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1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...

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Nel lato <strong>di</strong> dette carceri vedesi un vicolo che va sù verso la fontana detta de’ Serpi, et ha questo<br />

nome <strong>per</strong>ché l’acqua esce dalla bocca d’una testa <strong>di</strong> Medusa che ha <strong>per</strong> crine molti serpi, et avvanti<br />

<strong>di</strong> questa fontana era una porta detta <strong>di</strong> Bajano <strong>per</strong> il quartiere <strong>di</strong> bajani che vi stava; fu ancora detta<br />

<strong>di</strong> San Giorgio Cattolico Maggiore, <strong>di</strong> Sant’Arcangelo, e <strong>di</strong> Fistola, quale anco poi <strong>di</strong>ede il nome al<br />

vico <strong>per</strong> il fonte sudetto che vi stava vicino.<br />

Poco lungi dalla Fontana <strong>del</strong>l’Atlante, nel giorno <strong>del</strong>la sollennità <strong>del</strong> Corpus Domini, si suol<br />

fare un maraviglioso mausoleo <strong>di</strong> legname lavorato e ben <strong>di</strong>pinto, che da noi si <strong>di</strong>ce catafalco.<br />

Questo è <strong>di</strong> tanta altezza che trapassa <strong>di</strong> gran lunga l’altezza <strong>del</strong>le case laterali.<br />

Segue appresso la famosa piazza [87] comunemente detta <strong>del</strong> Pennino, dove vi si vende quanto<br />

<strong>di</strong> comestibile può desiderare il gusto humano.<br />

A sinistra vedesi un’altra strada anticamente detta <strong>di</strong> Pizzofalcone, hora <strong>del</strong>la Regia Zecca o <strong>di</strong><br />

Sant’Agostino, <strong>per</strong>ché, poco lungi da questa, la prima sta <strong>di</strong>rimpetto alla chiesa e convento de’ padri<br />

agostiniani. Questo luogo <strong>del</strong>la Zecca si può vedere, e <strong>per</strong> la grandezza <strong>del</strong>la machina e <strong>per</strong> lo<br />

magisterio che vi è nel cuniar le monete, introdotto dal non mai in a bastanza lodabile don Gaspar 16<br />

de Haro marchese <strong>del</strong> Carpio, viceré <strong>del</strong> Regno, il quale, coll’in<strong>di</strong>cibile suo zelo e vigilanza, cercò<br />

<strong>di</strong> ridurre al suo giusto valore l’antiche monete, ridotte da’ scelerati, e colla tonsura e con falsarle, a<br />

non havere né meno la quinta parte <strong>del</strong>l’intrinseco valore, in modo che quasi si stava in <strong>per</strong>icolo <strong>di</strong><br />

ruvinare il commercio <strong>per</strong>ché i cambi erano alzati [88] al maggior segno e le robbe incarivano. In<br />

questo tempo che si scrivono le presenti notitie, che è l’aprile <strong>del</strong>l’anno 1686, si vedono coniati da<br />

poco men che tre milioni <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> d’argento consistenti in piastre, mezze piastre, tarì che vagliono<br />

due giulii, e carlini che vagliono un giulio.<br />

Poco più su la porta <strong>di</strong> questa Zecca anticamente vi stava l’antica porta <strong>del</strong>la <strong>città</strong> detta <strong>di</strong><br />

Pizzofalcone, quale poscia da Carlo Primo fu trasportata più a basso, come si vedrà.<br />

Dirimpetto poi alla Zecca si vedono la chiesa e convento <strong>di</strong> Sant’Agostino de’ padri heremitani.<br />

Questa fundata venne dal re Carlo Primo d’Angiò e terminata dal re Carlo Secondo, figliuolo <strong>del</strong><br />

Primo, benché alcuni de’ nostri scrittori vogliono che questa chiesa fusse stata e<strong>di</strong>ficata da’<br />

norman<strong>di</strong>, ma trovandosi molti instromenti antichi colli quali si viene a notitia <strong>di</strong> molte donationi <strong>di</strong><br />

suoli e [89] ren<strong>di</strong>te fatti dalli sudetti re <strong>per</strong> la fabrica <strong>di</strong> questo luogo, con certezza si può stimare<br />

che i fondatori stati siano i re Carlo Primo e Secondo.<br />

Alcuni de’ nostri autori han lasciato scritto che questo anticamente stato sia monasterio <strong>di</strong><br />

monache basiliane, <strong>del</strong> quale parla san Gregorio papa scrivendo a Fortunato vescovo <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong>, ma<br />

in questo prendono errore, essendo che san Gregorio <strong>di</strong>ce essere questo monasterio sito nella<br />

Regione Hercolense, nel Vico Lampa<strong>di</strong>o, e questo vico in detta regione sta dall’altra parte <strong>di</strong><br />

16 Come da errata corrige. E<strong>di</strong>tio princeps: Caspar.<br />

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