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anno 2004/05 Tsushima 1905 – Jutland 1916 - Societa italiana di ...

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La Battaglia <strong>di</strong> <strong>Tsushima</strong> 67<br />

mente il fuoco, e lo cessarono soltanto dopo che esso ebbe ammainato la ban<strong>di</strong>era<br />

<strong>di</strong> combattimento. La nave russa fu quin<strong>di</strong> abbordata dal Sazanami, dal<br />

quale trasbordarono un reparto <strong>di</strong> marinai nipponici condotti dal tenente <strong>di</strong> vascello<br />

Ayiba, che fece prigionieri tutti i russi che vi si trovavano, compreso<br />

Rojestvensky il quale, allorché fu informato <strong>di</strong> ciò che era accaduto, perse nuovamente<br />

coscienza. 76 Intanto il Grozni si era allontanato inseguito dal Kagero e<br />

quando quest’ultimo alle 18.30 si accorse che non sarebbe stato in grado <strong>di</strong> raggiungere<br />

la silurante avversaria, tornò in<strong>di</strong>etro. Il Grozni più tar<strong>di</strong> fu tallonato da<br />

altri due caccia giapponesi ma, grazie alla sua velocità, riuscì a non farsi raggiungere,<br />

proseguendo quin<strong>di</strong> la sua navigazione verso Vla<strong>di</strong>vostok, dove si ormeggiò<br />

dopo aver bruciato tutto il materiale combustibile che era a bordo, compresi<br />

gli arre<strong>di</strong>.<br />

In questa base russa giunsero anche lo yacht armato Almaz del capitano <strong>di</strong><br />

fregata Ciaghin e il cacciatorpe<strong>di</strong>niere Bravi del tenente <strong>di</strong> vascello Durnov. Il<br />

primo era riuscito a non essere intercettato perché aveva navigato lungo le coste<br />

del Giappone dove vi era scarsa vigilanza in quanto le navi <strong>di</strong> Togo pattugliavano<br />

le acque <strong>di</strong> fronte alla Corea, e poi aveva accostato verso ponente, mentre il<br />

secondo era stato mo<strong>di</strong>ficato dal suo equipaggio abbattendo l’albero e verniciando<br />

i fumaioli in modo da somigliare ad un caccia nipponico e trarre quin<strong>di</strong> in<br />

ing<strong>anno</strong> eventuali navi avversarie che lo avessero scorto.<br />

Il Bravi, durante la navigazione, ebbe anche avarie all’apparato propulsivo, riparate<br />

come meglio poté e correndo seri rischi dal tenente del Genio Navale<br />

Berenov, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> macchina, tanto che il consumo <strong>di</strong> carbone aumentò smisuratamente<br />

e neppure bruciando tutto il materiale infiammabile che era a bordo poté<br />

raggiungere Vla<strong>di</strong>vostok, rimanendo alla deriva a quasi 65 miglia da questa base.<br />

L’equipaggio comunque non si demoralizzò e, dopo aver potenziato con mezzi<br />

76 Il viceammiraglio russo sarebbe tornato in sé solo dopo essere stato ricoverato in un ospedale<br />

della base navale <strong>di</strong> Sasebo in Giappone, dove sarebbe andato a salutarlo Togo. Nell’occasione<br />

l’ammiraglio nipponico per consolare Rojestvensky gli <strong>di</strong>sse che “la sconfitta è una sorte che può<br />

capitare a chiunque <strong>di</strong> noi e nessuno deve vergognarsene. No, importa soltanto fare il proprio<br />

dovere. Nei due giorni in cui ha infuriato la battaglia, lei con tutti i suoi uomini ha compiuto<br />

gesta meravigliose. Vorrei esprimerle il mio rispetto e nello stesso tempo il mio rincrescimento.<br />

Spero che lei guarisca al più presto”. Il russo, colpito da queste frasi, rispose: “la ringrazio d’essere<br />

venuto a trovarmi. Non mi vergogno più <strong>di</strong> essere stato vinto da lei”, ve<strong>di</strong> F. THIESS,<br />

<strong>Tsushima</strong>, cit., pp. 428-429. Rojestvensky, ormai quasi pienamente ristabilitosi, sarebbe stato<br />

rimpatriato il 13 novembre 19<strong>05</strong> con il piroscafo russo Veroyese <strong>di</strong>retto a Vla<strong>di</strong>vostok, da dove<br />

avrebbe proseguito per San Pietroburgo in treno.

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