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anno 2004/05 Tsushima 1905 – Jutland 1916 - Societa italiana di ...

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La Battaglia <strong>di</strong> <strong>Tsushima</strong> 5<br />

za tra loro, quello del ministro Witte che voleva servirsi della penetrazione economica<br />

e finanziaria e quella <strong>di</strong> Lobanov che puntava sulla flotta per condurre<br />

una politica <strong>di</strong> forza. Con l’una e con l’altra via, comunque, la pressione sulla<br />

Cina aumentava.<br />

La vittoria giapponese sulla Cina aveva condotto al Trattato <strong>di</strong> Shimonoseki<br />

del 17 aprile 1895, che sanciva la cessione <strong>di</strong> Port Arthur e della Penisola <strong>di</strong><br />

Liaotung a Tokyo, ma non fu possibile ai nipponici gestire <strong>di</strong>rettamente con i cinesi<br />

i termini della pace. Londra si tenne fuori, ma Russia, Francia e Germania<br />

“consigliarono” il Giappone <strong>di</strong> rinunciare a quelle conquiste: il 25 aprile, anzi,<br />

una nota russa parlò <strong>di</strong> minaccia nipponica alla capitale cinese. Questo accadde<br />

in mezzo ai gran<strong>di</strong> festeggiamenti per la vittoria, che aveva esaltato il Giappone:<br />

<strong>di</strong> qui ira, sdegno, umiliazione, vergogna. I capi <strong>di</strong> Stato Maggiore insistevano<br />

perché non si cedesse, ma il primo ministro Ito si rese conto della impossibilità<br />

<strong>di</strong> resistere, in una situazione <strong>di</strong> isolamento che vedeva il Giappone senza alleati.<br />

Intervenne l’imperatore Matsu Hito, il quale <strong>di</strong>sse al popolo (come <strong>di</strong> nuovo<br />

Hiro Hito nel 1945) che era necessario “sopportare l’insopportabile”. Ma le <strong>di</strong>sgrazie<br />

non vengono mai sole, come insegna il proverbio giapponese che recita<br />

che “l’ape punge il viso del bambino che piange”, e nella primavera del 1898<br />

Port Arthur finì ai russi, insieme al consenso per i due rami della transiberiana,<br />

ad est per Vla<strong>di</strong>vostok e a sud per Port Arthur.<br />

Ma <strong>di</strong>etro al <strong>di</strong>scorso della necessità per i russi <strong>di</strong> trovare un’alternativa a<br />

Vla<strong>di</strong>vostok bloccata dai ghiacci durante l’inverno e quin<strong>di</strong> da sostituire con<br />

Port Arthur, i giapponesi intravedevano un interesse russo per la Corea, che i<br />

giapponesi consideravano vassalla dal VI secolo e che nel 1592 avevano invaso e<br />

costretto a <strong>di</strong>ventare tributaria. Con una convenzione del 1898 i russi riconobbero<br />

l’in<strong>di</strong>pendenza della Corea, ma poiché dal 1895 essi godevano <strong>di</strong> una concessione<br />

forestale, presero ad inviare nella valle dello Yalu gruppi <strong>di</strong> cinesi scortati<br />

da reparti militari per <strong>di</strong>fenderli dai briganti, procedendo anche ad acquisti<br />

<strong>di</strong> territorio oltre i limiti della concessione. L’opinione pubblica giapponese vedeva<br />

naturalmente questi maneggi come il fumo agli occhi, temendo che si trattasse<br />

<strong>di</strong> una manovra tendente ad occupare tutta la Corea ed a bloccare ogni ulteriore<br />

ambizione imperialistica <strong>di</strong> Tokyo.<br />

Mentre si profilavano le premesse <strong>di</strong> un duello russo-giapponese, la Gran<br />

Bretagna aveva optato <strong>di</strong> non opporsi alla Russia per Port Arthur, nel 1898, ma<br />

<strong>di</strong> approfittare della circostanza per ottenere Wei-Hai-Wei dalla Cina: l’originaria<br />

politica <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dell’integrità cinese era morta e sepolta, e veniva sostituita

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