globalizzazione e vita delle donne - Consigliera di Parità
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Patrizia GERMINI Coor<strong>di</strong>natrice Nazionale C.N.I.F. Confesercenti<br />
Sostenibilità economica e sviluppo <strong>delle</strong> piccole e me<strong>di</strong>e imprese femminili<br />
E' questo un convegno importante, <strong>di</strong> alto profilo, su temi ambiziosi e ringrazio per l'attenzione<br />
rivolta al sistema <strong>delle</strong> piccole imprese e per opportunità <strong>di</strong> affrontare insieme questi temi confrontando<br />
le nostre <strong>di</strong>fferenti esperienze .<br />
Rappresento il CNIF coor<strong>di</strong>namento nazionale dell'impren<strong>di</strong>toria femminile Confesercenti, vi porto il<br />
saluto <strong>delle</strong> impren<strong>di</strong>trici Confesercenti da sempre vicine ai temi dello sviluppo etico e sostenibile.<br />
Il ruolo del CNIF è quello <strong>di</strong> rappresentare la specificità del fare impresa al femminile nel contesto<br />
<strong>delle</strong> politiche nazionali sostenendo a livello territoriale tramite l'azione <strong>delle</strong> se<strong>di</strong> Confesercenti<br />
la nascita ed il consolidamento dell'impren<strong>di</strong>torialità femminile nei settori <strong>di</strong> nostra competenza:<br />
commercio , turismo e servizi.<br />
Il mio compito oggi è quello <strong>di</strong> portare un contributo per cercare <strong>di</strong> rispondere ai seguenti quesiti:<br />
Possono le piccole e me<strong>di</strong>e imprese, in questo caso femminili perché il focus <strong>di</strong> oggi è questo, contribuire<br />
ad uno sviluppo sostenibile? Ed i concetti <strong>di</strong> sostenibilità economica possono coniugarsi<br />
con le possibilità <strong>di</strong> sviluppo <strong>delle</strong> piccole e me<strong>di</strong>e imprese femminili.<br />
Una risposta affermativa non è assolutamente esaustiva. Occorre prima <strong>di</strong> tutto affrontare una<br />
breve riflessione sulle imprese, sulla loro tipicità, sulle loro <strong>di</strong>fferenze e fornire un breve quadro<br />
sulle imprese femminili in Italia.<br />
Di solito, le imprese vengono trattate in termini neutri; ma così non dovrebbe essere se si guarda<br />
ai numeri. In Europa le piccole e me<strong>di</strong>e imprese rappresentano circa il 93% <strong>delle</strong> imprese europee,<br />
le microimprese rappresentano tra queste ancora un altro universo, molto particolare .Solo<br />
questo per <strong>di</strong>re che le imprese non sono tutte uguali , le micro e piccole imprese non sono, contrariamente<br />
a quanto sembra essere il sentire comune, imprese facili da gestire. Non sono imprese<br />
semplificate nelle quali vengono a mancare i tipici processi gestionali, al contrario gestiscono<br />
al loro interno tutte le complessità manageriali <strong>di</strong> una grande impresa con in più il fatto che tali<br />
processi vengono gestiti dal poche persone, spesso una sola, sulle quali ricadono tutte le variabili<br />
organizzative e funzionali.<br />
Questa concezione e generalizzazione comporta il fatto che , ancora oggi, numerosi documenti<br />
internazionali continuano a parlare <strong>di</strong> imprese ed impren<strong>di</strong>torialità in modo assolutamente NEU-<br />
TRO , e questa neutralità spesso genera non conoscenza e mancanza <strong>di</strong> valorizzazione <strong>delle</strong> specificità<br />
del potenziale sociale ed economico espresso dalle micro-piccole imprese .<br />
Analizziamo ora, un momento la realta' <strong>delle</strong> imprese femminili in Italia:<br />
In Italia, nel 1992 è stata approvata la legge 215 che promuove la realizzazione <strong>delle</strong> pari opportunità<br />
per l'impren<strong>di</strong>toria femminile. E' questo uno strumento abbastanza particolare, che promuove<br />
la creazione ed il consolidamento <strong>delle</strong> imprese femminili, che si pone come strumento <strong>di</strong> politica<br />
attiva per la realizzazione <strong>delle</strong> pari opportunità. E' una legge che non ha mai avuto <strong>vita</strong> facile<br />
se si pensa che solo nel '97 è stato possibile emanare il primo bando <strong>di</strong> applicazione.<br />
Nel 4° bando chiuso nel 2002, sono state presentate 27.000 domande, <strong>di</strong> queste ne sono state<br />
ammesse 22.000 e ne sono state agevolate solo 5.000., questo significa che 17.000 pratiche <strong>di</strong><br />
agevolazione sono rimaste sospese per mancanza <strong>di</strong> fon<strong>di</strong>. Sulle 27.000 domande, 22.000 sono<br />
state ritenute idonee, quin<strong>di</strong> significa che le <strong>donne</strong> progettano imprese piccole ma le progettano<br />
bene e che il problema principale è nella mancanza dei fon<strong>di</strong>.<br />
Occorre quin<strong>di</strong> continuare a lottare per ottenere lo smobilizzo dei fon<strong>di</strong> previsti in Finanziaria.<br />
La fotografia dell'impren<strong>di</strong>torialità in Italia, è una fotografia in bianco e nero, proviamo ad analizzare<br />
questi dati per cercare un po' <strong>di</strong> colore.<br />
Dall'analisi dei progetti per la costituzione e/o il potenziamento <strong>delle</strong> imprese femminili presentati<br />
a valere sulla legge 215 si evince che: le <strong>donne</strong> gestiscono imprese innovative, in settori <strong>di</strong> competenza<br />
dell'Agenda 21, sono molto presenti nel settore dei servizi; fanno imprese molto orientate<br />
alla tutela e valorizzazione dell'ambiente, tantissimi sono i business plan che presentano la cer-<br />
<strong>globalizzazione</strong> e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong><br />
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