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1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...

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<strong>del</strong> già detto seggio che v’habitava, e veniva dalla strada sotto il monasterio <strong>di</strong> San Severino,<br />

anticamente detta Ferula; hoggi viene detta Scesa <strong>di</strong> San Severino.<br />

Più avvanti vedesi un altro vico detto de’ Gattoli, nobili <strong>del</strong> medesimo seggio, <strong>per</strong> l’habitationi<br />

che detta famiglia v’haveva, e fino a’ nostri tempi vi si è veduta la casa <strong>di</strong> don Trojano Gattola,<br />

honoratissimo cavalier vecchio, che <strong>per</strong> qualche tempo v’habitò; et in questa regione, <strong>di</strong> tanti<br />

palazzi nobili che vi erano tre soli se ne veggono posseduti da nobili, et è questo che hora è passato<br />

ad altri possessori <strong>per</strong> essere estinta questa famiglia colla morte <strong>di</strong> don Antonio Gattola, marchese<br />

d’Alfedena, cavaliere quanto puntuale tanto virtuoso, figliuolo [80] <strong>del</strong>l’antedetto don Trojano; e<br />

l’altro <strong>del</strong>la famiglia Mormile de’ duchi <strong>di</strong> Campochiaro, l’altro da’ Miraballi presso la piazza, e<br />

chiamasi il Fondaco de’ Miraballi.<br />

Hor <strong>per</strong> questo Vicolo de’ Gattoli, passata la casa che fu de’ signori Miraballi, hora <strong>del</strong><br />

conservatorio <strong>del</strong>l’Arte <strong>del</strong>la Lana, ed arrivan sotto <strong>del</strong> monasterio <strong>di</strong> San Severino, e proprio dove<br />

stava l’antica e forte muraglia <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong>, nella casa de’ Parrini vi è un <strong>per</strong>ennissimo fonte <strong>di</strong> acque<br />

sorgente <strong>di</strong> poco a fondo, e quest’acqua è <strong>del</strong>la stessa bontà e qualità <strong>di</strong> quella che si vedrà nel<br />

chiostro <strong>di</strong> San Pietro Martire. In questa strada, ne’ tempi andati, altri drappi non si vendevano che<br />

<strong>di</strong> tabì, armusini e taffettà, in modo che la strada si chiamava de’ Taffettanari, hora vi si vende ogni<br />

sorte <strong>di</strong> drappi.<br />

A destra vi è la chiesa de<strong>di</strong>cata a San Biagio. Questa era una picciola cappella che stava nella<br />

Strada [81] <strong>del</strong>la Giudeca, fabricata circa l’anno 1538. Circa l’anno poi 1615 essendo una pessima<br />

constitutione che apportava un morbo nella gola de’ fanciulli, collo quale ne ammazzò migliaja, i<br />

napoletani ricorsero all’intercessione <strong>di</strong> questo santo come special protettore in questo morbo, e<br />

coll’oblationi e limosine che vi si lasciarono e<strong>di</strong>ficata fu la presente chiesa, aprendo la porta<br />

maggiore in questa parte <strong>del</strong>la strada maestra, lasciandone una minore <strong>per</strong> l’ingresso dalla Giudea.<br />

Più avvanti dall’istessa parte vedesi l’altro ingresso nella Giudea già detta, e da questo vico<br />

avvanti si vendono panni sottili così nostrali come forastieri.<br />

S’entra nella bella piazza detta <strong>del</strong>la Sellaria, che prima chiamavasi la Rua Toscana, <strong>per</strong>ché<br />

v’habitavano i mercadanti <strong>di</strong> questa nation; poscia questo nome, <strong>per</strong>ché qui habitavano uniti tutti i<br />

fabri [82] che facevano selle et altri finimenti necessarii alli cavalli. Nell’entrare in questa strada<br />

vedesi una piazzetta avvanti d’un molino che viene animato dall’acque de’ nostri formali. In questa<br />

piazzetta vi era la casa d’un ricco aromatario detto Giovan Leonardo Pisano, che nell’anno 1585<br />

instigò la plebe a sollevarsi et a fare una fierissima strage <strong>di</strong> Giovan Vincenzo Starace, eletto <strong>del</strong><br />

popolo, e <strong>per</strong>ché la giustizia non lo poté haver nelle mani <strong>per</strong> essere fuggito e salvatosi, si buttò giù<br />

la casa e vi seminò sale all’uso de’ goti.<br />

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