globalizzazione e vita delle donne - Consigliera di Parità
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Mara RUMIZ Presidente del Consiglio Comunale <strong>di</strong> Venezia<br />
L'Agenda 21 <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> <strong>di</strong> Venezia<br />
A Venezia l'Agenda 21 è nata dall'alto, così come <strong>di</strong>ceva l'assessore Gamba: è nata per volontà<br />
della Fondazione Mattei, a metà degli anni '90; ha prodotto anche pregevoli lavori, soprattutto nel<br />
campo dell'analisi dei flussi turistici e <strong>delle</strong> tematiche ambientali, ma senza riuscire a coinvolgere,<br />
nei fatti, sia l'Amministrazione nel suo complesso che le realtà presenti nel territorio.<br />
Sono state proprio le <strong>donne</strong>, durante la fase preparatoria del Summit <strong>di</strong> Johannesburg a porre l'esigenza<br />
<strong>di</strong> un suo ripensamento, partendo dall'idea <strong>di</strong> costruire un 'Agenda 21 <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>.<br />
Oggi è l'intera Amministrazione Comunale che si è data l'obiettivo <strong>di</strong> ricostruire le modalità operative<br />
dell'Agenda 21, coniugando l'esigenza <strong>di</strong> sviluppare percorsi specifici (l'Agenda 21 <strong>delle</strong><br />
<strong>donne</strong>, ad esempio) con quella <strong>di</strong> assicurare principi con<strong>di</strong>visi e una capacità <strong>di</strong> sintesi unitaria in<br />
grado <strong>di</strong> orientare le Amministrazioni.<br />
L'azione <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> a Venezia ha portato negli anni passati a dei risultati fortemente positivi, anche<br />
perché, alla presenza forte <strong>di</strong> un movimento particolarmente vivace fino a un decennio fa, ha corrisposto<br />
la presenza all'interno dell'Amministrazione <strong>di</strong> figure che, pur essendo in numero del tutto<br />
esiguo, hanno lasciato un segno nell'amministrazione stessa: sto pensando a Franca Bimbi, a<br />
Luana Zanella, a Maria Rosa Vitta<strong>di</strong>ni, ma anche le funzionarie comunali, come Alberta Basaglia.<br />
Mi è stato chiesto <strong>di</strong> portare qui a Torino l'esperienza maturata a Venezia. Lo faccio volentieri,<br />
anche se devo premettere che questo non è un momento particolarmente felice per le <strong>donne</strong> (mi<br />
sarebbe piaciuto <strong>di</strong>re per il movimento <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>).<br />
Il Comune <strong>di</strong> Venezia è sempre stato sensibile alle tematiche <strong>di</strong> genere, proprio perché le <strong>donne</strong><br />
hanno saputo farsi sentire, tant'è che sin dagli inizi degli anni 80 è attivo il Centro Donna, connotato<br />
proprio come "luogo <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>". E' stato concepito come laboratorio aperto, con una propria<br />
specificità riscontrabile sia nell'organizzazione che nelle pratiche. Credo che si tratti <strong>di</strong> uno<br />
dei pochi casi in cui un'Amministrazione Pubblica gestisce <strong>di</strong>rettamente una struttura che ha come<br />
obiettivo specifico l'elaborazione <strong>di</strong> politiche <strong>di</strong> genere. Non si tratta <strong>di</strong> un servizio per le <strong>donne</strong>. E'<br />
- dovrebbe essere -una struttura le cui pratiche (professionali, organizzative, <strong>di</strong> relazione fra persone)<br />
sono orientate dalla cultura <strong>di</strong> genere. Le associazioni e i gruppi sono fattori costitutivi e<br />
imprescin<strong>di</strong>bili del Centro, contribuiscono <strong>di</strong>rettamente e in piena autonomia all'elaborazione <strong>di</strong><br />
progetti e il modello organizzativo e gestionale è/dovrebbe essere pensato e sviluppato per realizzare<br />
tali progetti.<br />
La cultura <strong>di</strong> genere non è, quin<strong>di</strong>, cultura sulla con<strong>di</strong>zione della donna e non è neppure solo cultura<br />
<strong>delle</strong> <strong>donne</strong>. L'idea, piuttosto, è quella <strong>di</strong> partire dall'esperienza <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> per orientare le<br />
relazioni sociali, per promuovere la creatività e per sviluppare le reciprocità nei rapporti fra i sessi.<br />
Il Centro Donna è luogo <strong>di</strong> elaborazione e <strong>di</strong> comunicazione culturale, <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> servizi alla<br />
persona, <strong>di</strong> promozione del lavoro femminile, <strong>di</strong> cooperazione fra <strong>donne</strong>.<br />
Penso <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re che rappresenta un'esperienza del tutto originale che potrebbe essere presa a<br />
modello per altre strutture. I car<strong>di</strong>ni su cui poggia - autonomia e specificità - derivano proprio dalla<br />
sua origine.<br />
Il Centro Donna, infatti, è nato dal conflitto tra le <strong>donne</strong> e l'Amministrazione. Fu proprio in seguito<br />
all'occupazione <strong>di</strong> una villa che, nel 1980 le <strong>donne</strong> ottennero dal Comune un piano del Centro Civico<br />
<strong>di</strong> Mestre per perseguire gli obiettivi che nel documento programmatico venivano così in<strong>di</strong>cati:<br />
1) istituire un centro <strong>di</strong> documentazione sulla con<strong>di</strong>zione femminile a partire da una biblioteca specialistica<br />
nel settore e da un archivio;<br />
2) realizzare momenti <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> confronto tra <strong>donne</strong> aggregate e non, attraverso seminari,<br />
<strong>di</strong>battiti e conferenze;<br />
3) coor<strong>di</strong>nare e organizzare attività sociali e culturali proposte da <strong>donne</strong>;<br />
4) proporsi come punto <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong> raccolta <strong>delle</strong> domande e dei bisogni <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>, per<br />
assumerne il ruolo <strong>di</strong> portavoce.<br />
<strong>globalizzazione</strong> e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>