblea della Società delle Nazioni.
Per meglio attestare questa unanimità, che
consacrava già il principio d'una unione mora-
le europea, essi hanno creduto dover fissare
senza indugio la procedura che pareva loro più
indicata a facilitare l'indagine proposta: essi
hanno affidato al Rappresentante della Francia
la cura di precisare, in un memorandum ai Go-
verni interessati, i punti essenziali su cui do-
vrebbe vertere il loro studio; di raccogliere e re-
gistrare i loro pareri; di dedurre le conclusioni
da questa larga consultazione, e di farne I'og-
getto di un rapporto da sottomettere alle deli-
berazioni di una Conferenza Europea, che po-
trebbe aver luogo a Ginevra in occasione della
prossima Assemblea della Società delle Nazio-
ni.
Assolta la missione che gli è stata affidata, il
Governo della Repubblica tiene a ricordare la
preoccupazione generale e le riserve essenziali
che non hanno smesso di dominare il pensiero
di tutti i Rappresentanti riuniti a Ginevra l'ul-
timo 9 settembre.
la lungimiranza del «Memorandum» francese del 1930
d'un regime d'unione federale europea
1927, (patto generale di rinuncia alla guerra come
strumento politico nazionale). Oggi, leggendo at-
tentamente il Memorandum, si è cobiti dalla lungi-
miranza di Alexis Leger, e dalfatto che in una stessa
persona potessero coesistere due personalità così an-
titetiche: il poeta (operante per sintesi e visioni me-
tafiiche) e il d2;plomatico (operante per analisi e
pragmatismi esatti e severi;). Infatti tutto /o sforzo di
questo scritto è teso a prevenire ogni *.rischio di ini-
ziative barticolan' e di imbrese disordinateu (dove so-
no deninciati i frutti deicomunismo, del&ismo e
dei derivati). . . ua beneficio della comunità europea
come pure dell'umanitàu. E qui queste asserzioni
valgono ancor più di fronte allo stato attuale delle
cose nelmondo.
R.L.
dello stato d'incoordinazione in cui si trova an-
cora l'economia generale dell'Europa. La ne-
cessità di stabilire un regime permanente di so-
lidarietà convenzionale per l'organizzazione
razionale dell'Europa risulta infatti dalle con-
dizioni stesse della sicurezza e dal benessere dei
popoli la cui situazione geografica chiama a
condividere, in questa parte del mondo, una
solidarietà di fatto.
Nessuno dubita oggi che la mancanza di
coesione nel raggruppamento delle forze mate-
riali e morali dell'Europa non costituisca, pra-
ticamente, il più serio ostacolo allo sviluppo e
all'efficacia di tutte le istituzioni politiche o
giuridiche su cui tendono a fondarsi le prime
imprese d'una organizzazione universale della
pace. Questa dispersione di forze non limita
meno gravemente, in Europa, le possibilità di
allargamento del mercato economico, i tentati-
vi d'intensificazione e di miglioramento della
produzione industriale, e con ciò tutte le ga-
ranzie contro le crisi del lavoro, fonti d'instabi-
lità politica nonché sociale. Ora, il pericolo
causato da un simile spezzettamento viene an-
cora ad aumentare per effetto della estensione
delle nuove frontiere (più di 20.000 chilometri
di barriere doganali) che i Trattati di pace han-
no dovuto creare per render giustizia, in Euro-
pa, alle aspirazioni nazionali.
L'azione stessa della Società delle Nazioni,
La proposta messa allo studio da ventisette
Governi europei trovava la sua giustificazione
nel sentimento molto preciso di una responsabilità
collettiva di fronte al pericolo che minaccia
la pace europea, sia dal punto di vista politico
che da quello economico e sociale, a causa Aristide Briand con Alexis Leger (famoso col «nom deplume~ Saint-John Perse).