rivista considerazioni nr. 2 - Samnitium
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Spedis Mamerekies Saipins 19<br />
visti di ancoraggi cronologici riscontrati per via archeologica. Come l’A. non<br />
omette di riconoscere 69 , la datazione dei testi in simili condizioni permane incerta;<br />
non resta che il ricorso a criteri interni, ‘grafici’ (che non significa ‘fonetici’<br />
tout court). In proposito, non c’è bisogno di ripetere quanto poco affidamento si<br />
debba fare «su criteri astratti di definizione cronologica in base ai caratteri paleografici»<br />
70 e su quanto altro di simile derivazione – in particolare per il sannita le<br />
cui emergenze in grafia ‘nazionale’ e ‘greca’ attendono uno studio sia mirato sia<br />
complessivo per il settore (paleo)grafico.<br />
2. Il segmento Spedi" (spedis) non è in discussione, acquisito in un graffito<br />
ben conservato e senza incertezze alla lettura quanto ai simboli alfabetici (§ 0.1.).<br />
Del pari, pol. Spevndio", diod. Spovndion appaiono di tradizione coerente (:<br />
codici), difficile, quindi, che siano forme corrotte (§ 2.1.1.); in aggiunta, a -d- nel<br />
nome inciso su Lu 18 oppongono -nd-. Se questa coincidenza potrebbe astrattamente<br />
imputarsi a un errore in POLIBIO e, al seguito, in DIODORO (o nelle sottese<br />
fonti), Spovndion di quest’ultimo, però, non si sovrappone del tutto a pol.<br />
Spevndio", al cui -e- in protosillaba risponde con -o-; sul punto parrebbe, dunque,<br />
indipendente dal precedente delle jIstorivai 71 . Del resto, spendio- / spondio- non è<br />
un antroponimo greco 72 e neppure frequente 73 ; questo taglia via l’eventualità che<br />
le forme -n- ricalchino proprio corrispettivi greci (~ Spedi" dell’Elmo, allora<br />
denasalizzato). Né pare verosimile assumere in Spevndio" un’alloforma rifatta a<br />
orecchio su gr. Spevndwn, -onto" 74 dal momento che la versione greca di sann.<br />
Spedi" mantiene spedio- (iscrizioni) 75 .<br />
Indubbiamente, Spevndio" e Spovndion devono avere una connessione; rispetto<br />
a sann. Spedi" parrebbero versioni anaptittiche di stampo greco (cfr. n efelcistico<br />
ecc.), ma l’ambito d’analisi dispone di un orizzonte più vasto (cfr. anche al § 7.1.).<br />
I nessi ‘n + dentale’ danno spesso complicanze; nelle lingue indeuropee l’infisso<br />
nasale è elemento antico e abbastanza isolato che in diacronia il greco attenua.<br />
L’esame dei moduli grafici correlati a tali contesti e ai rispettivi sviluppi incontra<br />
un rilevante campionario di incongruenze, anarchie, estemporaneità ecc. La nasale<br />
con grafia ‘trascurata’ davanti a C è una costante (anche) nell’Italia antica (per<br />
il nome ‘Herentas’ cfr. sann. herent° ~ heret°, ma anche pau. hutra ~ neu. hondra,<br />
sann. líkítud, lat. l&cet, gr. leivpw, lat. linqu@, l_qu_, got. leihvan; sann. saahtúm, pau.