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globalizzazione e vita delle donne - Consigliera di Parità

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Globalizzazione e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong><br />

Conferenza ONU sulle <strong>donne</strong> <strong>di</strong> Pechino del 1995, che segna attraverso il riconoscimento della<br />

centralità <strong>delle</strong> tematiche <strong>di</strong> genere nella politica , della necessità della promozione <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> in<br />

ogni società e della piena attuazione dei <strong>di</strong>ritti <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> come <strong>di</strong>ritti umani , la centralità <strong>delle</strong><br />

<strong>donne</strong> nella <strong>globalizzazione</strong>. Di fatto, le Conferenze <strong>delle</strong> Nazioni unite negli anni novanta hanno<br />

in<strong>di</strong>cato le <strong>donne</strong> come "soggetti attivi" dello sviluppo sostenibile.<br />

Il nuovo millennio si è aperto con una grande impegno a livello mon<strong>di</strong>ale per la lotta alla povertà.<br />

L'obiettivo <strong>di</strong> ridurre la povertà è stato oggetto <strong>di</strong> un vertice dei G8 e ha costituito il primo punto<br />

dell'agenda dell'Assemblea Generale <strong>delle</strong> Nazioni unite del 2000, la Millennium Assembly.<br />

Ugualmente impegnativo è stato lo sforzo compiuto dalla Banca mon<strong>di</strong>ale con il rapporto 2000<br />

mentre l'UNDP, ha prodotto contributi <strong>di</strong> grande importanza, frutto della collaborazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi<br />

quali Amartya Sen 1 , a cui in particolare si deve la definizione <strong>di</strong> un approccio innovativo basato<br />

sul potenziamento <strong>delle</strong> "capacità" degli in<strong>di</strong>vidui per ampliare la loro partecipazione alla <strong>vita</strong> economica<br />

e sociale e ridurre la crescente emarginazione. In questo contesto le <strong>donne</strong>, che da più <strong>di</strong><br />

trenta anni, hanno lavorato per mettere in evidenza il risvolto "umano" e "sociale" dello sviluppo e<br />

che soprattutto nelle società del Sud del mondo sono le agenti principali della cura degli in<strong>di</strong>vidui,<br />

sono dunque <strong>di</strong>venute un soggetto importante dello "sviluppo sostenibile" 2 . Questo in<strong>di</strong>rizzo strategico<br />

è stato riba<strong>di</strong>to nel corso della recente Sessione Speciale dell'Assemblea Generale <strong>delle</strong><br />

Nazioni unite per la revisione della Piattaforma della Conferenza ONU sulle <strong>donne</strong> <strong>di</strong> Pechino,<br />

chiamata WOMEN 2000 che rimanda ad una rinnovata attenzione al ruolo <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> nello sviluppo<br />

nel contesto della <strong>globalizzazione</strong> 3. Bastano pochi dati per far rilevare quanto sia fondamentale<br />

il ruolo <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> nello sviluppo. Le <strong>donne</strong> costituiscono oramai più <strong>di</strong> un terzo della forza<br />

lavoro mon<strong>di</strong>ale, ma a causa <strong>delle</strong> <strong>di</strong>scriminazioni, i due terzi degli 876 milioni <strong>di</strong> analfabeti sono<br />

<strong>donne</strong>. Eppure la maggior parte del lavoro nel settore informale nei paesi del Sud del mondo viene<br />

realizzato dalle <strong>donne</strong> che contribuiscono considerevolmente alla economia <strong>di</strong> sopravvivenza.<br />

Tuttavia non si può certamente ignorare che i problemi attuali nella governance mon<strong>di</strong>ale e la crescita<br />

dei conflitti armati e <strong>delle</strong> successive emergenze, rendono complicato il cammino dello sviluppo<br />

e quin<strong>di</strong> ci costringono a ripensare la strategia <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> nel contesto <strong>delle</strong> Nazioni unite.<br />

In sintesi, io ritengo che ci sia uno stato <strong>di</strong> crisi, legato allo scenario più generale che è riuscito ad<br />

offuscare la lunga storia, <strong>di</strong> ormai 30 anni, che le <strong>donne</strong>, non solo occidentali, hanno percorso<br />

all'interno <strong>delle</strong> Nazioni unite Ritengo tuttavia che ci siano, per l'Italia ma anche per il resto del<br />

mondo, <strong>delle</strong> luci e <strong>delle</strong> ombre: una luce è stata, ad esempio, l'apertura fatta da due <strong>donne</strong> del<br />

forum sociale appena tenutosi. Per riprendere in mano questa governance che è impazzita per la<br />

strategia della guerra preventiva, per riprendere in mano questioni <strong>di</strong> governance a cui le <strong>donne</strong><br />

non si possono sottrarre, sia le <strong>donne</strong> <strong>delle</strong> istituzioni sia le <strong>donne</strong> <strong>delle</strong> società civile, bisogna<br />

lavorare su livelli <strong>di</strong>versi territorialmente, cioè bisogna lavorare a livello locale, a livello <strong>di</strong> sistemi<br />

multilaterali e a livello nazionale.<br />

Ecco la mia proposta: le Nazioni Unite nel 2005 avranno 2 verifiche importanti: la verifica della<br />

Commission for Women e Pechino + 10; la verifica del Millenium Round nel corso dell'Assemblea<br />

Generale <strong>delle</strong> Nazioni Unite a ottobre del 2005. Io credo che da febbraio 2004 a ottobre 2005, le<br />

<strong>donne</strong> che stanno nelle istituzioni locali, nazionali e anche soprattutto quelle della società civile, le<br />

femministe e quelle del movimento <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>, dovrebbero lavorare per premere sulle istituzioni<br />

con cui lavorano, e anche con le istituzioni nazionali, perché ci sia un'attenzione maggiore nei confronti<br />

dei processi <strong>di</strong> preparazione <strong>delle</strong> Nazioni Unite. In conclusione, mi sembra che tutto il processo<br />

dell'Agenda 21 vada a sostegno <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> governance locale e globale da cui mi<br />

aspetto una ripresa <strong>di</strong> avvicinamento ai processi decisionali da parte <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>.<br />

1 Si richiama in particolare il Rapporto Speciale dell'UNDP del 1998 sulla Povertà Umana che è basato sulle teorie dell'economista A. Sen.<br />

2 Sia la Conferenza <strong>delle</strong> Nazioni unite sulla Popolazione del 1994 al Cairo che la Conferenza sulle Donne del 1995 a Pechino, hanno riba<strong>di</strong>to l'importanza<br />

dell'"empowerment" <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>, ovvero del riconoscimento della loro autonomia e del loro potere decisionale, e del "mainstreaming",<br />

ovvero della valorizzazione politica <strong>di</strong> queste soggettività femminili nella sfera pubblica come un pre-requisito per "la sicurezza politica, sociale, economica<br />

e culturale tra le popolazioni" (dalla Piattaforma <strong>di</strong> Pechino)<br />

3 Il documento finale "Further actions and initiatives to implement the Beijing Declaration and the Platform for Actions", sottoscritto dai paesi membri<br />

<strong>delle</strong> Nazioni unite, consolida le tematiche del mainstreaming e dell'empowerment.<br />

<strong>globalizzazione</strong> e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong><br />

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