Anno XXXI Numero 12 - Sito personale di Renato
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38 COMUNI D'EUROPA <strong>di</strong>cembre 1983<br />
nazionalistico delle gran<strong>di</strong> come delle piccole<br />
masse europee: slovacchi, croati, sloveni, irlan-<br />
desi, catalani, macedoni, ungheresi, fiammin-<br />
ghi, al pari dei tedeschi, dei francesi, degli ita-<br />
liani, dei polacchi, dei turchi, che oggi possia-<br />
mo considerare europeizzati. Tutte queste raz-<br />
ze che protestano sono scaglionate lungo una<br />
gamma <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> sentire e <strong>di</strong> considerare lo<br />
Stato ai quali non riescono a dare unità le pro-<br />
clamazioni e le apparenze democratico-sociali-<br />
liberali-repubblicane, <strong>di</strong>ttatoriali, comunisti-<br />
che. Frammenti <strong>di</strong> Nazioni che in questo od in<br />
quel caso servono <strong>di</strong> motivo più sonante ad un<br />
partito movimenti senza preoc-<br />
-. cupazione <strong>di</strong> conseguenze, senza previsioni <strong>di</strong><br />
risultati. Una nazionalità in tendenza, per farsi<br />
nazione, in atto e in fatto, ha pur bisogno <strong>di</strong><br />
costituire una entità quantitativa sufficiente,<br />
<strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un territorio <strong>di</strong> sufficiente<br />
produttività e per il mercato interno e per<br />
quello estero, senza cui non si dà garanzia e<br />
sviluppo <strong>di</strong> benessere. Altrimenti la piccola en-<br />
tità nazionale dovrà partecipare come satellite<br />
È strano questo coincidere nella storia mo-<br />
derna europea della più intransigente pretesa<br />
<strong>di</strong> classe e del moltiplicarsi delle patrie animate<br />
da imperterrita esigenza nazionalistica.<br />
XVI. Tuttavia il fatto più interno del pre-<br />
sente inquieto d'Europa è l'andare verso la in-<br />
staurazione dello Stato potere, autorità, <strong>di</strong>sci-<br />
plina, garanzia ideale.<br />
I massimi organismi vitali europei ne hanno<br />
fatto la chiave <strong>di</strong> volta della loro rinascenza.<br />
Dunque domani l'Europa, che sarà sempre<br />
guidata da codesti massimi organismi storici,<br />
non potrà intendersi che sul piano <strong>di</strong> una co-<br />
mune, austera, rigorosa, concezione dello Sta-<br />
to che detterà con eguale misura doveri, nor-<br />
me, limiti.<br />
C'è in germe una legalità che non può anco-<br />
ra formularsi, ma troverà le sue formule quan-<br />
do gli Stati, che insomma sono l'Europa, parle-<br />
ranno lo stesso linguaggio. Non c'è da sperare<br />
in miracoli, in soluzioni repentine e definitive.<br />
Ma non v'è ragione a <strong>di</strong>sperare, se quel che si<br />
vuole non è l'assoluto della pace e dell'accor-<br />
al sistema d'influenze e <strong>di</strong> dominio d'uno Sta- Un numero della rivista «Antieuropa», <strong>di</strong>retta do, ma che l'Europa salga all'awenire con non<br />
t0 grosso e, perché tale, centrifugo, e non sarà da &vero Graveui (1940). minore fecon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> opere, con non minore fe-<br />
che in apparenza autonoma e sarà priva d'una de nella sua missione <strong>di</strong> eterna superatrice ed<br />
vita e d'una ragion <strong>di</strong> vita propria. Certo per la sce il turbamento e la <strong>di</strong>fficoltà la prospettiva utilizzando tutte le sue risorse spirituali e natu-<br />
sua pace l'Europa non è stata aiutata dall'ec- <strong>di</strong> un aumento ancora <strong>di</strong> rivelazioni e <strong>di</strong> riven- rali. Noi non abbiamo alcuna intenzione <strong>di</strong> ab-<br />
cessivo frantumarsi delle nazionalità e ne accre- <strong>di</strong>cazioni nazionali. <strong>di</strong>care al titolo <strong>di</strong> europei.<br />
1 La Dottrina del Fascismo<br />
1<br />
«. . . Anzitutto il Fascismo, per quanto riguarda, in generale, I'av-<br />
venire e lo sviluppo dell'umanità, e a parte ogni considerazione <strong>di</strong><br />
politica attuale, non crede alla possibilità né all'utilità della pace<br />
perpetua. Respinge quin<strong>di</strong> il pacifismo che nasconde una rinuncia<br />
