1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...
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marmo, sta egli <strong>di</strong>pinto dal Siciliano, ancorché in molte parti guasto dall’ingiurie <strong>del</strong> tempo. Vi è un<br />
famosissimo pozzo, che da noi si <strong>di</strong>ce formale, con un maraviglioso vaso che conserva l’acque.<br />
Nel refettorio si vedono molte antiche <strong>di</strong>pinture, cioè sopra la porta da dentro, dove sta espressa<br />
l’Adoratione de’ Maggi, e vi si veggono alcuni ritratti de’ re aragonesi, e nel muro dove siede il<br />
su<strong>per</strong>iore la Passione <strong>del</strong> Signore, la quale, <strong>per</strong> essere stata ritoccata, non è più quella <strong>di</strong> prima: sono<br />
o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> Pietro e Polito <strong>del</strong> Donzello, che <strong>di</strong>pinsero Poggio Regale.<br />
Nell’atrio <strong>di</strong> detto refettorio vi si vedono due bellissime tavole, con due ritratti <strong>di</strong> sotto, che si<br />
stimano o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> Luca d’Olanda. La cucina <strong>di</strong> questo refettorio [18] sta eretta su le mura e<br />
fundamenta <strong>del</strong>l’antica Torre Mastria, dentro <strong>del</strong>la quale vi sgorga un’acqua d’esquisita bontà, ed in<br />
abbondanza tale, che s’havesse declivio proportionato, potrebbe aggitare più molini. In ogni<br />
maniera, dà l’acqua alla fontana detta <strong>del</strong>la Quaquiglia, che sta avvanti la Garitta <strong>di</strong> Porto, ed a<br />
molti pozzi verso la contrada <strong>di</strong> San Bartolomeo. I dormitorii sono ampissimi e capaci <strong>di</strong> più<br />
centinaja <strong>di</strong> frati.<br />
Unita a questo convento vi è l’infermaria <strong>per</strong> tutti i frati infermi <strong>del</strong>la Provincia, et in essa vi si<br />
vede una famosa e ricca farmacopea.<br />
Usciti <strong>per</strong> la porta <strong>del</strong> convento, nel <strong>di</strong>rimpetto vi si vede una chiesetta de<strong>di</strong>cata alli gloriosi San<br />
Giacomo e Christofaro, che hebbe questa fundatione: il gran capitano Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Cordua, doppo<br />
d’haver conquistato il Regno <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong>, ricordevole [19] <strong>del</strong>la sua caducità, e <strong>per</strong> istabilire un<br />
<strong>per</strong>petuo luogo alle sue ceneri, cercò <strong>di</strong> fundare una cappella, et in essa la sua sepoltura, nella chiesa<br />
<strong>di</strong> Santa Maria la Nuova. Ma <strong>per</strong>ché altro luogo non vi era che la Cappella <strong>di</strong> San Giacomo,<br />
posseduta da una compagnia <strong>di</strong> confrati, se la fe’ cedere, e all’incontro, loro comprò un vacuo nella<br />
Strada d’Alvino, dove hoggi si vede, somministrandoli quanto vi fu <strong>di</strong> bisogno <strong>per</strong> l’erettione <strong>di</strong><br />
detta chiesetta. E nella cappella cedutali, famosamente vi fabricò la sua, dove fu collocato il corpo<br />
<strong>del</strong> beato Giacomo <strong>del</strong>la Marca. In questa chiesetta vi si conserva un dente molare <strong>di</strong> san<br />
Christofaro, che è molto grande.<br />
Vi è ancora la sepultura <strong>di</strong> Luigi Antonio Sedecino, che fu uno de’ famosi grammatici de’ suoi<br />
tempi, che morì nell’anno 1557.<br />
Tirando avvanti a sinistra, vedesi un vico che spunta alla Strada d’Albino, e, <strong>per</strong> <strong>di</strong>rla colla voce<br />
<strong>del</strong> [20] volgo, d’Alvino. Dicesi d’Albino <strong>per</strong>ché qui habitò un gentil’huomo romano detto Albino,<br />
e vi è <strong>per</strong> tra<strong>di</strong>tione che questi erano tre fratelli, Pietro, Avolio e ’l già detto Albino; e questi,<br />
affettionati a’ napoletani, e desiderosi d’habitarvi, patteggiarono con i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> fabricarvi tre<br />
fortezze. Pietro l’e<strong>di</strong>ficò presso Porta Capuana, Avolio vicino l’Anticaglia o Teatro, ed Albino<br />
dov’è la chiesa <strong>di</strong> Santa Maria la Nova, <strong>per</strong>ò <strong>di</strong> questo non vi è scrittura alcuna, ma bensì trovasi<br />
che queste rocche siano state fabricate ne’ tempi che sono state fatte le muraglia, ed accresciute e<br />
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