anno 2004/05 Tsushima 1905 – Jutland 1916 - Societa italiana di ...
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La Battaglia <strong>di</strong> <strong>Tsushima</strong> 97<br />
vano una gittata modesta, una bassa cadenza <strong>di</strong> tiro, una velocità iniziale dei<br />
proietti inferiore ai più moderni pezzi d’artiglieria ed una capacità <strong>di</strong> perforazione<br />
insufficiente nel confronto delle moderne corazze.<br />
A queste forze l’ammiraglio Togo opponeva, oltre alle già citate quattro corazzate,<br />
otto moderni incrociatori corazzati ed una vecchia corazzata; ma dove la<br />
superiorità giapponese era schiacciante era nel naviglio inferiore a partire dagli<br />
incrociatori, quin<strong>di</strong>ci contro otto, ai cacciatorpe<strong>di</strong>niere, ventuno contro nove,<br />
per finire con le torpe<strong>di</strong>niere che i giapponesi schieravano in numero <strong>di</strong> quarantaquattro<br />
contro nessuna <strong>di</strong>sponibile nella flotta russa.<br />
Un dato solo per chiarire il concetto della presunta superiorità delle navi <strong>di</strong><br />
linea russe: il peso della loro bordata era valutato in 32.090 libbre circa, contro<br />
le 28.400 libbre delle navi nipponiche e quin<strong>di</strong> relativamente superiore, ma questo<br />
va ritenuto un dato fuorviante perché non tiene conto della cadenza <strong>di</strong> tiro,<br />
me<strong>di</strong>amente il doppio per i giapponesi, dell’addestramento gli equipaggi delle<br />
due flotte sempre a forte se non fortissima prevalenza per i nipponici, dell’efficienza<br />
dei c<strong>anno</strong>ni, dei proietti e degli esplosivi nonché, importantissimo, dei sistemi<br />
<strong>di</strong> condotta del tiro tutti a favore dei giapponesi; per inciso ricor<strong>di</strong>amo anche<br />
come il giallo con cui erano <strong>di</strong>pinti i fumaioli delle navi russe costituisse un<br />
ottimo riferimento nei fumi della battaglia per i <strong>di</strong>rettori del tiro delle navi nipponiche.<br />
Tutti questi elementi erano a favore dei giapponesi che, rientrati in patria alla<br />
fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre, avevano anche avuto cinque mesi per prepararsi alla battaglia<br />
della fine <strong>di</strong> maggio del 19<strong>05</strong>; si erano addestrati dal vivo per oltre un <strong>anno</strong><br />
<strong>di</strong> guerra, le loro navi erano appena uscite da un turno <strong>di</strong> lavori e <strong>di</strong> revisione <strong>di</strong><br />
tutti i sistemi <strong>di</strong> bordo mentre i russi arrivarono sul luogo della battaglia dopo<br />
una navigazione <strong>di</strong> oltre 16.000 miglia percorse in oltre sette mesi in acque sempre<br />
ritenute ostili e che avevano sottoposto gli equipaggi, gli Stati Maggiori e soprattutto<br />
i comandanti, in primis l’ammiraglio Rojestvensky, ad uno stress psicofisico<br />
immane, e ciò è testimoniato dalla morte dell’ammiraglio Felkerzam<br />
quattro giorni prima della battaglia decisiva.<br />
Togo ebbe invece tutto il tempo per preparare le navi e gli equipaggi al combattimento<br />
arrivando sicuramente allo scontro decisivo con le navi al massimo<br />
dell’efficienza e gli equipaggi al culmine della preparazione e dell’addestramento.<br />
Infatti egli fin dal 1° aprile 19<strong>05</strong> aveva rischiarato la squadra navale giapponese<br />
nel porto coreano <strong>di</strong> Mesampo in posizione ideale per attendere la flotta<br />
russa continuando l’addestramento intensivo al combattimento dell’intera squa-