alla lotta e una viltà - <strong>di</strong> fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al<br />
massimo <strong>di</strong> tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo <strong>di</strong><br />
nobiltà ai popoli che hanno la virtù <strong>di</strong> affrontarla. Tutte le altre<br />
prove sono dei sostituti, che non pongono mai l'uomo <strong>di</strong> fronte a sé<br />
stesso, nell'alternativa della vita e della morte. Una dottrina, quin<strong>di</strong>,<br />
che parta dal postulato pregiu<strong>di</strong>ziale della pace, è estranea al Fasci-<br />
smo; così come estranee allo spirito del Fascismo, anche se accettate<br />
per quel tanto <strong>di</strong> utilità che possano avere in determinate situazioni<br />
politiche, sono tutte le costruzioni internazionalistiche e societarie, le<br />
quali, come la storia <strong>di</strong>mostra, si possono <strong>di</strong>sperdere al vento, quan-<br />
do elementi sentimentali, ideali e pratici, muovono a tempesta il<br />
cuore dei popoli. Questo spirito antipacifista, il Fascismo lo trasporta<br />
anche nella vita degli in<strong>di</strong>vidui. L'orgoglioso motto squadrista cme<br />
ne frego*, scritto sulle bende <strong>di</strong> una ferita, è un atto <strong>di</strong> filosofia non<br />
soltanto stoica, è il sunto <strong>di</strong> una dottrina non soltanto politica: è<br />
l'educazione al combattimento, l'accettazione dei rischi che esso<br />
comporta; è un nuovo stile <strong>di</strong> vita italiano. Così il fascista accetta,<br />
ama la vita, ignora e ritiene vile il suici<strong>di</strong>o; comprende la vita come<br />
dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena:<br />
vissuta per sé, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti<br />
e futuri,.<br />
(da da Dottrina del Fascismo*, cap. II - Dottrinapolitica e sociale).<br />
ABBONATEVI A<br />
Europa Regioni I<br />
agenzia settimanale per gli enti regionali e locali<br />
La pace perpetua i<br />
e.. . Però la ragione, dal suo trono <strong>di</strong> suprema potenza morale<br />
legislatrice, condanna assolutamente la guerra come proce<strong>di</strong>mento<br />
giuri<strong>di</strong>co, mentre eleva a dovere imme<strong>di</strong>ato lo stato <strong>di</strong> pace, che<br />
tuttavia non può essere creato o assicurato, senza una convenzione<br />
dei popoli tra loro: così <strong>di</strong>viene necessaria una lega <strong>di</strong> particolare<br />
tipo, che si può chiamare lega della pace Cfoedus paczficum) e che va<br />
<strong>di</strong>stinta dal patto <strong>di</strong>pace (pactumpacis), per il fatto che questo cerca<br />
<strong>di</strong> mettere semplicemente fine ad una guerra, mentre invece quello<br />
cerca <strong>di</strong> mettere fine a tutte le guerre, e per sempre. Questa lega non<br />
ha lo scopo <strong>di</strong> far acquistare potenza ad un qualche stato, ma mira<br />
solo alla conservazione e alla sicurezza della libertà <strong>di</strong> uno stato, per<br />
sé, e al tempo stesso per sottomettersi (come gli uomini nello stato <strong>di</strong><br />
natura) a leggi pubbliche e a una coazione tra <strong>di</strong> loro. Si può imma-<br />
ginare I'attuabilità (realtà oggettiva) <strong>di</strong> questa idea <strong>di</strong> federalismo<br />
che gradualmente si deve estendere a tutti gli stati, e condurre così<br />
alla pace perpetua: poiché se la fortuna portasse un popolo potente<br />
e illuminato a costituirsi in repubblica (la quale per sua natura deve<br />
tendere alla pace perpetua), si avrebbe in ciò un nucleo dell'unione<br />
federativa per gli altri stati, per unirsi ad essa e garantire così lo stato<br />
<strong>di</strong> pace fra gli stati, conformemente all'idea del <strong>di</strong>ritto internaziona-<br />
le, estendendolo sempre più tramite altre unioni dello stesso tipo».<br />
(do/ aprogetto per una pace perpetua* <strong>di</strong> Emanuele Kant)<br />
Organo mensile dell'AICCE, associazione unitaria<br />
esce tutti i venerdì a cura deU'AICCE <strong>di</strong> Comuni, Province, Regioni<br />
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