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Alessandro Arnone - Oltre il 2012, la scelta spetta a te<br />

IL PROCESSO CREATIVO<br />

(seconda parte)<br />

Il pensiero allo stato nativo è uno statico dalle potenzialità illimitate e infinite. È in realtà una centrale nucleare che<br />

crea in continuazione, senza mai fermarsi. Nel divino processo creativo, lo statico di vita rompe questo equilibrio<br />

di forze e da questo frammenta se stesso in forme infinte. Lo zero non è il nulla, ma un punto esatto attraverso il<br />

quale tutte le forze si equilibrano e si allineano verso un unico centro. Disturbando questo equilibrio si crea.<br />

Chi o che cosa si crea, come, dove, quando e perché è una questione personale e unica legata al Thetan in<br />

questione. Ogni frammento corrisponde ad un Thetan, a un piccolo puzzle, a una forma che ha lo scopo di<br />

ricollegarsi al suo mosaico... ovvero alla sua fonte di origine.<br />

E, ogni frammento in verità è esattamente un pensiero di Dio, che nel momento della creazione si è separato da<br />

Lui. Ogni Thetan tuttavia, ha ereditato dal suo creatore una sua innata capacità di creare. È unico, e in questa sua<br />

geniale unicità conserva lo scopo e la maestria di tutta la sua magnificenza.<br />

Egli crea in continuazione “forme pensiero”, o immagini mentali che la mente ha potere di visualizzare. Ogni<br />

immagine che il piccolo io condivide con il suo creatore, con il Thetan che lo ha creato, produce un’emozione.<br />

Ogni emozione produce dei desideri ed essi, infine, mostrano al piccolo io lo scopo o addirittura la meta del suo<br />

piano evolutivo, come prodotto finale o scena ideale da raggiungere.<br />

La mente ha il potere di visualizzare i suoi pensieri (le immagini) e può anche arricchirle con la forza e la creatività<br />

dell’immaginazione.<br />

La mente, finché non è consapevole del proprio sé superiore (di tutto il suo intero “Case”) è come un monitor che<br />

riceve le immagini da diverse potenze per analizzarle, interpretarle e creare soluzioni in base alla sopravvivenza.<br />

Queste potenze poi, in base a come sono collegate al piccolo “io”, e in base a come sono posizionate nell’intera<br />

struttura del sé, filtrano lo statico di vita che penetrando nella struttura si trasforma in immagini.<br />

Il piccolo “io” attraverso la mente (il monitor) può visualizzare queste immagini e quando le osserva esse possono<br />

produrre diverse reazioni. Ogni reazione che l’io sperimenta visualizzando le immagini, diviene un’emozione che a<br />

sua volta produce una significanza (uno scopo o motivo ) che a sua volta viene elaborato e allineato dall’io stesso.<br />

Le immagini che l’io visualizza attraverso la sua mente, non sempre producono “emozioni positive”, tuttavia<br />

quando questo accade e il Thetan ci entra in affinità, questo produce una forte emozione positiva, quel desiderio<br />

puro che produce un’intensità di affinità diretta verso l’unico obbiettivo che fa partire la decisione e l’intenzione<br />

causativa di cui è composto un postulato.<br />

Talvolta, le immagini che un Thetan continua a ricevere nella sua mente, che naturalmente divengono proprie, non<br />

sono sempre gradite. Il Thetan (il piccolo io) potrebbe trovarsi in un “case” dotato di brutti filtri e ricevere<br />

immagini che solo a darci un’occhiata produrrebbero misemozioni terribili.<br />

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