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globalizzazione e vita delle donne - Consigliera di Parità

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Aitanga Giral<strong>di</strong> Responsabile Politiche Pari Opportunità della CGIL<br />

Globalizzazione e <strong>di</strong>ritti <strong>delle</strong> <strong>donne</strong><br />

Nel mondo globalizzato il 20% <strong>delle</strong> persone consuma l'83% <strong>delle</strong> risorse. Gli ultimi dati del rapporto<br />

FAO <strong>di</strong>mostrano come sia aumentato il <strong>di</strong>vario tra i paesi ricchi e paesi poveri, spiegano la<br />

strutturalità dei flussi migratori dal sud al nord del mondo e pongono un interrogativo sulla reale<br />

volontà ed efficacia <strong>delle</strong> politiche concrete <strong>di</strong> aiuto ai paesi in via <strong>di</strong> sviluppo. Il ruolo protezionista<br />

che l'Europa ha giocato nella Conferenza dell'OMC <strong>di</strong> Cancun fotografa impietosamente lo<br />

scarto tra pronunciamenti e pratiche concrete, ma anche il rifiuto nuovo <strong>di</strong> quella logica da parte<br />

<strong>di</strong> molti paesi importanti, il Brasile, il Sudafrica e l'In<strong>di</strong>a ed altri ancora.<br />

Il rapporto dell'ONU presentato nel 55° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti<br />

dell'Uomo evidenzia come le <strong>donne</strong> e i bambini del mondo siano gli esclusi dal progresso sociale,<br />

che l'emergenza dei <strong>di</strong>ritti umani è donna, che il 70% dei poveri del mondo è donna. Le <strong>donne</strong> producono<br />

la metà del cibo e sono la maggioranza <strong>delle</strong> forza lavoro, ma guadagnano solo il 10% del<br />

red<strong>di</strong>to mon<strong>di</strong>ale e possiedono meno dell'1% <strong>delle</strong> proprietà.<br />

Dalla combinazione <strong>di</strong> questi dati risulta chiaro che la <strong>globalizzazione</strong> ha indubbiamente una straor<strong>di</strong>naria<br />

potenzialità in termini <strong>di</strong> innovazione e <strong>di</strong> ricerca, ma che <strong>di</strong> fatto non ha prodotto né maggior<br />

ri<strong>di</strong>stribuzione del red<strong>di</strong>to fra le popolazioni del mondo, né maggior <strong>di</strong>ritti e meno povertà per<br />

le <strong>donne</strong>.<br />

In nessun Paese, neppure in quelli più ricchi e sviluppati le <strong>donne</strong> sono trattate in modo uguale<br />

agli uomini. Non hanno a <strong>di</strong>sposizione la stessa quantità <strong>di</strong> risorse e lo stesso sostegno alle loro<br />

capacità, anche se è vero che i Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo presentano i problemi più urgenti, poiché<br />

la <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> genere è strettamente correlata alla povertà. Perdura l'analfabetismo, <strong>di</strong> cui le<br />

<strong>donne</strong> rappresentano il 63%; 2 milioni <strong>di</strong> <strong>donne</strong> all'anno sono infettate dal virus HIV e 1.2 milioni<br />

<strong>di</strong> <strong>donne</strong> sono uccise dall'Aids; 2 milioni <strong>di</strong> bambine sono costrette a prostituirsi; 585.000 <strong>donne</strong><br />

muoiono ogni anno per cause legate alla gravidanza e al parto; 60 milioni <strong>di</strong> <strong>donne</strong> sono assenti<br />

dalle statistiche a causa degli aborti selettivi; 130 milioni <strong>di</strong> <strong>donne</strong> hanno subito mutilazioni dei<br />

genitali. Inoltre i 2/3 dei 40 milioni <strong>di</strong> rifugiati nel mondo sono <strong>donne</strong> e bambini.<br />

Il Sindacato è in tutto il mondo uno degli strumenti <strong>di</strong> sviluppo della democrazia. Le <strong>donne</strong> iscritte<br />

ai Sindacati che aderiscono nel mondo alla Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi<br />

sono circa 63 milioni su un totale <strong>di</strong> 157 milioni. Le Organizzazioni sindacali crescono in generale<br />

quasi esclusivamente grazie all'apporto <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>, come <strong>di</strong>mostra il caso Australia dove nel<br />

2000 vi è stato un aumento <strong>di</strong> più <strong>di</strong> trecentomila iscritte a fronte circa novemila iscritti o il caso<br />

Europa dove fin dagli anni '80 l'aumento degli iscritti ai Sindacati è dovuto soprattutto all'adesione<br />

<strong>delle</strong> lavoratrici. Si può affermare quin<strong>di</strong> che "le <strong>donne</strong> fanno bene al Sindacato", ma anche che "il<br />

Sindacato fa bene alle <strong>donne</strong>". Infatti le <strong>di</strong>fferenze salariali fra uomini e <strong>donne</strong> in Europa sono inferiori<br />

laddove i sindacati sono più femminilizzati. Nei Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo i <strong>di</strong>ritti <strong>delle</strong> lavoratrici<br />

sono più tutelati nei settori dove è presente il Sindacato. Lo stesso <strong>di</strong>casi anche per gli Stati Uniti.<br />

Parlare <strong>di</strong> <strong>globalizzazione</strong> e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> ha dunque un senso per il Sindacato, in particolare<br />

per la CGIL, se si affronta il tema dell'azione sindacale in una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> genere internazionale<br />

e non più solo nazionale o territoriale, per le conseguenze che scelte assunte in se<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

da quelle nazionali hanno sulle con<strong>di</strong>zioni materiali <strong>delle</strong> persone che rappresentiamo. Il rapporto<br />

nuovo e <strong>di</strong>verso tra imprese e territorio nella competizione globale, la delocalizzazione produttiva,<br />

gli effetti sulle economie <strong>delle</strong> scelte del WTO, del FMI e della Banca Mon<strong>di</strong>ale, l'insicurezza<br />

che pervade tutte le società <strong>di</strong>mostrano come quella <strong>di</strong>mensione sia altrettanto necessaria<br />

per ridefinire i valori cui ancorare la nostra azione e per misurare efficacia e razionalità della rappresentanza<br />

sociale e della rappresentanza politica.<br />

Il Sindacato dovrà affrontare nei prossimi anni una sfida ine<strong>di</strong>ta: <strong>di</strong>ventare protagonista della progressiva<br />

affermazione <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> sviluppo sempre più sostenibile.<br />

Lo sviluppo è sostenibile quando tiene conto in modo equilibrato <strong>delle</strong> implicazioni sociali, ambien-<br />

<strong>globalizzazione</strong> e <strong>vita</strong> <strong>delle</strong> <strong>donne</strong><br />

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