1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...
1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...
1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Da questa chiesa si può passare a vedere i chiostri. Nel primo, dove si vedono bellissime fontane<br />
e peschiere, vi sta <strong>di</strong>pinta la Vita <strong>del</strong> [115] profeta Helia da Giovanni Balducci con molta <strong>di</strong>ligenza<br />
e <strong>di</strong>segno. Nel secondo, similmente con <strong>del</strong>itiose fontane, vi sta il cenacolo o refettorio, et avanti la<br />
porta <strong>di</strong> questo vedesi attaccata nel muro la statua <strong>del</strong>l’im<strong>per</strong>adrice Margherita madre <strong>del</strong>l’infelice<br />
Corra<strong>di</strong>no, che sta coronata e vestita alla regale con una borsa in mano. Questa statua fu eretta da’<br />
napoletani e collocata avanti la Cappella <strong>di</strong> Corra<strong>di</strong>no, come si vedrà appresso, e da molti de’ nostri<br />
historici si scrive che questa statua se sia <strong>per</strong>duta, non havendo forse curato d’esaminare dove fusse<br />
stata trasportata. Si può vedere il dormitorio maggiore che ha l’aspetto sul mare, <strong>per</strong> la sua<br />
ampiezza e <strong>del</strong>itia degno d’essere osservato. In questo stanno collocati i quadri che stavano<br />
nell’antica suffitta, come si <strong>di</strong>sse.<br />
Dal convento si può uscire <strong>per</strong> [116] la porta <strong>del</strong> chiostro, che sta sotto <strong>del</strong> campanile, il quale è<br />
una macchina <strong>del</strong>le più belle che stia nella nostra <strong>città</strong> e <strong>per</strong> l’altezza e <strong>per</strong> la struttura. Questo fu<br />
principiato col <strong>di</strong>segno <strong>del</strong> Conforto e poi terminato da fra Giuseppe Nuvolo domenicano.<br />
Trovasi una gran piazza d’armi fatta in tempo <strong>di</strong> don Gasparo <strong>di</strong> Brigamonte, conte <strong>di</strong><br />
Pignoranda, viceré nel Regno circa gl’anni 1662, et il motivo fu questo: principiò il re Fer<strong>di</strong>nando<br />
Primo d’Aragona la nuova muraglia dal mare, dove era un bastione tondo; a’ 20 <strong>di</strong> settembre<br />
<strong>del</strong>l’anno 1566 fu una pioggia così terribile che dall’immenso torrente che formò fu rotto. Il detto<br />
bastione o torrione da don Parafan <strong>di</strong> Rivera duca d’Alcalà fu rifatto in forma quadra e molto<br />
ampio, e <strong>per</strong>ché si servirono d’una parte <strong>del</strong> giar<strong>di</strong>no de’ frati, agl’istessi frati ne lasciarono l’uso, e<br />
se ne servivano <strong>per</strong> [117] l’orto. Nell’anno 1647 essendo succeduti i tumulti populari in tempo <strong>di</strong><br />
don Roderico Pons de Leon duca d’Arcos, il popolo l’occupò e l’armò <strong>di</strong> grossi cannoni che la <strong>città</strong><br />
conservava nel convento <strong>di</strong> San Lorenzo, come si <strong>di</strong>sse, e da questo luogo rendevano impratticabile<br />
il porto et infestavano i legni che a <strong>Napoli</strong> venivano. Nell’anno poi 1648 essendo stati da don<br />
Giovanni d’Austria e da don Innico de Guevara conte d’Ognatte, viceré <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong>, sedati i tumulti<br />
predetti, e conoscendo il detto torrione molto geloso e necessario alla custo<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la <strong>città</strong>, vi si<br />
collocò un grosso presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> soldatesca spagnola, fortificandolo e riducendolo a forma <strong>di</strong> castello,<br />
facendo la piazza d’armi dentro de’ chiostri de’ frati, i quali vissero in molte angustie <strong>per</strong> 12 anni. Il<br />
Conte <strong>di</strong> Pignoranda poscia, piissimo signore <strong>di</strong>votissimo <strong>di</strong> questa sacra imagine, col <strong>di</strong>segno de’<br />
regii ingegnieri Franceso Picchiatti e Donat’Antonio Cafaro, fece che la chiesa e convento<br />
rimanessero dentro <strong>del</strong>la fortezza ma liberi alli frati. Vi fece la detta piazza buttando giù una<br />
quantità <strong>di</strong> case, ed a questa spesa, così <strong>del</strong>le case sudette come <strong>del</strong>le habitationi de’ soldati nel<br />
torrione, furono dalli frati sudetti contribuiti da 30.000 scu<strong>di</strong> loro <strong>per</strong>venuti da <strong>di</strong>verse limosine de’<br />
devoti, e particolarmente <strong>del</strong> Principe <strong>di</strong> Cella a Mare.<br />
35