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rivista considerazioni nr. 2 - Samnitium

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Spedis Mamerekies Saipins 35<br />

Del resto, l’indubbia ‘prosopopea’ della testimonianza epigrafica di Spedio<br />

lascia intendere il meccanismo attivato dal personaggio per confezionarsi una formula<br />

onomastica a struttura trinomia che non gli competeva (§§ 5.2.1., 5.2.1.1. e<br />

cfr. § 5.2.2.1.); Spedi" Mamerekie" Saipin" non era che ‘Spedis’, di professione<br />

‘Mamerekio’, d’origine ‘Saipins’.<br />

NOTE<br />

1 Dimensioni attuali (da LEJEUNE 1966, p. 176, nt. 182, da cui anche le misure indicate qui sotto,<br />

a nt. 14): alt. cm 22 x (∅ max.) cm 26. DINTSIS 1986 (Beil. 3, n. 132) e WAURICK 1988 (Beil. I)<br />

propongono l’elmo senza ‘geminae cristae’, su cui indugia HEURGON 1942, pp. 424-425.<br />

2 Dettagli in BRÉAL 1889 (pp. 82-83).<br />

3 Da premettere RIX 2002. Come in seguito (testo e note) i documenti italici sono tratti da questa<br />

silloge (salvo evidenza contraria), per brevità senza esplicito rinvio all’opera stessa e omessi<br />

dettagli epigrafici (distribuzione dei titoli sul piano di scrittura, lettere in nesso, d’incerta lettura<br />

ecc.). Qualora opportuno, per Lu 18 sostituirò " (/S ) a s di RIX 2002 (dove trascrive il sigma<br />

a quattro tratti delle iscrizioni). Con intendo i tracciati 3-6 a linea continua aperta<br />

LEJEUNE 1970, (p. 275), fig. 2; «f n » si riferisce agli archetipi formali ( a, b ecc.) e alle ricadute testuali<br />

( 1,2 ecc.) che rispettivamente ne deriverebbero in ‘osco-greco’ per notare un suono simboleggiato<br />

da /f/, così come rubricati nella ‘Tabella’ LEJEUNE 1966, p. 174, ad § 29 (aggiornamenti nella<br />

sintetica fig. 1 di LEJEUNE 1990, p. 29); cfr. §§ 1.3.1., 1.3.1.1. del presente contributo. Infine, nel<br />

seguito di questo, ‘casco’, ‘copricapo’, sono usati in senso non caratterizzato per ‘elmo’ (nello specifico,<br />

‘cassis’).<br />

4 Già riprodotta in BIVILLE 2008, p. 14.<br />

5 Già assunti da VETTER 1953 (p. 126, n. 190 - de visu), ripresi in LEJEUNE 1966 (ecc.), p. 176 (§<br />

31), ma non rilevati all’autopsia RIX 2002. Per alleggerire il dettato, di massima nel corso del presente<br />

lavoro impiegherò ana:faket senza ulteriori chiose.<br />

6 Cfr. Lu 19, Lu 37. La seconda corre lungo l’orlo delle paragnatidi di un elmo ‘calcidese’, dall’istituto<br />

che lo conserva cd. ‘elmo Poldi Pezzoli’ (non so come duplicato, insieme all’epigrafe che<br />

porta, in PONTRANDOLFO GRECO 1982, p. 159). Il testo, assai guasto, presenta incertezze alla lettura,<br />

tutt’altro che condivisa fra gli studiosi. Del pari l’esegesi.<br />

7 Di cui risulta più breve (cfr. CONWAY 1897, p. 4, ad n. 7), tratto che ‘per solito’ segnala la linea<br />

finale di un testo, come consueto sprovvista di puntazione in chiusura.<br />

8 Cfr. ‘figeretur … loco optumo’, a lin. 14 del foedus Callatinum (CIL I 2 2676, I sec. a.C.).<br />

9 Può essere di massima ammesso, ma senza automatismo, che chi offre qualcosa ne sia proprietario.<br />

Nelle scritte italiche su caschi l’aspetto votivo si pone prioritario rispetto a quello di proprietà<br />

che è ‘testo zero’ nelle dediche (perché informazione contestuale: il nome del proprietario<br />

è implicito in quello dell’agente-dedicatario). Vi sarebbe riscontro extralinguistico; queste ultime<br />

si trovano al di fuori degli elmi (nt. 6), i testi ‘di possesso’ (BA 1, BO 1, Um 34, tutti sinistrorsi)

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