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1 Notitie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli per i ...

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In questo luogo vi era la chiesa antica <strong>di</strong> San Donato, che in [72] moltissimi istrumenti che<br />

similmente si conservano in detto archivio viene scritto Santi Renato, che poi fu incorporata nel<br />

detto monasterio <strong>di</strong> San Marcellino, come anche quello <strong>di</strong> San Sosio che stava un poco più sopra.<br />

S’entra poscia nella piazza <strong>del</strong> Seggio <strong>di</strong> Portanova, et a destra vedesi un supportico <strong>per</strong> lo quale<br />

si va alla chiesa chiamata Santa Maria de’ Meschini, <strong>per</strong>ché fu nell’anno 1178 e<strong>di</strong>ficata da Sergio<br />

Meschino, famiglia nobile <strong>del</strong> seggio <strong>di</strong> Portanova, hoggi estinta, e da Marotta sua moglie. Essendo<br />

poi rimasta in abbandono e mezza ruinata, fu nell’anno 1305 restaurata da Giannello Cotogno<br />

nobile <strong>di</strong> Montagna. Appresso non vedendosi ben servita, dall’abbate, con l’assenso<br />

<strong>del</strong>l’arcivescovo, fu nell’anno 1569 conceduta alla pietà de’ complatearii, quali a proprie spese la<br />

rie<strong>di</strong>ficorno nella forma che hora si vede. E sotto <strong>del</strong>l’antico altare vi trovor[73]no una cassa <strong>di</strong><br />

sacre reliquie, la maggior parte <strong>del</strong>le quali sono certi piccioli cassettini con certe spugne dentro, che<br />

mostrano essere state intrise <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong> martiri, e sopra vi sono alcune note, che <strong>per</strong> l’antichità e<br />

barbarie <strong>del</strong> carattere non si possono leggere, e, con queste, molte carrafine similmente <strong>di</strong> sangue<br />

indurito. Ve ne è una <strong>di</strong> queste che in un mattino il sangue che v’era <strong>di</strong> dentro si trovò liquefatto a<br />

segno che usciva <strong>di</strong> fuori, come se ne veggono le macchie. Si conservano queste reliquie<br />

nell’oratorio <strong>del</strong>la compagnia che questa chiesa rie<strong>di</strong>ficò.<br />

Vedesi in questa piazza, <strong>di</strong>rimpetto al palazzo <strong>del</strong>la famiglia Mormile, il seggio anticamente<br />

detto <strong>di</strong> Porta a Mare, <strong>per</strong>ché stava presso una porta non lungi dalla marina. Poscia si nominò, come<br />

hora, <strong>di</strong> Portanova, <strong>per</strong> una porta novamente fatta non lungi nell’ampliatione fatta da’ greci, quale<br />

por[74]ta fu poi da Carlo Primo trasportata al Mercato, e dal re Fer<strong>di</strong>nando Primo più avvanti, come<br />

si <strong>di</strong>rà. Fu questa piazza e<strong>di</strong>ficata nella forma presente nel tempo <strong>del</strong> medesimo Carlo Primo, come<br />

se ne veggono sopra l’arme angioine. Fa <strong>per</strong> arme una porta dorata in campo rosso. In questa stanno<br />

unite due altri antichi seggi, cioè quello <strong>del</strong>li Costanzi e quello <strong>del</strong>l’Acciapacci, famiglia nobile ma<br />

estinta in questa piazza e <strong>per</strong> il portico <strong>di</strong> detto seggio s’entra nel luogo o quartiere dove<br />

anticamente habitavano i giudei, che furono da questa <strong>città</strong> cacciati dominando l’im<strong>per</strong>ador Carlo<br />

Quinto (come si <strong>di</strong>sse parlando <strong>del</strong> Monte <strong>del</strong>la Pietà), e detta veniva la Giudea, come fin hora ne<br />

mantiene il nome, e vi si fa l’istess’arte, che i giudei facevano, da’ nostri napoletani, che è <strong>di</strong><br />

vendere habiti nuovi e vecchi e d’affittarne, e par che vi sia rimasta qualche parte <strong>del</strong>l’antico<br />

costume. [75] Ma prima d’entrarvi vedesi un vico anticamente detto Barbacane, hora de’<br />

Chiovaroli, e con altro nome la Lamia, <strong>per</strong>ché qui un tempo v’erano gran fabri che facevano chio<strong>di</strong>,<br />

e nel principio <strong>di</strong> questo vico in uscir dal sopportico vedesi un antico palazzo con un fonte nel<br />

cortile. Questo fu la famosa e ricchissima habitatione <strong>di</strong> Francesco Coppola, nobile <strong>di</strong> questa piazza<br />

e conte <strong>di</strong> Sarno, tanto caro al re Fer<strong>di</strong>nando Primo, e poscia dallo stesso re fatto morir decapitato,<br />

quand’egli era venuto nel Castel Nuovo <strong>per</strong> sollennizare il matrimonio tra il suo figliuolo<br />

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