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Alessandro Arnone - Oltre il 2012, la scelta spetta a te<br />
LA LEGGE DI NEWTON<br />
Alla sorgente della vita un essere è molto, molto potente ma non ha esperienza.<br />
Deve sperimentare tutto, ogni cosa e così, overt dopo overt, scende giù a spirale per sperimentarsi e conoscere<br />
tutte le sue dinamiche e dimensioni.<br />
Ogni overt lo fa scendere sempre di più, e nella misura in cui si allontana dalla sorgente (cioè da se stesso e dalla<br />
sua sapienza innata) entra in quei strati del suo inconscio più solidi, più densi, sino a generare quelle dimensioni in<br />
cui la vita non scorre più. In parole semplici: più scende, più si solidifica dividendosi e trasformandosi in diverse<br />
dimensioni tipo il nostro universo materiale in cui ogni cosa ha una forma, una diversità e un significato diverso.<br />
Tuttavia la vita, anche se ha questo potere, nella propria interiorità non perde mai di vista il suo scopo e la sua<br />
spinta verso la sopravvivenza; a torto o a ragione deve sopravvivere. Ma vediamo che la vita (un Thetan) per<br />
sopravvivere deve cercare di avere ragione e combattere la condizione di avere torto, perché sà, nella sua sapienza<br />
innata, che esiste una vera ragione divina e che solo in quella misura può sopravvivere. Sa che la ragione<br />
produce sopravvivenza, come il torto produce la morte, e per questo un essere cercherà sempre di avere ragione,<br />
anche quando ha torto.<br />
Un essere, scendendo sempre più in basso e diventando sempre più solido, avrà sempre più difficoltà ad ammettere<br />
di aver sbagliato per una distrazione o un atto volontario e... per tale motivo può predisporsi a ricevere<br />
engram o malattie che sono il risultato di una restimolazione. Ci stiamo quindi avvicinando alla vera sorgente di<br />
tutte le aberrazioni.<br />
Vediamo come ciò avviene.<br />
“Un essere compie un’azione sbagliata perché non afferra il significato di una parola o simbolo; poi<br />
l’errore dell’azione entra in conflitto con la propria necessità di essere nel giusto facendo in modo che<br />
l’essere confonda o fraintenda quella parola, area o simbolo; questo ora lo fa sentire un essere diviso o<br />
antagonista rispetto a chi ha usato il simbolo o a qualunque cosa ad essa collegata, e per questo sente la<br />
necessità a commettere un overt”. (Ron)<br />
Questa definizione, originaria di Ron Hubbard, prosegue ma io voglio fermarmi qui per spiegarvi meglio ciò che<br />
avviene in seguito. Un essere non è sempre consapevole quando sbaglia e commette un overt; siamo tutti diversi<br />
per qualità, anzianità e fatti sperimentati. Ogni essere ha la sua peculiare unicità e, come ho già detto in precedenza,<br />
appena esce dalla fonte è un bambino che vuole e deve sperimentare ogni cosa.<br />
Il meccanismo che avete letto nella definizione è validissimo, ma lo resta finché l’essere non prende coscienza.<br />
Finché un essere spirituale è giovane (cioè non è consapevole), non riconoscerà il dato falso che lo spinge a<br />
postulare azioni dannose e per la legge di Newton (di causa ed effetto), lo riceverà indietro come contraccolpo per<br />
capire attraverso il dolore che quella azione non era giusta e che nel suo comportamento c’era qualcosa che non<br />
era corretto.<br />
Ogni azione corrisponde a una reazione che può essere associata a un centro vitale che produce poi l’esatta<br />
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