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significa “Uomo-cosmo”. Essere consapevoli di questo presuppone riuscire a penetrare dentro se stessi e introdurci<br />

alla “coscienza suprema” che ci permette di essere “qui”. Gli egiziani, secondo lo studioso, svilupparono una<br />

scienza che de Lubicz definì “sacra” e che sta alla base della “dottrina dell’Antropocosmo”.<br />

Il tempio di Luxor fu, in origine, strutturato su tre assi e ogni aggiunta successiva o modifica, rispettò questo iniziale<br />

progetto. Inserite nel tempio vi sarebbero le proporzioni del corpo umano e delle sue funzioni creatrici superiori,<br />

in quanto l’uomo è egli stesso incarnazione delle leggi della creazione. In fondo al tempio, inaccessibile ai profani,<br />

vi si trovava il SANCTA SANCTORUM, destinato a una ristretta élite di sacerdoti-iniziati che poteva penetrare<br />

il MISTERO. Qui c’è la testa ‘pensante’, l’Uomo che si fa “Verbo divino”, l’Uomo-dio, perché ha raggiunto<br />

l’elevazione spirituale necessaria per essere simile a lui.<br />

Questa filosofia la conoscevano non solo gli egizi, ma la si deduce dai codici maya, dalle geometrie dell’architettura<br />

indù, da quella cinese e certamente in molte altre sparse per il mondo.<br />

In base alle sue teorie, de Lubicz ipotizzò che inseriti nei maggiori monumenti del pianeta vi siano dei codici<br />

matematici comuni, semplici e naturali, che riprodurrebbero in scala armonica le Leggi divine della creazione.<br />

Esse dicono: “Dio ha fatto il mondo secondo numero, peso e misura”.<br />

La lettura dei testi di de Lubicz non è facile, ma può aiutare l’interessato a queste tematiche, che semplificando<br />

abbiamo chiamato di “geometria sacra” ad accostarsi con gli strumenti giusti, trasmettendo al mondo intero “il<br />

tempio nell’uomo”.<br />

Probabilmente Luxor è stato uno dei luoghi più adatti per “sbucciare” le menti chiuse, e senza dubbio<br />

è stato il più valido di tutti i templi del passato per il grande lavoro iniziatico. Gli stessi faraoni, prima<br />

del loro incoronamento, passavano da Luxor. Sappiamo che era un luogo magico e sappiamo che era<br />

collegato con i maggiori epicentri sparsi sul pianeta da una griglia energetica che avvolge l’intero<br />

globo e il cosmo stesso, e possiamo dedurre che alcuni dei più grandi maestri di questo mondo sono<br />

passati da Luxor. Il grande Mosè, passò per il tempio di Luxor, come lo stesso Gesù ereditò quel<br />

retaggio iniziatico per trasmetterlo ai suoi discepoli usando termini ermetici (parabole e simboli) per<br />

aprire le menti di coloro che erano più impauriti (come i farisei) e per mettere alla prova chi in quel<br />

tempo si riteneva un profeta.<br />

Il tempio, costruito in forma umana, era in realtà una specie di organigramma, dove ogni stanza rappresentava<br />

simbolicamente un organo del corpo avente una precisa funzione e scopo. Tutto era perfetto e la meta finale del<br />

tempio era quella di illuminare gli iniziati affinché gli stessi una volta passati oltre la soglia umana, divenivano<br />

immortali.<br />

Gli iniziati entravano dai piedi del tempio, in una stanza che in realtà simboleggiava il mistico segno dei pesci, il più<br />

occulto, il più segreto, dove nel buio più totale lo stesso iniziato, doveva trovare se stesso (la sua vera luce<br />

interiore), realizzando (nel settore più straordinario dello zodiaco in forma ridimensionata del tempio dell’uomo),<br />

che la fine e l’inizio, come il giorno e la notte o il bene e il male era già in sé. In realtà ogni camera aveva lo scopo<br />

di spingere l’iniziato a guardarsi dentro, nel suo inconscio, per ripulire e trasformare la sua parte più buia e sporca<br />

in sostanza luminosa e leggera. Pertanto, la prima stanza determinava il più delle volte la prova più difficile per<br />

l’aspirante maestro e quindi in alcuni casi la rinuncia a proseguire.<br />

Nessuno poteva inizialmente sapere chi o che cosa sarebbe successo in quelle circostanze insolite e quasi crudeli,<br />

dove il tutto avveniva nel totale silenzio e nel buio. Non esisteva una tecnologia o un sapere che avrebbe guidato<br />

l’iniziato oltre se stesso e il suo livello di consapevolezza. Il tutto avveniva, se avveniva, naturalmente come<br />

avviene di solito nella meditazione trascendentale o per coloro che ancora oggi vanno in Tibet o in monasteri<br />

buddisti. Per fortuna ora non è più così, e grazie a Ron Hubbard è finalmente possibile percorrere un cammino,<br />

che se pur uguale per tutti, si distingue dalle infinite e ovvie diversità che vi sono tra un essere e un altro, cosa che<br />

agli inizi delle rivoluzionanti scoperte degli stati superiori d’esistenza fu davvero sensazionale.<br />

Scoperto che ogni persona ha un proprio caso e una sua esatta rovina, è più semplice procedere. L’individuazione<br />

della soluzione è precisa come il laser, e la conseguenziale risoluzione del problema non avverrà per caso, come<br />

avveniva una volta, ma attraverso procedimenti mirati e precisi.<br />

Mediante questa tecnologia non si lascia più nulla al fato (all’ignoranza) che come poi scoperto e ampliamente<br />

dimostrato, è realmente il risultato di una sottile aberrazione mai individuata nell’universo fisico, che ha attribuito<br />

il termine “diversità naturale e carattere”, a qualcosa che in verità era offuscato e distorto da profonde e invisibili<br />

alterazioni.<br />

Oggi, scoperta la reale sanità mentale e la diversità e bontà fondamentale tra un essere e un altro, è possibile<br />

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<strong>Edizioni</strong><strong>Andromeda</strong> - Inediti n. 168

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