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rivista considerazioni nr. 2 - Samnitium

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16<br />

Rosalba Antonini<br />

400 a.C. (cfr. anche Lu 37); pertanto, qualora si consideri il modello grafematico<br />

sotteso alla foggia dei simboli alfabetici, Lu 18 e Lu 19 portano a focalizzare S (fig.<br />

1), destrorso contro il senso di scrittura e di lettura delle restanti lettere che è sinistrorso<br />

(←), come in BA 1, BO 1, Um 34. S di Lu 18, Lu 19 è ‘girata’, in più, con<br />

foggia ‘lunata’; quest’ultimo particolare si ripresenta soltanto per (R) e in<br />

entrambi i graffiti. La doppia convergenza 49 non è casuale né si correla ad artificiosità;<br />

enumerare ipotesi non provabili (modelli concorrenti, distorsioni da adeguamento<br />

/ reazione a contesto, cultura dell’incisore / del committente / del<br />

responsabile di una probabile minuta ecc.) pare un inutile (e dannoso) esercizio<br />

contro il rasoio dello Scoto.<br />

La comparsa del per /f/ (o fonema prossimo) 50 è censita, per solito,<br />

su argenti fenser (SEN9Er), rari e, peraltro, con l’autorità intestataria di<br />

dubbia localizzazione. Di fatto si trovano riferiti a un periodo abbastanza ampio,<br />

fine V-inizi IV sec. a.C. 51 ma anche intorno al 400-335 52 / 380-335 53 / 300 a.C. 54 ;<br />

è evidente che le cronologie più tarde abbasserebbero di almeno qualche decennio<br />

alcune proposte per l’Elmo di Vienna (§§ 1.2., 1.2.2.). In effetti, arretrata la<br />

quota di tempo per S in valore /f/, occorrerebbe sia rivedere il ± 300-275 a.C. per<br />

‘alcuni’ testi con questa lettera (Lu 13 da Tricarico MT, Lu 15 da Rossano PZ, Lu<br />

40 da Teggiano SA) che, con modifiche, si sarebbe imposta nell’area lucano-bruzia-mamertina<br />

55 durante il III e II sec. a.C. 56 , sia provvedere di uno spazio cronologico<br />

adeguato queste modifiche dal momento che (per es.) la parentesi mamertina<br />

di Messina comincia (ca.) nel secondo ‘ventennio’ del III sec. a.C. e termina<br />

nel 264 a.C. (POLIBIO, I 7, 2 e 11, 5).<br />

Si aggiunge, a Rossano, la ‘grafia occasionale’ B (~ consueto ) nel<br />

II sec. a.C. 57 o sul finire dello stesso secolo 58 (mebithi in Lu 34 59 ), quando il<br />

contesto storico locale sembra tutt’altro che propizio a sperimentazioni innovative<br />

o di recupero (la colonia c.R. di Potentia è dedotta nel 184 a.C.).<br />

Quest’impiego particolare del segno compare al IV sec. a.C. nel territorio sannita<br />

più a nord, su emissioni in greco di Allifae (B negli argenti nSa 1b; pezzi<br />

in scrittura ibrida, greca e sannita, mostrano ); la tendenza di /b/ a risolversi<br />

in un fonema spirante è senz’altro risalente in italico (come in greco), vi sono<br />

iscrizioni protoitaliche che riprovano l’impiego di con tale valore (o valenza<br />

prossima) al VII sec. a.C. 60 .

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