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globalizzazione e vita delle donne - Consigliera di Parità

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Mara RUMIZ Presidente del Consiglio Comunale <strong>di</strong> Venezia<br />

provocati dalla guerra e dalle <strong>di</strong>struzioni. Non si è certo trattato <strong>di</strong> fotocopiare l'esperienza veneziana,<br />

ma si è lavorato sul contesto locale, giovandosi dei collegamenti con le associazioni <strong>di</strong><br />

<strong>donne</strong> e con le ONG.<br />

Altra esperienza interessante è quella condotta nella regione <strong>di</strong> Granma a Cuba. Con gli Uffici<br />

della Cooperazione decentrata dell'ONU si è attivato un progetto, che ha messo insieme il nostro<br />

Comune, la Regione Veneto, le Università Veneziane e Cubane e l'ASL Veneziana, per la bonifica<br />

<strong>di</strong> un'area paludosa ai fini <strong>di</strong> trasformarla in area agricola in cui impiegare personale femminile.<br />

Il progetto è ormai realizzato e al posto <strong>di</strong> una zona paludosa oggi ci sono orti e piantagioni <strong>di</strong><br />

banane e <strong>di</strong> juca e numerose <strong>donne</strong>, anche non più giovanissime, hanno iniziato per la prima volta<br />

a lavorare. Ora esse stesse si stanno ponendo l'obiettivo <strong>di</strong> passare dalla sola produzione alla trasformazione<br />

dei prodotti (conserve e confetture) e alla loro <strong>di</strong>stribuzione.<br />

A Cuba sono attivi altri progetti <strong>di</strong> cooperazione <strong>di</strong> genere: con la Federazione <strong>delle</strong> Donne Cubane<br />

si è aperto un Centro anti-violenza e con il Ministero della Sanità si è collaborato ad un progetto<br />

<strong>di</strong> prevenzione del tumore al seno nelle zone isolate <strong>di</strong> Granma.<br />

Ultima cosa che mi piace citare a proposito <strong>di</strong> cooperazione <strong>di</strong> genere, è il progetto <strong>di</strong> un centro<br />

antiviolenza realizzato ad Algeri.<br />

Per continuare nella presentazione dell'esperienza veneziana, devo ricordare che dal 1998 è attiva<br />

la Consulta <strong>delle</strong> citta<strong>di</strong>ne per i tempi, la qualità della <strong>vita</strong>, i servizi della città e la valorizzazione<br />

<strong>delle</strong> <strong>di</strong>fferenze, rinnovata lo scorso anno.<br />

E' un organo, naturalmente consultivo, <strong>di</strong> supporto all'attività del Consiglio Comunale e della<br />

Giunta e agisce attraverso la formulazione <strong>di</strong> pareri e l'elaborazione <strong>di</strong> proposte relative alla qualità<br />

urbana complessiva e le sue varie articolazioni.<br />

Della Consulta fanno parte le rappresentanti <strong>delle</strong> realtà associative femminili. Partecipano ai lavori<br />

le consigliere comunali, l'assessora, le consigliere <strong>di</strong> quartiere e <strong>di</strong> municipalità.<br />

Dicevo all'inizio che a Venezia viviamo un momento critico su questi temi.<br />

Da una parte c'è il tentativo da parte dell'Amministrazione <strong>di</strong> normalizzare le strutture, omologando<br />

il Centro Donna e il Centro anti-violenza agli altri uffici e servizi del Comune. Ciò porterebbe<br />

ine<strong>vita</strong>bilmente alla loro morte.<br />

Dall'altra c'è stata anche la nostra incapacità a rigenerarci, a trovare temi e progetti che siano in<br />

grado <strong>di</strong> attrarre nuove <strong>donne</strong>, <strong>di</strong> essere allettanti anche per le nuove generazioni.<br />

La strada da intraprendere è proprio quella <strong>di</strong> assumere il tema dello sviluppo sostenibile, tanto più<br />

che proprio su questo a Venezia si sta giocando una partita <strong>di</strong> enormi proporzioni.<br />

Riuscire a sviluppare una progettualità <strong>di</strong> genere (per poi portarla al confronto con i giovani, con<br />

il mondo <strong>delle</strong> associazioni, etc.) sul tema della chimica e della necessaria riconversione <strong>di</strong> Porto<br />

Marghera rappresenterebbe un contributo fortissimo e costituirebbe, credo, anche un'occasione<br />

<strong>di</strong> coinvolgimento <strong>di</strong> nuove <strong>donne</strong>.<br />

Mi piacerebbe sapere se interessa anche ad altre l'approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> genere su questi temi.<br />

Sarebbe interessante costituire una rete <strong>di</strong> <strong>donne</strong> che si misurano con il ri<strong>di</strong>segno <strong>delle</strong> aree industriali,<br />

con l'esigenza <strong>di</strong> riconversione, che si pongono l'obiettivo <strong>di</strong> declinare assieme il bisogno <strong>di</strong><br />

occupazione e <strong>di</strong> sviluppo con quello della sicurezza dell'ambiente.<br />

Sempre sul tema dello sviluppo sostenibile e della necessità <strong>di</strong> costruire nuove reti fra <strong>di</strong> noi.<br />

La mia città, al pari <strong>di</strong> tante altre città d'arte in Italia, Firenze fra tutte, vive da qualche anno una<br />

crisi data dalla sovraesposizione in chiave turistica. Un flusso turistico continuo, ormai spalmato in<br />

tutte le stagioni, in costante, progressivo aumento: 14 milioni <strong>di</strong> turisti l'anno, contro i 65.000 residenti<br />

del centro storico <strong>di</strong> Venezia. Un presenza invasiva, ancora oggi non governata, che è entrata<br />

in conflitto con la "città normale". La capacità <strong>di</strong> produrre red<strong>di</strong>to <strong>delle</strong> attività legate al turismo<br />

non trova concorrenza in altre attività, che vengono inesorabilmente espulse dalla città o che nella<br />

città non trovano più conveniente restarci: prima le attività produttive, poi quelle dei servizi, compresa<br />

la Pubblica Amministrazione.<br />

<strong>globalizzazione</strong> e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>

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