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globalizzazione e vita delle donne - Consigliera di Parità

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Beppe GAMBA Assessore allo Sviluppo Sostenibile della Provincia <strong>di</strong> Torino<br />

Non possiamo certo sostenere <strong>di</strong> avere orientato alla sostenibilità ambientale, sociale e <strong>di</strong> genere<br />

tutti gli investimenti per lo sviluppo del nostro territorio; però una buona parte dei 62 progetti<br />

nei piani <strong>di</strong> investimenti ambientali, che comprendono i 27 progetti nati in seno all'Agenda 21,<br />

hanno introiettato gli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità ambientale e sociale <strong>di</strong> genere e questo rappresenta<br />

un precedente positivo che ora può essere replicato in sequenza.<br />

Ad esempio: nella rimodulazione dei fon<strong>di</strong> strutturali che sta procedendo in queste settimane,<br />

cioè la ridestinazione in seconda battuta dei fon<strong>di</strong> non utilizzati oppure derivanti da economie, i<br />

partecipanti ai tavoli <strong>di</strong> concertazione hanno richiesto al team <strong>di</strong> Agenda 21 <strong>di</strong> produrre criteri<br />

"ambientali" per la selezione dei progetti, ossia <strong>di</strong> trasformare il protocollo <strong>di</strong> sostenibilità<br />

ambientale, sociale e <strong>di</strong> genere in criteri per la selezione che dovranno essere adottati dalle banche.<br />

Sono parziali ma importantissimi segnali <strong>di</strong> successo <strong>di</strong> una politica.<br />

Non possiamo <strong>di</strong>re che il progetto Agenda 21 abbia raggiunto il 100% degli obiettivi, ma come<br />

tutti i processi sociali è un lavoro in corso: infatti, si tratta <strong>di</strong> un processo ormai avviato sul territorio,<br />

un percorso con<strong>di</strong>viso da attori sociali, economici e istituzionali che non riguarda solo più<br />

l'istituzione Provincia.<br />

Sono molto contento che lungo questo percorso, a un certo punto, le <strong>donne</strong> che partecipavano<br />

a vario titolo ai tavoli <strong>di</strong> concertazione, cioè le impren<strong>di</strong>trici, amministratrici pubbliche, esperte e<br />

animatrici, abbiano posto all'attenzione il tema dell'equità <strong>di</strong> genere. Tema che non era stato proposto<br />

dal team <strong>di</strong> Agenda 21 ma è sorto nel corso della <strong>di</strong>scussione: considero questo fatto un<br />

segno <strong>di</strong> <strong>vita</strong>lità del nostro processo, perché è cresciuto dal basso, è stato accolto e ha prodotto<br />

progetti concreti per favorire la partecipazione <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> e la presenza del punto <strong>di</strong> vista<br />

femminile nella programmazione.<br />

Molte <strong>delle</strong> azioni del team Agenda 21 contengono oltre alla variabile ambientale anche quella<br />

<strong>di</strong> genere, e in particolare alcuni progetti sono specificatamente puntati a raggiungere quegli<br />

obiettivi <strong>di</strong> promozione del ruolo e della presenza <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> nel mondo economico, e<br />

nelle attività sociali, in coerenza con le politiche <strong>di</strong> promozione dell'equità <strong>di</strong> genere o <strong>delle</strong><br />

pari opportunità. Ciò non vuol <strong>di</strong>re che è stato fatto tutto e c'è ancora bisogno <strong>di</strong> politica, c'è<br />

ancora bisogno <strong>di</strong> partecipazione, c'è bisogno <strong>di</strong> lavoro e che le amministrazioni continuino a<br />

fare, nei prossimi mandati, la loro parte <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> promozione a questi temi, a questi<br />

processi.<br />

L'ultima annotazione che voglio fare è descrivere un po' il quadro italiano-europeo dell'Agenda<br />

21. L'Italia è partita in ritardo, rispetto ad altre aree europee, nello sviluppo e nella partecipazione<br />

<strong>delle</strong> città ai processi <strong>di</strong> Agenda 21; poi ha recuperato rapidamente grazie a due <strong>di</strong>versi stimoli:<br />

da un lato la nascita del Coor<strong>di</strong>namento italiano <strong>delle</strong> città e <strong>delle</strong> province che sviluppano<br />

un Agenda 21 locale, e dall'altro il supporto che il Ministero dell'Ambiente ha fornito nel periodo<br />

1999-2001 alle amministrazioni locali impegnate in questi processi.<br />

Oggi siamo il paese europeo con il maggior numero <strong>di</strong> Agende 21; anche se da un punto <strong>di</strong> vista<br />

dei risultati la realtà è <strong>di</strong>versa dai numeri, poiché ci sono situazioni avanzatissime e altre ancora<br />

a uno sta<strong>di</strong>o iniziale, si tratta comunque <strong>di</strong> una realtà in grande movimento.<br />

Ciò che <strong>di</strong>fferenzia l'Italia dal resto d'Europa, soprattutto del nord Europa, è che le Agende 21, i<br />

processi <strong>di</strong> sviluppo sostenibile, i piani d'azione sostenibili italiani sono molto più caratterizzati<br />

dal punto <strong>di</strong> vista ambientale, cioè tendono ad essere molto "ver<strong>di</strong>", e tendenzialmente si pongono<br />

un po' meno l'obiettivo della integrazione <strong>delle</strong> variabili sociali ed economiche nella loro<br />

elaborazione.<br />

Questo perché nascono connotate ideologicamente e culturalmente: l'Agenda 21 è spesso lo<br />

strumento d'azione del solo Assessore all'ambiente e non <strong>di</strong> tutta l'amministrazione, Sindaco in<br />

primis, <strong>di</strong>versamente da come avviene nelle altre città europee.<br />

Nel resto d'Europa, le Agende 21 sono nate, per lo più, su spinta <strong>di</strong> gruppi locali, talvolta da soggetti<br />

economici e non solo su proposta dell'amministrazione locale, dell'istituzione. Il fatto che le<br />

<strong>globalizzazione</strong> e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>

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