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1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...

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istromenti all’uso humano, e vi si fanno <strong>di</strong> finissima tempra. I fabri sono <strong>per</strong> lo più <strong>del</strong>la <strong>città</strong> <strong>di</strong><br />

Massa, che sta nella nostra riviera presso Surrento.<br />

Seguendo il camino <strong>per</strong> la stessa strada, dove anticamente altro non vi si lavorava che pettini <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse materie, e fin hora ve ne sono alcuni maestri che <strong>per</strong> lo più son calabresi. Nel mezzo <strong>di</strong><br />

questa principia la Regione <strong>di</strong> Portanova, e quivi è a destra un fondaco che fu detto de’ Lazzari,<br />

dove vi è un pozzo <strong>per</strong>ennissimo <strong>del</strong>la stess’acqua che sta nel chiostro <strong>di</strong> San Pietro Martire, et a<br />

si[66]nistra vedesi una chiesa picciola che sta presso il palazzo <strong>del</strong>la famiglia Palmiera <strong>del</strong><br />

Car<strong>di</strong>nale. Va de<strong>di</strong>cata al nostro protettore Sant’Anello, che <strong>di</strong>cesi de’ Grassi, ma il vero nome è <strong>di</strong><br />

Carnegrassa, <strong>per</strong>ché ella fu fundata da Maria Carnegrassa, famiglia nobile ma estinta nel seggio <strong>di</strong><br />

Portanova; vi è qui un vicolo che tira sotto il monasterio <strong>di</strong> San Marcellino nel vico detto Priciano,<br />

come si <strong>di</strong>rà.<br />

A destra vi è un’altra strada che tira verso la Porta <strong>del</strong> Caputo, che anticamente <strong>di</strong>cevasi Rua de’<br />

Caputi, che prendeva il nome da questa famiglia che godeva nel seggio <strong>di</strong> Porto.<br />

Appresso vedesi la chiesa de<strong>di</strong>cata a Santa Caterina Martire, ed il luogo dove al presente si vede<br />

fu ella detta la Piazza Calara. Venne ella fundata nel 1354 da molti nobili <strong>del</strong> seggio <strong>di</strong> Portanova.<br />

In questo luogo vi fu un monasterio <strong>di</strong> monache benedettine, quali <strong>per</strong>ché [67] havevano angusta<br />

l’habitatione, dal car<strong>di</strong>nale Alfonso Carrafa, nostro arcivescovo, fu <strong>di</strong>smesso e le monache ripartite<br />

in <strong>di</strong>versi monasterii. Fu poscia dallo stesso car<strong>di</strong>nale conceduto questo luogo ad alcuni pii<br />

complatearii, i quali v’introdussero un conservatorio <strong>di</strong> povere figliuole orfane, quali poscia furono<br />

trasportate nella chiesa <strong>di</strong> Sant’Eligio (come si <strong>di</strong>rà). Hoggi <strong>di</strong>cesi Santa Caterina de’ Trenettari,<br />

<strong>per</strong>ché in questa strada altro non vi si lavorava che trine <strong>di</strong> seta e d’altra materia; hoggi ve ne sono<br />

pochi mercadanti, <strong>per</strong>ché l’uso <strong>di</strong> queste è quasi <strong>di</strong>smesso negl’habiti.<br />

Presso la porta <strong>di</strong> questa chiesa vi è una <strong>per</strong>enne fontana <strong>del</strong>la nostra <strong>per</strong>fettissima acqua, fatta<br />

alla como<strong>di</strong>tà <strong>del</strong> publico, ed in essa si vede effiggiato 13 in marmo un monte che da’ lati butta<br />

fuoco, e sopra <strong>di</strong> esso Partenope che butta acque dalle mammelle, con un’iscrittione che <strong>di</strong>ce:<br />

[68] Dum Vesuvii Syren incen<strong>di</strong>a mulget.<br />

Questa fontana fu fatta in tempo <strong>del</strong>l’im<strong>per</strong>ador Carlo Quinto, governando il Regno don Pietro<br />

<strong>di</strong> Toledo, come si ricava dall’armi che in essa si veggono, ma il vero si è, come <strong>per</strong> antica<br />

tra<strong>di</strong>tione, che fusse stata solo abbellita da don Pietro, e che il monte e la statua fussero antichissimi,<br />

fatti nel penultimo ed undecimo incen<strong>di</strong>o accaduto nell’anno 1139, e forse prima assai, e si<br />

13 E<strong>di</strong>tio princeps: effigiata.<br />

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