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globalizzazione e vita delle donne - Consigliera di Parità

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Grazia Francescato Co-portavoce dei Ver<strong>di</strong> Europei<br />

L'Agenda 21 in Europa<br />

Se siamo qui tutte attente, vuol <strong>di</strong>re che abbiamo la consapevolezza che il momento è pericolosissimo.<br />

Mi fa piacere <strong>di</strong> essere la prima ed unica famiglia europea che viene rappresentata<br />

da un portavoce donna e da un portavoce uomo, infatti ho un partner maschio che si chiama<br />

Pekka Haavisto, ex Ministro dell'Ambiente Finlandese. In altre parole, in tutte le istituzioni siamo<br />

eletti in 2. Il gruppo Verde al Parlamento Europeo ha un vicepresidente uomo, Daniel Cohn-<br />

Ben<strong>di</strong>t, e un presidente donna che è Monica Frassoni. Credo che questo sia un dato importante,<br />

credo che questo fatto <strong>di</strong> essere così fortemente presenti con un forte filone rosa nel verde<br />

non sia estraneo alla capacità che abbiamo avuto in 2 anni, un tempo che è pochissimo in politica,<br />

<strong>di</strong> unire 32 partiti Ver<strong>di</strong>, dell'est e dell'ovest, e non in maniera così formale come i partiti<br />

comunisti con Bertinotti ma piuttosto con principi guida uniti da un manifesto comune, una<br />

comune campagna europea e da statuti comuni. Questa capacità <strong>di</strong> tessere <strong>delle</strong> tele non è<br />

estranea al fatto che c'è una forte presenza della componente <strong>donne</strong>, fattore assolutamente<br />

necessario perché il momento è pericolosissimo, c'è un ritorno in<strong>di</strong>etro spaventoso e dobbiamo<br />

<strong>di</strong>rci che il famoso sviluppo sostenibile tanto auspicato ormai è morto e sepolto. E la sepoltura<br />

dello sviluppo sostenibile è avvenuta a Johannesburg. Io sono stata presente alla nascita <strong>di</strong> questa<br />

teoria dello sviluppo sostenibile quando era ancora un'eresia, nell'ormai remoto 1972 -sembrano<br />

secoli fa, infatti sono 32 anni-. Ero presente quando è stata formulata questa eresia dello<br />

sviluppo sostenibile, cioè del matrimonio tra ecologia ed economia, che, come <strong>di</strong>co io, è riuscita<br />

a <strong>di</strong>ventare ortodossia nel '92; ero presente quando a Rio de Janeiro, con grande solennità,<br />

156 gran<strong>di</strong> del mondo hanno sancito la necessità che la sostenibilità <strong>di</strong>ventasse la rotta lungo<br />

la quale tutto il pianeta avrebbe dovuto viaggiare. L'illusione è durata poco, qualcosa è stato<br />

fatto ma è durato poco, basta vedere come è stato faticoso e tormentato il viaggio dei famosi<br />

protocolli <strong>di</strong> Kyoto, che devono ancora essere implementati, e Johannesburg ha segnato la<br />

sepoltura <strong>di</strong> tutto. La teoria dello sviluppo sostenibile è <strong>di</strong>ventata un mantra sempre evocato da<br />

tutti quanti, da tutti i documenti dell'ONU e dell'Unione Europea nei quali lo sviluppo sostenibile<br />

viene costantemente evocato ma molto raramente applicato. Nel frattempo, e soprattutto negli<br />

ultimi 4 anni, qualcos'altro è accaduto nel pianeta, e non è un caso che siamo una <strong>delle</strong> poche<br />

generazioni che ha girato la pagina del secolo testimoniando un cambio <strong>di</strong> epoca così clamoroso,<br />

così eclatante. In questi 4 anni, prendo Settle come momento topico in cui lo spirito dei tempi<br />

è reso visibile, la <strong>globalizzazione</strong> intesa come mercato è avanzata, ha spiazzato l'intero pianeta,<br />

buttando a mare tutte le regole eccetto le regole del mercato per cui qualunque elemento<br />

della nostra <strong>vita</strong> è <strong>di</strong>ventato merce, a cominciare dai nostri stessi corpi, a cominciare dal nostro<br />

stesso co<strong>di</strong>ce genetico, ve<strong>di</strong> gli OGM - questo impone una riflessione epocale anche al centrosinistra.<br />

Noi siamo <strong>di</strong> fronte a un cambiamento della natura stessa dei <strong>di</strong>ritti, in cui c'è uno strano<br />

mix tra la necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere i <strong>di</strong>ritti arcaici e quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la propria faccia, per<br />

esempio <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> afghane, o quello <strong>di</strong> avere accesso all'acqua, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere il proprio co<strong>di</strong>ce<br />

genetico: scusate, ma 10 o 20 anni fa qualcuno <strong>di</strong> noi pensava che avremmo dovuto <strong>di</strong>fendere<br />

il co<strong>di</strong>ce genetico? la nostra proprietà? In pratica, siamo a metà strada, con un piede nella<br />

Bibbia e un piede nel 2000; basta vedere le icone <strong>delle</strong> guerre attuali, in cui da una parte c'è<br />

Osama Bin Laden, vestito come un profeta, però con il kalashnicov in mano, dall'altra c'è l'ipertecnologizzato<br />

soldato U.S.A. che utilizza tutte le tecnologie del terzo millennio. Quin<strong>di</strong> è cambiata<br />

la natura stessa dei <strong>di</strong>ritti, ma quello che è cambiato <strong>di</strong> più è il fatto che il concetto <strong>di</strong> guerra<br />

si è ampliato. Bianca Pomeranzi <strong>di</strong>ceva, visto che ci sono 57 conflitti nel mondo, che non è<br />

soltanto la guerra con le armi che ci preoccupa. Ci preoccupa la guerra economica, cioè il fatto<br />

che tutte le regole sono state spazzate via dalla sola ed esclusiva regola del mercato che trasforma<br />

tutto in merce. Questo è un grave problema, guardate che anche il commercio è un'arma<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> massa e non soltanto le bombe più o meno intelligenti; e chi è stato, sicu-<br />

<strong>globalizzazione</strong> e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong><br />

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