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1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...

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Il glorioso patriarca san Francesco essendo egli venuto in <strong>Napoli</strong>, [4] fundò una chiesa e<br />

convento nel luogo appunto, dove si vede il Castel Nuovo intitolando la chiesa Santa Maria<br />

Assunta, che anco fu detta Santa Maria de Palatio. Nell’anno 1268, volendo Carlo Primo d’Angiò re<br />

<strong>di</strong> <strong>Napoli</strong> e<strong>di</strong>ficare un castello, e trovando como<strong>di</strong>ssimo il luogo dove stava il convento sudetto, se<br />

’l fece cedere, et a spese proprie fece a’ frati e<strong>di</strong>ficare questa chiesa e convento in questo luogo,<br />

concedendoli un’antica torre <strong>per</strong> fortezza <strong>del</strong>la <strong>città</strong>, detta la Torre Mastria, <strong>del</strong>la quale se ne<br />

veggono dentro <strong>del</strong> convento fortissime vestigia dalla parte <strong>del</strong>la strada <strong>di</strong> sotto, detta <strong>del</strong> Cerriglio,<br />

che prende il nome da una famosa hosteria posta in pie<strong>di</strong> da un tal, <strong>per</strong> sopra nome detto Cerriglio.<br />

Furono questa chiesa e convento fatti col <strong>di</strong>segno e mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> Giovanni Pisano, restando col<br />

titolo <strong>di</strong> Santa Maria la Nova, essendo stata la vecchia <strong>di</strong>roccata. [5]<br />

Circa poi gl’anni 1596, conpiacendosi la Vergine santissima d’impetrare gratie infinite a’<br />

napoletani <strong>per</strong> mezzo d’una sua <strong>di</strong>votissima imagine, che in detta chiesa si conserva, si vide<br />

arricchita <strong>di</strong> moltissime elemosine, in modo che fu da’ fondamenti rie<strong>di</strong>ficata nella forma che hoggi<br />

si vede, col mo<strong>del</strong>lo e <strong>di</strong>segno <strong>del</strong> Franco nostro napoletano. Fu anco abbellita appresso con una<br />

suffitta tutta dorata e ricca <strong>di</strong> nobili <strong>di</strong>pinture <strong>del</strong>l’Im<strong>per</strong>ato, <strong>del</strong> Santafede, e d’altri nostri napoletani<br />

<strong>di</strong>pintori.<br />

Il coro fu <strong>di</strong>pinto a fresco da Simon Papa, similmente nostro citta<strong>di</strong>no.<br />

Nell’altare maggiore si conserva l’antica imagine <strong>del</strong>la Vergine che stava nella prima chiesa già<br />

detta. Gl’ornamenti <strong>di</strong> marmo che sostengono detta sacra imagine sono stati posti col <strong>di</strong>segno e<br />

<strong>di</strong>rettione <strong>del</strong> cavaliere Cosimo Fansaga; su le porte laterali, similmente <strong>di</strong> [6] marmo, <strong>per</strong> le quali<br />

s’entra nel coro, vi sono due bellissime statue <strong>di</strong> legname, colorite a modo <strong>di</strong> bianco marmo, che<br />

rappresentano Sant’Antonio e San Francesco. Queste furono fatte da Agostino Borghetta nostro<br />

napoletano, et i frati ve le collocarono con intentione <strong>di</strong> mantenercele finché il Fansaga l’havesse<br />

fatte <strong>di</strong> marmo, ma quel buon vecchio colla solita sua sincerità hebbe a <strong>di</strong>re: “Padri, lasciateci stare<br />

queste due <strong>per</strong> sempre, <strong>per</strong>ché <strong>di</strong> marmo, ancorché tutte <strong>di</strong> mano mia non si potranno mai veder<br />

migliori”. In quest’altare ancora vi si vede una nobilissima custo<strong>di</strong>etta d’alabastri et altre pietre<br />

pretiose, <strong>del</strong>icatamente lavorata.<br />

Ne’ lati vi si veggono due famosi putti <strong>di</strong> bronzo dorato situati sovra certi cartocci, che tengono<br />

le lampane pendenti dalle mani. Questi, col mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong> cavaliere, furono tragittati con gran<strong>di</strong>ssima<br />

<strong>di</strong>ligenza da Rafaele il Fiamengo.<br />

[7] Nel lato <strong>del</strong>l’Evangelio <strong>di</strong> detto altare vedesi un famoso sepolcro de’ signori Afflitti nobili<br />

napoletani, che mostrano la loro origine da sant’Eustachio martire.<br />

Nella prima cappella laterale dallo stesso corno <strong>del</strong>l’Evangelio venerata ne viene <strong>di</strong> continuo la<br />

sopradetta imagine, detta Santa Maria <strong>del</strong>le Gratie, e vedesi un santuario degno d’esser veduto,<br />

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