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anno 2004/05 Tsushima 1905 – Jutland 1916 - Societa italiana di ...

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192<br />

Atti del Convegno maggio <br />

criminando) <strong>di</strong>venne uno degli argomenti preferiti delle polemiche sulle cause<br />

della sconfitta nella Germania postbellica.<br />

La formazione scientifica e l’esperienza professionale <strong>di</strong> Corbino farebbero<br />

supporre, a questo punto, una valutazione dei risultati ispirata ad una filosofia <strong>di</strong><br />

tipo quantitativo, del genere poi venuto <strong>di</strong> moda intorno alla metà del XX secolo.<br />

L’economista napoletano ci riserva però una sorpresa. Dopo una ricostruzione<br />

degli avvenimenti piuttosto minuziosa - circa i due terzi del volume - egli<br />

enuncia infatti una serie <strong>di</strong> valutazioni basate sugli effetti che l’esito della battaglia<br />

ebbe sullo sviluppo delle guerra marittima, traendone conclusioni <strong>di</strong> natura<br />

strategica non con<strong>di</strong>zionate da elementi <strong>di</strong> tipo economicistico.<br />

Nello <strong>Jutland</strong> le due forze avversarie si cercarono per giungere allo scontro<br />

decisivo, come era nella tra<strong>di</strong>zione nelsoniana, e come era avvenuto nella recente<br />

esperienza <strong>di</strong> <strong>Tsushima</strong>. Ma una volta giunte a contatto, un combattimento<br />

iniziale delle rispettive formazioni <strong>di</strong> incrociatori fu seguito, nella notte tra il 31<br />

maggio ed il 1° giugno <strong>1916</strong>, da una serie <strong>di</strong> azioni confuse da entrambe le parti,<br />

al termine delle quali il viceammiraglio Reinhard Scheer, comandante della<br />

Flotta d’Alto Mare, considerò un successo l’essere riuscito a riguadagnare la propria<br />

base con per<strong>di</strong>te accettabili e comunque inferiori a quelle inflitte al nemico,<br />

mentre il suo avversario sir John Jellicoe ritenne <strong>di</strong> aver vinto la battaglia essendo<br />

rimasto “padrone del mare” al termine dello scontro.<br />

A metà giugno la Grand Fleet era <strong>di</strong> nuovo in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> riprendere il mare,<br />

ed in agosto anche quasi tutte le unità tedesche erano tornate in efficienza.<br />

Il 18 <strong>di</strong> quel mese Scheer uscì per bombardare Sunderland sulla costa orientale<br />

britannica, Jellicoe accettò la sfida, ma le due formazioni non riuscirono ad<br />

incontrarsi e dopo azioni <strong>di</strong> fuoco e <strong>di</strong> siluramento isolate ciascuna tornò alla<br />

propria base.<br />

Quel giorno, secondo Corbino, ebbe termine la guerra delle gran<strong>di</strong> navi nel<br />

Mare del Nord. La Flotta d’Alto Mare sarebbe salpata ancora nell’aprile 1918 per<br />

un’azione altrettanto infruttuosa, ed un’uscita in massa sarà progettata per “finire<br />

in bellezza” alla fine <strong>di</strong> ottobre. Ma gli equipaggi si sarebbero ammutinati e la<br />

rivolta <strong>di</strong> Kiel segnerà l’inizio della rivoluzione spartachista.<br />

La Battaglia dello <strong>Jutland</strong>, dunque, non si concluse con la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> una<br />

forza navale da parte <strong>di</strong> una avversaria più forte, più fortunata o meglio condotta.<br />

Dopo il successo tattico contro gli incrociatori, l’obiettivo strategico <strong>di</strong> Scheer<br />

<strong>di</strong>venta la salvezza della propria forza navale, anche a costo dell’abbandono <strong>di</strong> alcune<br />

unità isolate.

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