globalizzazione e vita delle donne - Consigliera di Parità
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Globalizzazione e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong><br />
contribuirà a rallentare la crescita demografica e a ridurre le <strong>di</strong>mensioni della popolazione mon<strong>di</strong>ale<br />
futura.<br />
Tra l'altro, un rallentamento della crescita demografica nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo sarà essenziale<br />
per alleviare la pressione ambientale. Infatti non si può ignorare che la crescita demografica continua<br />
ad essere più rapida dove i bisogni sono maggiori. Il tasso <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà raggiunge il suo massimo<br />
nei paesi più poveri e tra le persone più povere <strong>di</strong> tali paesi.<br />
Ed è altrettanto vero che là dove i bisogni sono maggiori non viene offerta la libertà <strong>di</strong> scelta alle<br />
popolazioni perché non sono <strong>di</strong>sponibili servizi per la salute riproduttiva. Basti pensare che circa<br />
350 milioni <strong>di</strong> coppie non hanno ancora accesso alla contraccezione moderna, e che ogni anno<br />
quasi 600.000 <strong>donne</strong> muoiono per cause connesse con la gravidanza e il parto, il più <strong>delle</strong> volte<br />
proprio perché non hanno accesso a questi servizi e decidono ad esempio <strong>di</strong> abortire in con<strong>di</strong>zioni<br />
non sicure.<br />
Non è possibile ignorare che dalle scelte effettuate e dagli impegni presi negli anni a venire <strong>di</strong>pende<br />
la possibilità che nel 2050 la popolazione mon<strong>di</strong>ale raggiunga la proiezione massima <strong>di</strong> 10,9<br />
miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> persone, quella minima <strong>di</strong> 7,9 miliar<strong>di</strong> o piuttosto quella me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 9,3 miliar<strong>di</strong>.<br />
Negli anni '90 era chiaro che le azioni principali da intraprendere erano due: anzitutto garantire che<br />
il <strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o e alla salute, compresa la salute riproduttiva, <strong>di</strong>venti una realtà per tutte le<br />
<strong>donne</strong>, in secondo luogo che si deve porre fine alla miseria <strong>delle</strong> persone che vivono con meno <strong>di</strong><br />
1 dollaro al giorno. Questi due obiettivi sono strettamente correlati poiché la maggioranza <strong>delle</strong><br />
persone in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> povertà assoluta è costituita da <strong>donne</strong> e dai loro bambini: prendere misure<br />
in una <strong>di</strong>rezione rafforzerà le misure nell'altra.<br />
I governi, i donatori internazionali, la società civile e il settore privato hanno tutti un importante<br />
ruolo da svolgere per raggiungere tali obiettivi e per cercare <strong>di</strong> creare un circolo virtuoso tra famiglie<br />
più piccole e più sane, madri forti, bambini più sani, più scolarizzati, con maggiori opportunità<br />
e una sempre maggiore stabilizzazione demografica e sostenibilità ambientale.<br />
Le conferenze degli anni 90, Rio, Vienna, Cairo, Copenaghen, Pechino sono state tutte occasioni<br />
in cui si sono compiuti passi avanti nel riconoscere l'importanza dei temi della popolazione, dei<br />
<strong>di</strong>ritti e dell'empowerment <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> per l'agenda dello sviluppo. Ognuna <strong>di</strong> quelle Conferenze<br />
aveva sollecitato una profonda revisione <strong>delle</strong> politiche e l'adozione <strong>di</strong> numerosi interventi specifici,<br />
compresa l'elaborazione e l'attuazione <strong>di</strong> piani nazionali nonché un mutamento <strong>delle</strong> politiche e<br />
<strong>delle</strong> priorità nazionali. Si pensava che il progresso verso la realizzazione <strong>di</strong> uno sviluppo sostenibile<br />
fosse inarrestabile.<br />
Quest'anno celebriamo il decimo anniversario della Conferenza del Cairo su Popolazione e<br />
Sviluppo, durante la quale erano stati concordati una serie <strong>di</strong> obiettivi precisi ed espliciti, seguendo<br />
un'impostazione basata sui <strong>di</strong>ritti umani e sull'autodeterminazione in<strong>di</strong>viduale. Tra questi figuravano<br />
la rimozione <strong>delle</strong> <strong>di</strong>suguaglianze tra i sessi a livello <strong>di</strong> istruzione primaria e secondaria<br />
entro il 2005, e la garanzia dell'istruzione primaria per tutti entro il 2015, nette riduzioni della maternità<br />
materna, perinatale e della mortalità infantile al <strong>di</strong> sotto dei cinque anni e infine l'accesso universale<br />
entro il 2015 ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva compresi tutti gli strumenti per<br />
una sicura e affidabile pianificazione familiare. Raggiungere questi obiettivi significherebbe inoltre<br />
anticipare la stabilizzazione demografica. L'applicazione <strong>delle</strong> raccomandazioni del Cairo sullo sviluppo<br />
avrebbe contribuito alla riduzione della povertà e alla tutela dell'ambiente. Tra l'altro nel programma<br />
d'azione approvato dalla Conferenza del Cairo si era fatta una stima <strong>di</strong> quanti fossero i<br />
finanziamenti necessari per raggiungere quegli obiettivi: 17,000 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari fino al 2000.<br />
Questa cifra non è stata mai raggiunta e, mentre i governi dei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo hanno fatto<br />
del loro meglio, i paesi donatori non hanno mantenuto le promesse fatte. L'Italia è il fanalino <strong>di</strong><br />
coda , destinando alla cooperazione allo sviluppo solo lo 0,20 del prodotto interno lordo.<br />
Ed invece, proprio la conferenza sull'ambiente <strong>di</strong> Johannesburg, nel 2002, ha <strong>di</strong>mostrato che non<br />
possiamo dare niente per scontato e che le verifiche a <strong>di</strong>eci anni dalle altre Conferenze sono estre-<br />
<strong>globalizzazione</strong> e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong><br />
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