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rivista considerazioni nr. 2 - Samnitium

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Spedis Mamerekies Saipins 15<br />

le. Le cassides appaiono collegate anche con definite tattiche di combattimento. A<br />

Roma «la riforma manipolare, che coincide con l’introduzione dell’elmo metallico e<br />

dello scudo allungato, è attribuita dalle fonti letterarie a Camillo. Essa comunque<br />

ebbe luogo non dopo la metà del IV secolo a.C.» 44 , ma in Italia la tradizione di segnare<br />

il copricapo militare con il nome del proprietario appare «almeno dalla fine del VI<br />

sec. a.C. [ … ], e permane fino a età imperiale».<br />

1.3. La paleografia di Lu 18, per sé, non impegnerebbe più di tanto (in generale<br />

e nel caso particolare: § 0.2.) giusta puntuali riscontri troppo scarsi (scritte italiche<br />

in alfabeto greco su armi) e, in genere, privi di un ambito storico nel quale<br />

collocarli (perduto). Comunque, non tutto è scontato.<br />

Lu 19, Lu 37, su copricapo, sono in scriptio continua; il primo testo (RIX<br />

2002: 400-350 a.C. 45 ) è per solito riguardato un po’ più basso dell’altro (e di Lu<br />

18), ammesso che i ‘caratteri (epi)grafici’ di Lu 37, su elmo a calotta riferibile alle<br />

produzioni della stessa serie quotate sopra 46 , siano del tutto conformi all’opinione<br />

corrente.<br />

Questi caratteri in Lu 18 si mostrano più tardi che su Lu 19 - dove molto corta<br />

di suo non sarebbe in contraddizione, anche perché ha un doppione ‘normale’ nello<br />

stesso graffito. Nell’Elmo di Vienna le traverse di , diversamente orientate, si articolano<br />

con le aste laterali; i trattini interni di sono paralleli e della stessa lunghezza;<br />

, , hanno altezza uniforme; l’occhiello di è ampio, ad arco e ad<br />

angoli quasi retti. + e sigma (a quattro tratti divaricati) sovrastano il binario incisorio.<br />

Del pari, 9 (a bracci tendenzialmente distesi) in Lu 37 parrebbe (?) 47 senza costante funzionalità<br />

se marca grafica per fine di parola (ma anche d’inizio 48 ), mentre in Lu 18 ‘delimita’<br />

i blocchi 1, 3 - e parzialmente 2 (mamerekies) da 3 (saipins), già previsti in<br />

sequenza orizzontale (§ 0.1.1.) -, vale a dire, la parte ‘onomastica’ (che dà il nome dell’agente)<br />

dalla forma verbale. Allora, la doppia puntazione interverbale di Lu 18 conserva<br />

funzione propria (separare le parole), seppure riempia lo spazio nei vuoti del sigma.<br />

Dunque, indizierebbe una sorta di ricerca ‘calligrafica’, magari con effetti di ‘horror<br />

vacui’ da intendere qui non tanto come costante ‘arcaica’ quanto, piuttosto, modulo<br />

indirizzato ad affettare un elaborato riferimento ‘arcaizzante’ (donde suggello ‘di stile’).<br />

1.3.1. La grafia destrorsa è normale nel sannita dell’area lucano-bruzia post ±

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