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1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...

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Portanova, e fino a’ nostri tempi si è veduta intera, ma essendosi attaccato fuoco ad una quantità <strong>di</strong><br />

polvere che presso <strong>di</strong> questa porta si vendeva, fu buttata giù con alcune case che vi stavano a lato.<br />

Questa porta fu poi trasportata più avanti, come si vede, nell’ampliatione <strong>del</strong>le mura che fu fatta, e<br />

<strong>per</strong> meglio <strong>di</strong>re principiata nell’anno 1484 dal re Fer<strong>di</strong>nando I, e chiamasi non più Portanova o <strong>del</strong><br />

Mercato, ma <strong>del</strong> Carmine, <strong>per</strong> la chiesa che vi sta d’appresso, e <strong>per</strong>ché <strong>di</strong>etro la tribuna <strong>di</strong> questo<br />

tempio fu posta la prima pietra che avanti stava fuori <strong>del</strong>le mura.<br />

Si può entrare nella bella e <strong>di</strong>vota chiesa <strong>del</strong> Carmine, quale hebbe la seguente fondatione.<br />

Vennero in <strong>Napoli</strong> alcuni frati chia[101]mati i religiosi <strong>del</strong>la beata Vergine <strong>del</strong> Monte Carmelo.<br />

Havendo havuta la loro regola confirmata da papa Honorio Terzo nell’anno 1217, colla carità de’<br />

napoletani e<strong>di</strong>ficarono una picciola chiesetta e convento fuori la <strong>città</strong>, et ivi collocarono un’imagine<br />

<strong>del</strong>la Vergine detta Santa Maria <strong>del</strong>la Bruna, che eglino portata havevano, e l’asserivano essere stata<br />

<strong>di</strong>pinta dall’evangelista san Luca. Essendo poi giunta in <strong>Napoli</strong> l’im<strong>per</strong>adrice Margherita, madre<br />

<strong>del</strong>l’infelice re Corra<strong>di</strong>no, <strong>per</strong> re<strong>di</strong>mere dalle mani <strong>di</strong> Carlo il suo figliuolo, trovatolo <strong>per</strong> or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong><br />

detto Carlo già morto, impiegò parte de’ tesori che portato haveva <strong>per</strong> dar sepultura honorata a<br />

quell’ossa regali e soccorrere l’anima, già che non poteva il corpo: ne <strong>di</strong>ede una gran parte ai frati<br />

carmelitani, i quali con questa gran limosina fabricarono la chiesa ed il convento più ampio, e [102]<br />

Carlo, <strong>per</strong> <strong>di</strong>mostrarsi in questo pietoso, nell’anno 1269 donò all’istessi frati uno spatio grande che<br />

chiamato veniva Moricino.<br />

Nell’anno poi 1500 ottenendosi <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong> questa sacra imagine gratie infinite dalla <strong>di</strong>vina<br />

misericor<strong>di</strong>a, essendo anco stata portata da’ napoletani nell’anno <strong>del</strong> santo giubileo in Roma, la<br />

collocarono nel ritorno nell’altare maggiore, restando la chiesa frequentatissima, come al presente, e<br />

particolarmente nelli giorni <strong>di</strong> mercordì e <strong>di</strong> sabbato. Essendosi trattato <strong>del</strong>la fondatione, è <strong>di</strong> dovere<br />

dar notitia <strong>del</strong> <strong>bello</strong> e <strong>del</strong> <strong>curioso</strong> che in detta chiesa osservar si ponno, e <strong>per</strong> prima la sacra e<br />

miracolosa imagine che si conserva nel santuario <strong>di</strong>etro <strong>del</strong> maggiore altare, nel quale s’entra dalla<br />

sacristia maggiore. Nel pavimento <strong>di</strong> detto santuario sta sepolto il <strong>di</strong>ssaventurato re Corra<strong>di</strong>no et il<br />

cadavere ancora <strong>del</strong> Duca d’Au[103]stria, che col detto re fu decapitato. Né è vero, come alcuni<br />

scrittori riportano, che la madre havesse portato seco il cadavere <strong>del</strong> figliuolo, <strong>per</strong>ché io l’ho veduto<br />

et osservato bene con questa occasione.<br />

Il car<strong>di</strong>nale Ascanio Filamarino, arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong> <strong>di</strong> gran memoria era <strong>di</strong>votissimo <strong>di</strong><br />

questa sacra imagine, et in ogni mercordì vi si portava <strong>di</strong>votamente a visitarla e v’ascoltava la santa<br />

messa, e nel giorno <strong>del</strong>la sua festa vi celebrava, e, celebrato, vi lasciava gl’apparati <strong>di</strong> ricche lame<br />

d’argento et il calice. Parendo a questo signore inconveniente che i ministri che salivano nel<br />

santuario a <strong>di</strong>scoprire l’imagine ed ad accendere le can<strong>del</strong>e comparissero su l’altare, <strong>per</strong>ché il piano<br />

<strong>di</strong> questo luogo stava quasi uguale colla mensa <strong>del</strong>l’altare, s’adoprò che gli frati havessero bassato il<br />

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